Lamorgese, Salvini e i sommelier degli accordi internazionali sui migranti

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-09-24

In Italia da ieri abbiamo scoperto i sommelier degli accordi internazionali sui migranti. È infatti successo che dopo un anno e qualche mese di nulla dal punto di vista della risoluzione del problema degli sbarchi la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese per l’Italia, ha firmato un accordo che rappresenta un robusto passo in avanti. Ma a Salvini, Sallusti e qualcun altro questo passo avanti non è andato giù. Chissà perché!

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Quando si andava a scuola tutti avevamo un compagno che nei confronti delle ragazze aveva sempre una parola cattiva per tutte. Quella era antipatica, quell’altra aveva la puzza sotto al nasta, quell’altra ancora non si sapeva vestire e così via. Questi qui li riconoscevi perché di solito, chissà perché, succedeva che le ragazze li schifavano. Ma loro continuavano indefessi nel loro disprezzo motivato, tanto che si sarebbero potuti soprannominare (ironicamente) i sommelier delle ragazze. In Italia da ieri abbiamo scoperto i sommelier degli accordi internazionali sui migranti.

I sommelier degli accordi internazionali sui migranti

È infatti successo che dopo un anno e qualche mese di nulla dal punto di vista della risoluzione del problema degli sbarchi la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese per l’Italia, insieme a Malta, Francia e Germania ha firmato un accordo che rappresenta un robusto primo passo in avanti. La bozza, preparata anche con la Finlandia, prevede una condivisione dell’accoglienza dei richiedenti asilo che arrivano a bordo delle navi delle ONG o di quelle militari, seguendo una ripartizione automatica per quote prefissate. La bozza è già stata inviata a tutti i partner europei e sarà discussa nel consiglio fissato per l’8 ottobre in Lussemburgo. Nel dettaglio si parla di redistribuzione automatica e preventiva. Vediamo qualche punto:

  • – Le navi (militari o delle ONG) che effettuano operazioni di soccorso nel Mediterraneo avranno assegnato in tempi rapidi un porto sicuro dove potere sbarcare le persone. Che non resteranno più nel Paese di primo approdo ma verranno redistribuiti negli altri Stati membri che aderiranno all’accordo. Attenzione, si parla di richiedenti asilo e non di persone a cui è stato già riconosciuto lo status di profughi. Ricorderete che la destra si lamentava del fatto che molti chiedessero lo status anche se non ne avevano diritto con l’obiettivo di rimanere il più possibile in Italia: “Rimanevano a carico nostro”, dicevano. Questo meccanismo viene superato dall’accordo di ieri. Eppure nessuno dei nostri simpatici patridioti sembra essersene accorto. Non è strano?
  • – L’accordo raggiunto parla di rotazione volontaria dei porti. Italia e Malta spingevano per una rotazione obbligatoria, Francia e Germania per il porto sicuro più vicino ( dunque sempre Italia o Malta), alla fine si è raggiunto un compromesso che prevede che anche altri Paesi costieri che aderiranno potranno offrire il porto a navi che sono in condizioni di affrontare una tratta più lunga prima di sbarcare. Ricorderete che c’era chi si lamentava che “venissero tutti da noi” e auspicava che “andassero in Spagna/Olanda/Timbuktù? Ebbene, ora comincerà a essere così. Eppure nessuno dei nostri simpatici patridioti sembra essersene accorto. Non è strano?
  • – Il documento parla tassativamente di quattro settimane in cui le persone salvate rimarranno nel Paesi di sbarco per i primi adempimenti. Poi al momento della partenza per la nuova destinazione i loro nomi verranno cancellati nel database italiano e iscritti in quello del Paese che se ne farà carico in modo che, se dovessero non ottenere l’asilo e rimanere da irregolari sul territorio, non possano più essere rimandati in Italia come prevede ora il regolamento di Dublino. Eppure nessuno dei nostri simpatici patridioti sembra essersene accorto. Non è strano?
  • – Queste norme segnano senza dubbio una strada per il superamento del regolamento di Dublino (firmato da Berlusconi quando era al governo con la Lega) perché, con la registrazione dei migranti non più nel Paese di primo approdo ma in quello in cui vengono ricollocati, di fatto impedisce che vengano rimandati indietro come avviene per ora. Eppure nessuno dei nostri simpatici patridioti sembra essersene accorto. Non è strano?

