Il condono per le case abusive nel decreto per il terremoto di Ischia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-12

Il governo Lega-M5S offre pure un «contributo fino al 100%» per ricostruire nelle stesse aree a rischio

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Il simpatico Decreto Genova avrà tante pecche ma è scritto con il cuore, garantisce il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli. E un cuore grande come quello del MoVimento 5 Stelle non poteva restare insensibile alle case abusive di Ischia, che vengono appositamente condonate seguendo una tradizione trentennale di cui i grillini si fanno oggi portatori (il governo del cambianiente). Racconta oggi Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera:

Già prima del condono del 2003 le demolizioni eseguite a partire dal 1988 («Hanno costruito in prossimità di scarpate, di zone sismiche, di zone franose», denunciò per anni il giudice Aldo de Chiara) risultavano essere 22. Su 2.922 abbattimenti ordinati dalla magistratura con sentenza esecutiva e inappellabile. Lo 0,75 percento.

Bene: il decreto attuale per Ischia, dice Legambiente, «è un condono tombale». Lo stesso Silvio Berlusconi (odiato dai grillini) non osò né nella prima sanatoria edilizia del ‘94 né in quella del 2003 andare oltre certi limiti. Quella del 2003, per dire, conteneva dei paletti dettati dal Codice dei beni culturali. Cosa fa invece il decreto del governo gialloverde?

Nell’articolo 25 spiega che «per la definizione delle istanze di cui al presente articolo», cioè le richieste degli ischitani, «trovano esclusiva applicazione le disposizioni di cui ai Capi IV e V della legge 28 febbraio 1985, n. 47». Traduzione di Legambiente: «Le sanatorie del 1994 e del 2003 pongono dei limiti molto più restrittivi rispetto a quella del 1985». Sia sulle cubature sia sulla tassativa esclusione dal condono degli immobili realizzati in aree di vincolo paesaggistico o culturale.

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Foto di: Precy80 su Twitter

Di più: il decreto (inserito dentro quello per Genova,come le vecchie volpi dicì infilarono un grande appalto stradale in un decreto sulle arance invendute in Sicilia) spiega che «al fine di favorire il rientro nelle unità immobiliari e il ritorno alle normali condizioni di vita e di lavoro nei Comuni interessati dagli eventi sismici» gli interessati a«interventi di immediata riparazione di carattere non strutturale» possono muoversi «anche in deroga all’articolo 146 del Codice dei beni culturali e del paesaggio». In deroga!

Il tutto «purché le costruzioni non siano state interessate da interventi edilizi totalmente abusivi per i quali sono stati emessi i relativi ordini di demolizione, allegando o autocertificando quanto necessario ad assicurare il rispetto delle vigenti disposizioni». Sperando che le autocertificazioni siano oneste…

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