La testa di cavallo che il M5S fa ritrovare nel letto di Conte

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-10-18

I grillini avvertono il presidente del Consiglio: le intese sulla Legge di Bilancio ancora non sono state raggiunte e bisogna convocare un vertice di maggioranza per trovarle. E gli fanno un’offerta che non potrà rifiutare

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Come nel Padrino, il MoVimento 5 Stelle fa ritrovare una testa di cavallo nel letto del governo Conte sotto forma di post pubblicato sul Blog delle Stelle che suona come l’ultimo avvertimento prima della guerra aperta. L’argomento è quello sollevato già ieri da Luigi Di Maio su Facebook: la lotta all’evasione fiscale. E la materia del contendere non è certo lessicale ma di chiara propaganda.

La testa di cavallo che il M5S fa ritrovare nel letto di Conte

Il M5S infatti vuole fare la guerra ai GRANDI evasori laddove il presidente Conte parla di guerra all’evasione fiscale. Ma non si tratta di un gioco di parole ma di un dissenso politico evidente e lo si capisce dalle prime righe del post, quando i grillini ci spiegano il significato di “approvato salvo intese” dopo aver venduto per mesi come “risolte” un sacco di cose approvate “salvo intese” con la Lega.

Iniziamo a spiegare che quando un provvedimento, una legge, come ad esempio quella di bilancio o il decreto fiscale, che tutti conoscono come “Manovra”, viene approvata con la dicitura “salvo-intese”, significa che ci sono diversi aspetti di quella legge su cui il governo non ha trovato ancora accordo.

Quindi viene approvata, ma sul contenuto vanno trovate ancora delle intese.

Questo preambolo serve a spiegare qualcosa che evidentemente le intese sulla legge di bilancio 2020 e sul decreto fiscale annesso non sono ancora state trovate. E qual è il punto di dissenso?

Una delle battaglie che negli anni ci ha sempre contraddistinto è la lotta all’evasione, ma con un approccio culturale diverso da quello portato avanti dai partiti per decenni.

In passato abbiamo sempre assistito ad uno Stato forte con i deboli e debole con i forti, ad uno Stato che preferiva accanirsi su commercianti, artigiani, parrucchieri, elettricisti, invece di andare a rompere le scatole ai colossi finanziari, alle multinazionali, ai GRANDI EVASORI che nascondono centinaia di migliaia di euro ogni anno nei paradisi fiscali.

E’ il motivo per cui facemmo la nostra battaglia per abolire Equitalia, è il motivo per cui abbiamo sempre ritenuto ingiusto che venisse pignorata casa a un padre di famiglia che non riesce a pagare una rata di un mutuo, è il motivo per cui ci siamo sempre schierati dalla parte di chi non ce la fa, di chi non è mai stato ascoltato, ponendo un paletto, che vale per tutti: il rispetto della legge e il valore della legalità.

movimento 5 stelle giuseppe conte

Il M5S è fortemente contrario (tu guarda il caso…) a misure come la multa per chi non ha il bancomat. O meglio, spiegano i grillini, non è che siano contrari, ma sono convinti che non si possa fare la lotta all’evasione prendendosela con i “piccoli”

Di fronte alle proposte contenute in manovra, dal tetto al contante alla multa sul POS, saremmo anche d’accordo se queste rappresentassero delle vere misure anti-evasione finalizzate ad individuare ulteriori risorse per lo Stato.

Ma qui il punto è che l’inserimento di queste misure non solo non fa recuperare risorse, ma addirittura rischia di porre questo Governo nello stesso atteggiamento di quelli del passato, che pensavano di fare la lotta all’evasione mettendo nel mirino commercianti, professionisti e imprenditori. Un segnale culturale devastante, se a maggior ragione nel Governo stiamo ancora cercando l’intesa sul carcere e la confisca per i grandi evasori, cioè per coloro che evadono più di 100.000 euro.

L’Istat, i piccoli e i grandi evasori

Ora, siccome l’evasione fiscale è un reato, da un partito alfiere dell’honestAHAHAHAH ci si aspetterebbe tutt’altro atteggiamento. Invece i grillini sostengono che ci sia un’evasione da perseguire e una da non perseguire. Inutile star qui a pensare a quanto valga, in termini di voti contendibili, una posizione così furba.

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Fonte: ISTAT

Meglio invece segnalare che il sommerso e la sotto-dichiarazione sono due fenomeni che secondo l’ISTAT in Italia valgono 192 miliardi di euro. Sotto-dichiarazione e impiego di lavoro irregolare valgono da soli 176 miliardi di euro, a questi vanno aggiunti i proventi delle attività illegali che per ovvi motivi non possono “emergere” ed essere regolarizzate.

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Ed è proprio l’Istituto nazionale di statistica a dire che il 41,7% del sommerso economico si concentra nel settore del Commercio all’ingrosso e al dettaglio, trasporti e magazzinaggio, attività di alloggio e ristorazione, dove si genera il 21,4% del valore aggiunto totale. Non esattamente i grandi evasori che portano all’estero i milioni ma proprio quei commercianti e negozianti che Di Maio dice di voler proteggere dallo Stato. «Lotteremo contro l’evasione fiscale come mai fatto prima. Non posso accettare che gli italiani onesti paghino più tasse per colpa di coloro che non le pagano affatto», aveva detto Conte, e senza dubbio gli incentivi all’utilizzo della moneta elettronica e i pagamenti digitali non servono per colpire i “grandi evasori”.

La guerra del M5S a Conte

Ecco quindi che si capisce meglio il senso del diplomaticissimo post che il M5S ha recapitato oggi a Conte: con parole molto suadenti gli sta spiegando che sì, vuole il carcere per i grandi evasori ma no, non vuole le misure contro i “piccoli” evasori. Cosa ci sia di elettoralmente significativo in questa furbissima posizione in cui uno vale uno ma qualcuno commette reati meno importanti di qualcun altro è facile capirlo. Ma qui è più interessante invece segnalare il finale del post:

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I grillini vogliono riaprire la partita della Legge di Bilancio e cambiare tutto quello che non piace loro. Ben sapendo che è il Parlamento, dove loro hanno una rappresentanza di eletti altissima rispetto ai sondaggi, ad avere l’ultima parola tramite il voto. E tornano a proporre coperture fantasiose – quanto vuoi spremere ai concessionari autostradali? Di certo non basta per coprire una manovra da 30 miliardi – minacciando, senza dirlo, la caduta del governo in caso contrario. Conte è avvertito. Gualtieri pure.

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