Così il M5S si rimangia il condono per gli abusivi di Ischia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-10-23

Continua la grande saga dei condoni voluti dal partito degli onesti e dal governo del Cambiamento. Dopo aver ripetuto per giorni che nel decreto emergenze non c’era nessun condono per Ischia spunta all’improvviso un emendamento che trasforma il condono in condonicchio escludendo dai contributi gli aumenti di cubatura abusivi. E per gli immobili completamente illegali? Tutto come prima

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«Non c’è nessun condono. Le case illegali restano illegali perché non sono sanabili. Noi stiamo solo dicendo che a quelle case si applicano condoni fatti da governi precedenti». Con questo piccolo capolavoro del genere supercazzola due giorni fa Luigi Di Maio negava l’esistenza di un condono per gli immobili a Ischia al tempo stesso dicendo che il condono c’era perché il governo del Cambiamento aveva esteso a quelle case illegali i condoni fatti in precedenza. Condoni che, se la logica non è un’opinione, sanano gli abusi e quindi invalidano la prima parte dell’affermazione del vicepremier a 5 Stelle.

L’emendamento al condono edilizio su Ischia nel decreto Genova

Il condono per Ischia, contenuto nel cuoricioso Decreto scritto dalla manina del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, era stato duramente contestato dai leghisti. Matteo Salvini confrontando il condono edilizio con quello fiscale (anche quello, curiosamente, non esiste visto che si chiama pace fiscale) aveva detto che «alcune norme come il condono edilizio per Ischia, e non solo, non sono un bel segnale». I parlamentari leghisti avevano invece fatto sapere di essere sicuri «che gli amici dei 5 Stelle appoggeranno il nostro emendamento che evita regali a migliaia di abusi edilizi commessi a Ischia». C’è stato un momento in cui uno dei due partiti di governo diceva che il condono edilizio ad Ischia non esisteva (ma intanto presentava un emendamento per un altro condono) mentre per l’altro c’era eccome. Infine c’è il caso drammatico di Barbara Lezzi, la ministra del Sud non era al corrente nemmeno della sua esistenza (del condono, s’intende).

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A risolvere la situazione del condono che non c’era ci dovrebbe pensare un emendamento presentato dai due relatori Gianluca Rospi (M5s) e Flavio Di Muro (Lega). Emendamento che va ad intervenire proprio sull’articolo 25 del decreto emergenze. L’emendamento è stato depositato alle 22 di ieri, presentato all’esame congiunto delle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera questa notte ed è stato approvato in Comissione con quello che per l’opposizione è stato un “blitz notturno”. Con l’emendamento il riferimento normativo per la sanatoria non è più il condono del 1985, considerato da tutti eccessivamente permissivo, ma quello del 2003, varato dal governo Berlusconi

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La principale novità novità che l’emendamento introduce è che il contributo per la ricostruzione «non spetta per la parte relativa ad eventuali aumenti di volume oggetto del condono». Una piccola aggiunta che di fatto però smentisce quanto detto da Di Maio che negava l’esistenza di un condono edilizio per Ischia nel Decreto Genova. In buona sostanza la parte di edifici crollati o danneggiati oggetto di un abuso è esclusa dai contributi per la ricostruzione, al contrario di quanto stabilito dal testo originale del decreto, quello dove non c’era alcun condoni. Ma cosa succederà per gli edifici completamente abusivi? L’emendamento non li esclude esplicitamente dai contributi.

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Quando Di Maio diceva che si sarebbe iscritto al PD in caso di sanatoria per gli abusi ad Ischia

L’emendamento riguarda le pratiche di condono pendenti per quegli edifici danneggiati dal sisma dell’agosto 2017 a Ischia. Pratiche a cui bisognerà dare risposta entro sei mesi. Secondo il deputato del M5S Rospi «a Ischia ci sono circa mille edifici danneggiati che aspettano una risposta sulla richiesta di sanatoria che risale al 2003, con il condono fatto dal governo Berlusconi, non certo da noi che siamo stati e continueremo ad essere contrari ai condoni, edilizi e fiscali. I soldi per la ricostruzione andranno soltanto a coloro i quali avranno l’ok delle amministrazioni comunali alla sanatoria: noi abbiamo semplicemente stabilito che questo via libera debba arrivare entro sei mesi e ora aggiungiamo nuove tutele per evitare ogni scappatoia».

Secondo la deputata di LeU Rossella Muroni (che aveva presentato una serie di emendamenti per sopprimere il testo dell’articolo 25) si tratta di «uno scambio di favori nella maggioranza dove la Lega ottiene il condono fiscale e con il decreto Urgenze i Cinque Stelle ottengono la sanatoria edilizia per Ischia tanto cara al vicepremier Di Maio». L’onorevole Muroni definisce l’emendamento dei relatori leggermente migliorativo ma strumentale affinché potessero essere bypassati gli emendamenti di minoranza come quello che prevedeva che i condannati per reati mafiosi non potessero ottenere la sanatoria. Secondo la deputata di LeU «nell’accordo giallo-verde è rientrata anche la pericolosa sanatoria edilizia indiscriminata sul centro Italia colpito dal terremoto»

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Critica nei confronti dell’emendamento approvato anche Legambiente. In un articolo pubblicato sull’Huffington Post il il presidente di Legambiente Stefano Ciafani definisce l’emendamento della maggioranza «un imbroglio perché non modifica il testo ma aggiunge un passaggio, il nulla osta paesaggistico, già previsto e obbligatorio nella normativa del 1985, e conferma anche i contributi pubblici per gli edifici abusivi, escludendoli solo per gli aumenti di cubatura. Quindi il condono resta a tutti gli effetti». Secondo Ciafani per chiudere finalmente le procedure di sanatoria ancora aperte, con 26 mila domande nei tre Comuni dell’Isola «occorre dare strumenti alle amministrazioni locali, non eliminando ogni criterio previsto dalle leggi in vigore al momento in cui le domande di sanatoria sono state presentate, e affidando al Commissario straordinario per la ricostruzione a Ischia i poteri e le risorse per portare avanti le ordinanze di demolizioni mai eseguite». Nel frattempo su Twitter è spuntato un video dell’agosto 2017 in cui Di Maio respingeva al mittente le accuse di chi diceva che voleva un condono per Ischia, minacciando di iscriversi al PD qualora fosse stata fuori una norma o un emendamento a favore del condono. Chissà allora a chi apparteneva la manina che ha scritto l’articolo 25 del Decreto Genova.

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