Come il M5S ha cambiato idea sulla Metro C

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-05-04

Nel 2013 gli allora consiglieri comunali Virginia Raggi, Daniele Frongia, Massimo De Vito ed Enrico Stefàno presentavano una mozione per chiedere di fermare la Metro C a San Giovanni. Oggi la sindaca e Stefàno hanno annunciato che la linea proseguirà – come da progetto – almeno fino a Piazzale Clodio. In mezzo tra queste due posizioni c’è tutta la storia della coerenza del MoVimento 5 Stelle

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L’onesta e la trasparenza devono ancora diventare di moda. Nel frattempo i 5 Stelle si aggrappano ad un’altra virtù teologale della politica: la coerenza. Sono questi i giorni in cui Luigi Di Maio scopre che Salvini “non è coerente” perché sei anni fa aveva promesso che non si sarebbe mai più alleato con Berlusconi. Incidentalmente sono gli stessi in cui il MoVimento 5 Stelle di Roma, nell’annunciare l’imminente e attesissima apertura della stazione della Metro C a San Giovanni smentisce la linea tenuta dal M5S sul prolungamento della terza linea della metropolitana della Capitale.

La Metro C proseguirà verso Piazzale Clodio (e oltre)

Ieri in conferenza stampa la sindaca Virginia Raggi ha detto che dopo l’inaugurazione della stazione San Giovanni «l’opera continuerà, andrà avanti e non si fermerà». Il presidente della commissione Mobilita di Roma Capitale Enrico Stefàno è stato ancora più preciso:  «L’obiettivo è proseguire oltre il Colosseo e i Fori Imperiali, con una stazione a piazza Venezia, con una fermata su corso Vittorio Emanuele, tra piazza Navona e Campo de’ Fiori, poi a San Pietro-Ottaviano, a piazzale Clodio e fino, perché no, a Farnesina, con una grossa area di scambio».

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Secondo Stefàno «Non devono passare altri trenta anni per completare quest’opera».  Lo studio preliminare elaborato da Roma Metropolitane, spiega una nota del Campidoglio, indica due possibili modelli: un primo con quattro stazioni (San Pietro, Chiesa Nuova, Argentina e piazza Venezia) e un secondo con tre stazioni (San Pietro, Navona e Venezia). Lo studio, elaborato da Roma metropolitane, per la tratta T2 (Fori Imperiali-Clodio Mazzini) individuerà nuove soluzioni progettuali attraverso l’elaborazione di un progetto di fattibilità. Dal momento dell’affidamento delle attività, i tempi stimati per la stesura e approvazione sono di circa 24 mesi. I costi stimati per le attività preliminari di progettazione e di indagine archeologica ammontano a circa 1,6 milioni. L’adozione di scelte progettuali definitive non potrà prescindere dall’esecuzione di indagini archeologiche, che interesseranno i luoghi dove saranno costruite le stazioni e le gallerie della tratta. Un’ulteriore ipotesi di lavoro è quella di estendere il tracciato del prolungamento per portare il capolinea definitivo a ridosso dell’Ospedale Sant’Andrea.

La cura del ferro che ha guarito la giunta Raggi

Il MoVimento 5 Stelle di Roma però non l’ha pensata sempre così. C’è stato un tempo, durante il mandato di Ignazio Marino, in cui i consiglieri pentastellati erano addirittura contrari al prolungamento della Metro C. Nel settembre del 2013 i consiglieri pentastellati Raggi, Frongia, De Vito e Stefàno presentarono una mozione – poi bocciata dal Consiglio Comunale – per chiedere di interrompere la tratta della Metro C alla stazione di San Giovanni. Stefàno, che oggi parla di direzione futuro ha sottoscritto una mozione dove chiedeva di «interrompere i lavori della tratta San Giovanni-Colosseo e Colosseo-Piazza Venezia». Il M5S proponeva anche un’alternativa alla metropolitana, il tram. Nella mozione infatti si parlava di «valutare alternative sostenibili, efficienti, ed economicamente accettabili […] quali ad esempio il prolungamento della linea 8».

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I tracciati della Metro di Roma, con i lavori in corso e i progetti. Fonte: Roma Metropolitane

La musica ha iniziato a cambiare nel 2016, con l’arrivo della Raggi a Palazzo Senatorio. Non senza qualche difficoltà. Se la sindaca e Stefàno si erano detti fin da subito possibilisti sul prolungamento – anche perché gli appalti erano  stati già conferiti e i soldi già stanziati – della linea oltre San Giovanni (la Raggi disse «Il Comune intende continuare la realizzazione della linea C fino alla stazione Colosseo-Fori Imperiali») l’allora assessore all’Urbanistica Paolo Berdini era di tutt’altro avviso. Nel giugno del 2016 Berdini propose di non far proseguire la linea fino al Colosseo. A Novembre del 2016 invece ebbe l’idea di deviare il tracciato della Metro C da San Giovanni a Piramide fino a Corviale e saltare la fermata Colosseo, chiudendo il tutto in 4 anni. Una volta defenestrato Berdini le cose divennero più chiare al punto che nel marzo dell’anno scorso Stefàno poteva sbilanciarsi dicendo «Il futuro della metro C dopo San Giovanni? Io personalmente mi sono fatto la mia idea, ma non sono solo io a decidere. Credo che bisognerà fare sforzi per farla proseguire oltre Colosseo nel tracciato originario». Ovvero esattamente il contrario di quello che aveva sostenuto nella mozione del 2013. Con buona pace della Sindaca che ieri in conferenza stampa ha detto trionfante: «Roma inizia a dimostrare che le cose si possono fare. Stiamo sbloccando questa città». In fondo c’è voluto davvero poco: è bastato passare dall’opposizione al governo per capire che quello che volevano fare le precedenti amministrazioni non era poi così male.

 

 

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