Opinioni
Le balle di Luigi Di Maio sulla legge elettorale
dipocheparole 29/09/2017
In un video pubblicato su Facebook il candidato premier nonché capo del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio va all’attacco del Rosatellum Bis e sconfina anche sulla commissione banche rotte e sui vitalizi, per dipingere una situazione in cui il M5S, pòra stella, è accerchiato da tutti gli altri partiti che vogliono impedirgli di andare […]
In un video pubblicato su Facebook il candidato premier nonché capo del MoVimento 5 Stelle Luigi Di Maio va all’attacco del Rosatellum Bis e sconfina anche sulla commissione banche rotte e sui vitalizi, per dipingere una situazione in cui il M5S, pòra stella, è accerchiato da tutti gli altri partiti che vogliono impedirgli di andare al governo “se vincerà le elezioni”. In particolare Di Maio sostiene che la legge elettorale è una trappola perché anche se il MoVimento 5 Stelle sarà il primo partito non potrà vincere le elezioni con la legge elettorale in preparazione. Il che è falso.
O meglio: è vero che anche con l’attuale legge elettorale, che prevede una ripartizione proporzionale dei seggi, il MoVimento 5 Stelle potrebbe essere il primo partito nelle preferenze degli italiani ma non avere in nessuno dei due rami del Parlamento la maggioranza necessaria per varare un governo monocolore. Tutte le simulazioni con i risultati più recenti dei sondaggi infatti certificano che nessuno sarà in grado di raggiungere il magic number né alla Camera né al Senato.
Questo sistema quindi costringerebbe il MoVimento 5 Stelle, se davvero raggiungesse un numero di eletti cospicuo alla Camera e al Senato, ad allearsi comunque con altre forze politiche. Una questione che il M5S ha già messo in conto, sostenendo di voler proporre un programma su cui cercare i voti in parlamento per quello che ai tempi della Prima Repubblica si chiamava governo di minoranza.
Anche con la nuova proposta di legge elettorale è difficile che qualcuno raggiunga una maggioranza autonoma per governare in entrambi i rami del parlamento, ma quello che infastidisce i 5 Stelle è la comparsa dei collegi uninominali (231 alla Camera, 113 al Senato), dove vincerà il candidato che raggiungerà la maggioranza relativa dei voti e dove i 5 Stelle rischiano di soccombere perché le alleanze tra i partiti (soprattutto di centrodestra) potrebbero portare i grillini ad arrivare secondi (o addirittura terzi dopo il Partito Democratico) lasciando il seggio a chi avrà raggiunto la maggioranza relativa dei voti. Questo meccanismo però è quello che utilizza il sistema maggioritario in ogni parte del mondo da secoli: difficile farlo passare come un complotto contro i 5 Stelle.