M5S-PD, o si fa l’Umbria o si muore

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-10-13

Se la strana alleanza M5S-PD dovesse vincere in Umbria per il resto delle candidature sarebbe facile trovare la quadra. Per questo la partita di Bianconi contro Tesei, che vede oggi in vantaggio la candidata di Salvini nei sondaggi, è quella decisiva per il destino del governo Conte

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Il paragone con l’Ohio è fin troppo scontato e abusato, visto che valeva anche per il Molise. Ma che il voto in Umbria possa rappresentare un punto di svolta decisivo per il futuro della politica italiana è innegabile: Perugia costituisce il banco di prova dell’alleanza “civica” tra MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico, che ad oggi, secondo Luigi Di Maio, non ha in programma repliche per il semplice fatto che prima di muoversi in altre regioni i giallorossi aspettano quel risultato.

M5S-PD, o si fa l’Umbria o si muore

E se ne capisce la ragione: se l’alleanza porta a casa la Regione in Umbria il governo Conte Bis si rinforza e la spallata auspicata dal centrodestra di Salvini e Meloni non arriva, anzi, fallisce completamente l’obiettivo. Non solo: a quel punto, come ha contato ieri il Fatto, ci sono altre cinque regioni in cui il PD, con o senza l’alleanza con il MoVimento 5 Stelle, può vincere e una in bilico, la Liguria. A quel punto l’alleanza potrebbe riproporsi forte di un risultato positivo e riuscire a confermare i governatori uscenti o presentare candidati civici per una svolta governativa rinsaldando di volta in volta l’asse con il governo. Se invece Salvini vince in Umbria, invece, la strada del governo Conte Bis si fa molto più difficile e politicamente ciò potrebbe costituire anche un monito per le altre regioni ex rosse che andranno al voto a breve: Toscana, Emilia Romagna, Marche.

umbria m5s pd
Alle urne nei prossimi mesi (Corriere della Sera, 13 ottobre 2019)

Per questo la partita di Bianconi contro Tesei, che vede oggi in vantaggio la candidata di Salvini nei sondaggi, è quella decisiva per il destino dell’alleanza politica auspicata da Zingaretti e Franceschini – con tanto di suicidio politico in atto a Roma – e sopportata come male minore da Di Maio e Grillo. Il retroscena di Tommaso Labate sul Corriere di oggi parla di sondaggi che danno soltanto due punti di differenza tra i due candidati e annunciano la possibilità che a scendere in campo sia il presidente del Consiglio Giuseppe Conte per cercare di ribaltare i pronostici, mentre Di Maio almeno in Umbria ci è andato e Salvini invece la batte paesino per paesino e annuncia, come Berlusconi a Lampedusa, la volontà di andare a vivere nella regione.

L’Umbria decisiva

Se la strana alleanza M5S-PD dovesse vincere in Umbria per il resto delle candidature sarebbe facile trovare la quadra, tranne che in Campania e in Emilia Romagna dove pare difficile che i grillini sostengano gli uscenti De Luca e Bonaccini, che d’altro canto possono permettersi di vincere anche senza altri appoggio. E, spiega il Corriere, anche il governo ne risentirebbe in positivo:

A quel punto, dovesse andare tutto secondo i piani, cosa ovviamente tutta da vedere, il governo Conte sarebbe sorretto da un’alleanza comunque strutturata anche a livello locale. E pronta quindi a correre insieme anche in luoghi dove sembra ancora fantapolitica. Come la Campania di Enzo De Luca, da sempre acerrimo nemico di Di Maio.

Ieri il figlio Pietro, deputato pd, ha dichiarato che «l’alleanza coi M5S è una realtà già a livello nazionale» mentre«a livello locale vanno verificate le compatibilità per essere argini efficaci a Salvini». Parole che più d’uno ha letto alla luce della paura che la futura candidatura a governatore campano possa finire—nello schema giallorosso —nelle mani di Di Maio. Magari, come durante le fasi più critiche della nascita del governo Conte qualcuno aveva fantasticato, proprio a lui in persona.

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Umbria, il sondaggio SWG (Il Messaggero, 10 ottobre 2019)

Dall’altra parte c’è il centrodestra di Salvini e Meloni che si tiene ancora in carico Berlusconi. E che sa che la via della sconfitta alle urne (regionali o comunali) è quella che potrebbe portare a minare l’alleanza tra grillini e DEM più di ogni altra cosa. E in previsione delle trattative sulla legge elettorale prossima ventura e poi dello scioglimento delle camere. In vista di un voto che a quel punto si farebbe vicinissimo.

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