Il sonno della ragione genera mostri, la ragione fa venire sonno ai mostri

Tutto questo non sembra essere stato compreso appieno dai giornali italiani, diciamo. Prendiamone uno caso: il Giornale di Alessandro Sallusti.

lamorgese accordo migranti germania malta italia francia 1

Ora, anche un deficiente si è accorto che da questi accordi rimangono fuori quelli che arrivano direttamente sulle coste italiane della Puglia, della Basilicata, della Calabria, della Sicilia e della Sardegna sui cosiddetti barchini. Anche un deficiente dovrebbe però ammettere che questi sbarchi avvenivano anche quando c’era il capo Salvini al Viminale: questa è una tabella del ministero dell’Interno che documenta il fenomeno dei “barchini”. A questi però non si poteva fare la guerra perché avevano già raggiunto il territorio italiano e perché poteva sembrare esagerato mandare un incrociatore contro un gommone. E allora che si faceva? Semplice, si faceva finta che non esistessero.

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I numeri degli sbarchi regione per regione (fonte: Viminale)

Salvini non faceva dirette sull’argomento, il Giornale dormiva, la Verità sognava e Libero sognava di non essere lì. Ieri, per farvi capire la faccia di palta, cosa ha detto il Capitano della Lega dopo l’annuncio del patto? «L’accordo per l’Italia è una solenne fregatura. Il 90% dei migranti sono sbarcati con barchini. I porti rimangono quelli italiani e al massimo quelli maltesi. Nel Mediterraneo ci sarà pieno di navi delle ong. Ennesimo esempio di “sola”, direbbero a Roma». Ora, a parte che abbiamo documentato che i porti NON rimangono quelli italiani, ma come fai a lamentarti oggi dei barchini dopo essere stato zitto per 14 mesi sui barchini perché non hai trovato nemmeno una piccola soluzione per questo?

Il silenzio dei poverelli

Non finisce qui. La “soluzione” di Salvini al problema delle ONG seguiva questo lineare percorso istituzionale:

  • – Veniva avvistata una nave con naufraghi a bordo o questa chiedeva un porto sicuro
  • – Salvini partiva con la prima diretta su Facebook in cui negava il porto sicuro e diceva che dovevano passare sul suo cadavere
  • – Partiva un’interlocuzione di Conte con il resto d’Europa per risolvere il problema mentre Salvini sorseggiava un mojito al Papeete
  • – Appena finito il mojito, Salvini tornava in diretta su Facebook per ribadire che quelli non sarebbero mai sbarcati, stavolta no, signora mia
  • – I social media manager di Salvini intanto si affrettavano a cancellare dalla diretta su Facebook i commenti che ricordavano a Salvini che anche l’altra volta aveva detto così e alla fine erano sbarcati
  • – Conte ci provava, la Chiesa ci provava, Salvini continuava a sorseggiare mojitos
  • – Alla fine sbarcavano tutti.

Questa procedura veniva ampiamente rispettata anche negli ultimi giorni di Salvini al Viminale.  Il 2 settembre scorso, ovvero appena 21 giorni fa, mentre era ancora in carica come ministro dell’Interno si era verificato lo sbarco di 31 naufraghi dalla Mare Jonio. Quello stesso giorno l’ex ministro annunciava il sequestro di una nave di una ONG tedesca, ovvero la Eleonore. Quello che Salvini non diceva ai tontoloni che credono alla propaganda del Capitano era che quella nave aveva in carico 104 persone che sono tutte sbarcate in Italia. Ancora: il 7 giugno 2019 62 persone soccorse in acque SAR maltesi dal rimorchiatore Asso 25 sono state fatte sbarcare a Pozzallo. Da chi? Da Salvini. Ne sono sbarcati 192 il 2 giugno (ma forse Salvini era impegnato a litigare con Fico) e 117 il 3 giugno. E questi sono solo esempi.

salvini accordi internazionali migranti

Nell’intervista che oggi ha rilasciato al Fatto Quotidiano il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto: “Il vertice di ieri a Malta ci insegna che gli atteggiamenti inutilmente litigiosi, sterilmente oppositivi e puramente provocatori fanno contenta l’opinione pubblica italiana, ma spesso non portano nessun risultato concreto“. Ora, va assolutamente segnalato che Conte, con Trenta e Toninelli, ha fino all’altroieri retto il gioco di Salvini e quindi la frase più che una critica all’ex ministro dell’Interno suona come un’autocritica. Ciò detto, adesso il problema si avvia a una risoluzione condivisa in cui le istanze dell’Italia (anche quelle di Salvini) vengono in qualche modo recepite. Come mai nessuno della destra se n’è accorto? Non sarà che “figliolo, una volta qui era tutta campagna elettorale” (cit.) e adesso il gioco rischia di non funzionare più?

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