La macchina del fango M5S contro De Falco

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-30

Il senatore non vuole dare l’ok al decreto Salvini. E allora partono le accuse: “Lo fa per i soldi, si vuole far cacciare perché si lamenta del taglio allo stipendio”

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«Al mio segnale scatenerebbi l’inferno»: il gladiatore Luigi Di Maio era stato chiarissimo evocando la testuggine romana per mandare un segnale ai dissidenti che stanno facendo saltare l’accordo con la Lega sul Decreto Sicurezza perché vogliono preservare i permessi umanitari, cancellare l’aumento dei tempi di permanenza nei centri per i rimpatri e l’ampliamento del ventaglio di reati che comporta la revoca dello status di «rifugiato». Ovvero rendere la legge partorita da Salvini con chiari intenti punitivi un impianto coerente con la Costituzione e con i richiami del presidente della Repubblica. A quanto pare loro non hanno recepito il messaggio e adesso la maggioranza è a rischio:

Se qualcun altro, che pure c’è ma defilato, dovesse seguirli la maggioranza, appesa a soli sei senatori, potrebbe essere compromessa. A quel punto forse scatterebbe il soccorso di Fratelli d’Italia e magari di Forza Italia. E per il Movimento sarebbe uno sbilanciamento troppo a destra. Eppure dieci giorni fa Di Maio aveva assicurato al leader della Lega che i senatori avrebbero ritirato gli emendamenti.

Aveva mandato il capo della segreteria, l’amico di infanzia Dario De Falco, e la sua collaboratrice, l’ex dipendente della Casaleggio, Cristina Belotti a parlare con De Falco (un caso di omonimia) e Nugnes. Anche il premier Giuseppe Conte ha invitato il comandante della Marina a un colloquio, una settimana fa, per cercare una mediazione. Invano.

luigi di maio testuggine - 1

Ma siccome la moral suasion non è bastata e le maniere forti via Blog delle Stelle neppure, Ilario Lombardo sulla Stampa ci fa sapere che sta partendo una macchina del fango targata M5S nei confronti del capitano De Falco:

Dallo staff del capo hanno cominciato a piovere accuse contro De Falco: «Money makes the world go round» dicono. Dicono che «lo fa per soldi» che «si vuole far cacciare perché si lamenta del taglio allo stipendio». E gli altri? I vertici fanno notare che sono tutti al secondo mandato, non più ricandidabili.

Se fosse questo il motivo, allora la frattura potrebbe replicarsi per altre decine di casi. Di Maio sperava almeno di recuperare Mantero, ma il senatore , autore di una battaglia sull’eutanasia poco gradita ai leghisti, ha fatto sapere che è probabile che voterà contro.

Il riferimento ai soldi è cristallino e si riferisce ai problemi con la moglie diventati improvvisamente attuali durante la campagna elettorale. E andrebbe collegato alle affermazioni di Elena Fattori, senatrice e dissidente a 5 Stelle:

elena fattori
Foto da: M5S No grazie

La tattica della macchina del fango era stata usata di recente contro Deborah Montalbano, “denunciata” dai 5 Stelle torinesi per l’uso dell’auto di servizio perché contestava la sindaca Appendino a Torino. Adesso tocca a De Falco.

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