Condoni edilizi fantastici e dove trovarli (nel Decreto Genova)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-10-18

La favolosa storia di come un decreto “scritto col cuore” sta diventando un contenitore per condoni edilizi e sanatorie. Dopo quello “tombale” per gli abusi ad Ischia spunta l’ementamento pentastellato per gli abusi relativi agli immobili colpiti dal sisma del 24 agosto 2016

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Se ieri Di Maio ha gridato al complotto sul condono contenuto nel decreto fiscale, oggi Salvini ha detto che a lui non piace «quella sanatoria edilizia ad Ischia» e che ha dato «disposizione ai suoi di opporsi a quella roba lì». Quella roba lì è il condono per le case abusive danneggiate o crollate in seguito al terremoto di Ischia che il governo ha fatto inserire nel decreto Genova (all’insaputa a quanto pare della ministra del Sud Barbara Lezzi). Ma nel decreto Genova potrebbe finirci anche un altro condono, quello per le aree colpite dal terremoto del 24 agosto 2016.

L’emendamento che sana gli abusi edilizi per la ricostruzione  post-sisma del 2016

Il diavolo come sempre si nasconde nei dettagli. A spiegarlo oggi su La Stampa Maria Rosaria Tomasello che ha analizzato un emendamento all’articolo 39 del Decreto Genova presentato dalla deputata pentastellata Patrizia Terzoni. All’interno del decreto emergenze, come è noto, non ci sono solo disposizioni riguardanti il capoluogo ligure e la ricostruzione del ponte Morandi. Ci sono le norme sulla ricostruzione ad Ischia che non piacciono a Salvini e misure urgenti per gli eventi sismici verificatisi in Italia centrale negli anni 2016 e 2017.

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L’emendamento presentato dalla deputata Terzoni aggiunge l’articolo 39 bis che va ad introdurre «misure urgenti a favore delle popolazioni dei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016». La modifica riguarda in particolare l’articolo 1-sexies del decreto-legge 29 maggio 2018, n. 55 dove andrebbe aggiunto «ovvero in assenza di permesso di costruire». Sei semplici parole che secondo La Stampa aprono la porta ad una maxi sanatoria per le case abusive colpite dal sisma del 2016.

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Fonte

Una situazione analoga al condono per gli immobili ad Ischia e che darebbe la possibilità anche a chi ha costruito una casa o un immobile abusivo (laddove nel testo originale invece si parla di “in assenza di segnalazione certificata di inizio attività o di difformità da essa”) di poter presentare assieme alla domanda di contributo anche una richiesta di permesso in sanatoria. Ovvero lo Stato darà i soldi a chi ha commesso degli abusi edilizi e al tempo stesso procederà a sanare l’abuso.

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Il testo della legge che sarebbe modificata con l’emendamento Terzoni [Fonte]

Al MoVimento 5 Stelle notoriamente la parola condono non piace e alla Stampa l’onorevole Terzoni spiega che «L’aggiunta rispetto al dl 55 riguarda piccole difformità fatte decenni fa su abitazioni senza permesso a costruire perché edificate molto tempo fa. Parliamo di borghi storici. E parliamo sempre del 5% sulla tolleranza delle misure già previste nel precedente decreto e ora degli aumenti di volume secondo i piani casa regionali». Secondo la Dem Stefania Pezzopane invece bisognava procedere come si è fatto all’Aquila nel 2009 ovvero ricostruendo in base a quanto riportato nei dati catastali senza le eventuali aggiunte abusive successive. Stupisce del resto che il M5S, che in questi anni si è battuto in nome dell’onestà, della tutela dell’ambiente e della legalità sia disposto a sanare e condonare abusi edilizi ed evasione fiscale.

Da leggere: Chi è la manina dietro il complotto della manina?

Il condono tombale per Ischia in cambio della legittima difesa?

Le minacce di Salvini, così come quelle di Di Maio di denunciare la “manina”, però potrebbero non trovare compimento. I parlamentari della Lega – rivela il Foglio – hanno infatti approntato un emendamento che restringerebbe le maglie dell’articolo 25 del decreto, quello su Ischia rendendo più difficile accedere alla sanatoria. Una mossa che avrebbe messo in scacco il M5S che qualora avesse bocciato l’emendamento leghista avrebbe fatto la figura di quello che chiude un occhio di fronte all’abusivismo. Una posizione difficile da sostenere soprattutto dopo la sceneggiata di Di Maio di ieri sera sul condono fiscale.

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La soluzione quindi sarebbe lasciar stare così com’è il provvedimento a favore degli abusivi ischitani per poter chiedere una contropartita al MoVimento. E così l’emendamento leghista non viene presentato in Commissione. Ma in cambio di cosa? Secondo le voci raccolte nel Transatlantico da Valerio Valentini l’oggetto dello scambio, la contropartita, sarebbe un tacito accordo di non belligeranza da parte del MoVimento 5 Stelle sulla proposta di legge sulla legittima difesa che come è noto sta molto a cuore ai leghisti (tant’è che la legge attuale è già frutto delle richieste della Lega). Ecco così che Di Maio da una parte e Salvini dall’altro continuano con il gioco delle parti, dei veti incrociati, ognuno per far capire al proprio elettorato chi ha il coltello dalla parte del manico. Ma a rimetterci per ora sono soprattutto i pentastellati che hanno già dovuto abbandonare molti dei loro principi morali sulla strada di Palazzo Chigi. Fino a quando il gioco varrà la candela? Non appena Di Maio lo avrà deciso per  il governo saranno i minuti contati. Perché va bene il cambiamento, ma con juicio.

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