Ma perché Salvini rosica sempre quando si parla di Carola Rackete?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-03

Oggi l’ex comandante della Sea Watch 3 è stata ascoltata in Commissione al Parlamento Europeo. Il sedicente Capitano della Lega non ha perso occasione per attaccare l’attivista tedesca. Peccato che quando lo hanno invitato ad un dibattito televisivo è scappato perché “aveva un impegno”

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Oggi l’ex comandante della Sea Watch 3 Carola Rackete era all’Europarlamento dove è stata ascoltata dalla Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni. L’intervento dell’attivista tedesca è stato un duro atto d’accusa contro le istituzioni europee che non hanno mosso un dito durante i 17 giorni in cui il Governo italiano ha negato il permesso di sbarco ai migranti a bordo.

Perché a Salvini dovrebbe interessare quello che ha detto Carola Rackete

Perché se è vero il principio che chi sbarca in Italia sbarca in Europa (e del resto è innegabile che l’immigrazione verso la UE non possa essere un problema dei paesi di frontiera) è anche vero che nessuno degli Stati Membri si è fatto avanti durante quella crisi o le precedenti per proporre una soluzione. In parte il comportamento degli altri stati della UE era dovuto all’atteggiamento di sfida nei confronti delle istituzioni comunitarie del Governo e dell’allora ministro Matteo Salvini. Sicuramente ci sono tutt’ora alcuni paesi, quelli del cosiddetto gruppo di Visegrad, che di migranti non ne vogliono sentire parlare e che si sono sempre rifiutati di partecipare agli accordi di ripartizione e ricollocamento delle persone sbarcate in Italia, Spagna o Grecia.

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Carola Rackete al Parlamento Europeo via Twitter.com

Carola Rackete non ha detto cose sconvolgenti. Ha chiesto una riforma del Regolamento di Dublino, che a parole era invocata anche dalla Lega e dal governo gialloverde. E ha suggerito che «la soluzione è la creazione di canali legali verso l’Europa». Esattamente quello che dicevano nei mesi scorsi i vari Di Maio e Salvini quando parlavano di mettere fine all’immigrazione irregolare facendo entrare solo chi aveva diritto e di stroncare il business degli scafisti creando rotte legali per consentire ai migranti di arrivare in sicurezza in Europa. Sappiamo poi come sono andate a finire le cose: si è preferita la strada degli accordi con la Libia, nella speranza che la guardia costiera di Al-Sarraj riuscisse a frenare le partenze e riportare a terra i migranti.

La Lega proprio non ce la fa a non rosicare quando si parla di migranti

Ma tutto questo non interessa alla Lega. O meglio al Carroccio non interessa che si sappia cosa ha detto Carola Rackete. Non a caso l’eurodeputato leghista Marco Campomenosi ha subito twittato che «il Parlamento Europeo guidato dal Piddino Sassoli oggi accoglie con standing ovation la signora Rackete. Oggi a Bruxelles si celebra l’illegalità e il traffico di clandestini che, con il Governo PD-Cinque Stelle, è già ripartito di slancio!». Ah quanto era bello quando Salvini faceva interrogazioni sulle scie chimiche!

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E non poteva mancare Matteo Salvini che ogni volta che si parla di Carola Rackete si sente autorizzato a dire la sua (sarà perché gli ha rubato il pupazzetto di Zorro?). Il senatore della Lega è quello che qualche tempo fa aveva rifiutato un confronto in diretta con l’ex comandante della Sea Watch salvo poi seguirsi attentamente tutta l’intervista per poterla commentare con i suoi. Si può quindi dire che Salvini ha avuto la sua occasione di ribattere alla Rackete, ma non l’ha colta. Oggi però il capo del Carroccio non si è sottratto al dovere di commentare quanto accaduto a Bruxelles: «non mi sognerei mai di applaudire una comandante che, dopo aver aspettato deliberatamente 15 giorni al largo di Lampedusa, per scaricare a tutti i costi degli immigrati in Italia, ha addirittura speronato una motovedetta della Guardia di Finanza, mettendo a rischio la vita delle donne e degli uomini in divisa». E ha aggiunto di provare «pena, imbarazzo e vergogna per chi ha applaudito Carola Rackete a Bruxelles» perché «l’omaggio alla comandante della SeaWatch 3 è un’offesa all’Italia». Sono davvero finiti i tempi in cui Salvini raccontava che le elezioni europee le avevano vinte i sovranisti.

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E così all’ex ministro dell’Interno, che ai vertici europei si faceva vedere pochissimo (forse per non prendere troppi applausi), non rimane che la storia dei tre presunti torturatori che erano a bordo della nave della Ong: «nessuno ha ancora smentito la notizia dei tre presunti torturatori di immigrati caricati da Carola e scaricati nel nostro Paese, cioè in quell’Europa dove qualcuno batte le mani alle ong». E come al solito non dice chi era il ministro quando sono stati arrestati: lui. Perché anche della notizia dei tre torturatori libici (in Libia si tortura, nonostante il negazionismo di certi sovranisti) l’abbiamo saputa quando Salvini ha lasciato il Viminale.

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Da Bastia Umbra Salvini fa un invito alla Rackete: «Si occupasse della sua Germania che all’Italia e agli italiani ci pensiamo noi». Ora non solo come abbiamo visto in Commissione Carola Rackete ha parlato di Europa, non solo non c’è alcun divieto per chicchessia ad occuparsi dell’Italia piuttosto che del suo paese d’origine se lo ritiene opportuno. Ma Carola Rackete si “occupa” già di Germania (vedi il tweet qui sopra). In quanto cittadina europea ha il diritto di “occuparsi” dei fatti che riguardano l’Unione Europea. Riguardo a Salvini spiace dargli una brutta notizia: al momento non è al governo e non si “occupa” degli italiani. Non che quando era ministro lo abbia fatto.

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