Il governo ti regala la terra se fai tre figli

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-10-30

Un po’ Ottocento, un po’ Toto Cutugno: il governo vuole mandare a vivere in campagna e regala terreni agricoli a chi fa tre figli. Finalmente il sogno dell’autarchia si realizza?

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Contadino, scarpa grossa e cervello fino. Nell’ultima bozza della legge di Bilancio, che domani dovrebbe arrivare in Parlamento, il governo ha inserito un provvedimento interessante: a tutti i nuclei familiari che nel 2019, 2020 e 2021 daranno alla luce un terzo figlio verranno assegnati terreni a vocazione agricola di proprietà dello Stato o in stato di abbandono nelle regioni del Sud. Inoltre è previsto che per favorire l’acquisto della prima casa nelle vicinanze vengano concessi mutui fino a 200mila euro a tasso zero.

Il governo ti regala la terra se fai tre figli

Insomma, chi farà un figlio in più avrà anche la possibilità di nutrirlo piantando patate nel terreno dello Stato, che rimarrà per venti anni nella disponibilità della famiglia. E non si dica che il governo non pensa alle famiglie, vista l’evidente volontà di portare l’autarchia anche a livello familiare oltre che a livello di politica estera. E la pacchia non finisce qui: ad esempio si introduce una aliquota al 15% per le ripetizioni date dagli insegnanti, puntando anche a una emersione dal nero; stessa operazione con imposta sostitutiva del 21% per la locazione di negozi sotto i 600 metri quadri. Misure che si uniscono alla mini-flat tax al 15% per professionisti e artigiani. E che renderanno felicissimi i professori, adesso che potranno scegliere tra non pagare le tasse e regalare il 15% allo Stato.

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I provvedimenti nella manovra (La Stampa, 30 ottobre 2018)

Ci sono poi le  assunzioni nella pubblica amministrazione e il finanziamento del contratto degli statali. Le assunzioni sono corpose: 3.000 unità in tre anni per l’Arma dei Carabinieri, la Polizia e la Guardia di Finanza, oltre a 1.500 uomini e donne per i Vigili del Fuoco. Nuovo personale anche per l’ispettorato del lavoro (1.000 in tre anni), l’Inail (60 posizioni a concorso) e 1.000 ricercatori universitari. Risorse, circa 2,3 miliardi, per i prossimi tre anni per il contratto degli statali. Bonus speciale anche per l’assunzione, per tutto il prossimo anno, con uno sconto di contributi per 8.000 euro l’anno, da parte di aziende private, di laureati con il massimo dei voti o dottori di ricerca.

L’alternanza scuola-lavoro e i tagli all’editoria

Il governo programma anche sgravi con un tetto massimo di 8060 euro per chi assume a tempo indeterminato al Sud under 35 o over 35 disoccupati da almeno sei mesi. Il programma «Resto al Sud» viene invece esteso anche ai liberi professionisti mentre il tetto di età sale da 35 a 45 anni. Ridimensionata l’alternanza scuola-lavoro:nel triennio si passa dalle 400 ore previste per tecnici e professionali a 150/180 mentre i licei scendono da 200 a 90 ore. Vengono poi cancellati dal 2020 tutti gli sgravi previsti per le imprese editrici, le radio e le tv su spese telefoniche e postali, una misura giusta che favorirà la concorrenza. Scende da 290 a 270 milioni il fondo destinato al bonus cultura per i 18enni, ma sale da 10 a 40 milioni quello per le politiche giovanili.

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I numeri della manovra (La Repubblica, 30 ottobre 2018)

Infine, Valentina Conte su Repubblica fa notare che l’Ires più bassa di nove punti — dal 24 al 15% — si applicherà dal prossimo anno su quella parte di utili reinvestiti in beni strumentali e occupati. Ma «a tempo determinato o indeterminato», dice il comma 1 della norma alla lettera b. Una rivincita della Lega, dopo la stretta sui contratti a termine introdotta dal decreto dignità di luglio, ampiamente contestato dalle aziende del Nord. Ma anche una sconfessione del ministro del Lavoro Luigi Di Maio che in più occasioni aveva associato il bonus Ires solo ai contratti stabili.

Leggi sull’argomento: Luigi Di Maio, l’ultimo centurione M5S

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