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La leggenda del Fico esploratore

Alessandro D'Amato 22/04/2018

L’incarico al presidente della Camera potrebbe accelerare l’intesa tra Di Maio o Salvini. Oppure trasformarsi in un’autorete per il MoVimento. Con la Lega pronta a incassare

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Roberto Fico potrebbe essere incaricato già lunedì per un mandato esplorativo simile a quello conferito a Elisabetta Casellati dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella se le trattative “segrete” (nel senso del segreto di Pulcinella) tra Di Maio e Salvini non dovessero andare a buon fine. L’obiettivo del mandato a Fico dovrebbe essere quello di verificare la possibilità di formare un governo che abbia l’appoggio del MoVimento 5 Stelle e del Partito Democratico.

La leggenda del Fico esploratore

Se nelle prossime ore il Carroccio non deciderà la svolta e lascerà Berlusconi, con il vantaggio della chiusura delle urne in Molise, il forno della Lega si chiuderà anche se non definitivamente, con grande scorno di Di Maio che proprio ieri diceva che con Salvini “si possono fare grandi cose” (forse la flat tax?), e dovrebbe aprirsi quello del PD, almeno teoricamente visto che i giornali raccontano di presunte aperture al governo con i grillini dove però ci sarà un punto fermo: il presidente del Consiglio non potrà essere Luigi Di Maio. Per questo l’incarico a Fico è visto con favore: perché potrebbe essere un premier alternativo a quello designato dal MoVimento ma al quale i grillini difficilmente riuscirebbero a dire di no. Il PD, spiega De Marchis su Repubblica oggi, non ha però le idee ancora chiare:

di maio di battista fico

Ma quali margini lascerà nel colloquio con Fico? Nel partito si moltiplicano le voci che chiedono un confronto in direzione: dopo Andrea Orlando è uscito anche Francesco Boccia, vicino ad Emiliano. Sono gli aperturisti, che immaginano un passaggio formale per mettere in minoranza la posizione degli aventiniani, ovvero dei renziani. L’ultimo dubbio che il Colle scioglierà nelle prossime ore è sui paletti dell’esplorazione.

La tendenza è limitare la cornice ai colloqui con il centrosinistra, ma si fa sapere che «nulla è stato ancora deciso». Non è scritto da nessuna parte che Fico debba replicare, al contrario, la prova della Casellati. E un’esplorazione più ampia potrebbe fornire al capo dello Stato qualche elemento per l’esperimento finale: il governo del presidente.

Un mandato senza M5S?

Per questo il MoVimento 5 Stelle non ha alcuna intenzione di accettare un “nome terzo”, qualunque esso sia, per un incarico pieno anche se non potrà opporsi a quello che deciderà il presidente della Repubblica su Fico. O meglio: una parte, quella maggioritaria, del M5S, non si smuoverà dal nome di Di Maio e c’è da scommettere che chi dissentirà da questa visione non andrà certo alla conta o a rischiare di mettersi contro la maggioranza del partito. Ilario Lombardo sulla Stampa invece la fa più complicata:

Lo scenario da incubo che si prospetta a Di Maio, in caso di fallimento con la Lega, è un governo con i dem, dove il M5S potrebbe sentirsi commissariato, e dove è tutt’altro che scontato che il leader grillino possa sedersi a Palazzo Chigi da presidente del Consiglio. Anche perché, Di Maio ne è consapevole, dentro il Movimento c’è chi non aspetta altro e al momento giusto, quando di nuovo i negoziati si saranno incagliati sul suo veto riguardo al premier, romperà il silenzio di questi giorni per chiedere a Di Maio un sacrificio. Nel gruppo parlamentare c’è chi non nasconde le simpatie per il Pd, e tra questi c’è chi ha sempre tifato Fico, anche nella quasi impossibile speranza che sia lui la guida del governo.

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La situazione non è per niente fluida. A meno di immaginare una improbabile spaccatura del MoVimento 5 Stelle o una possibile ma sempre improbabile rottura nel Partito Democratico (che comunque non porterebbe un governo ad avere i numeri in entrambe le camere) è difficile pensare che il Fico Esploratore si trasformi in presidente del Consiglio con la sola imposizione della dialettica. Il risultato più probabile dell’esplorazione di Fico, invece, è che accelererà i tempi delle decisioni all’interno della Lega, dove Salvini ha già cominciato a fare campagna elettorale contro un governo tecnico che non esiste e troverebbe ancora più facile la via dell’opposizione contro un esecutivo che veda dentro “i perdenti delle elezioni”.

Le urne in vista

Elettoralmente anzi il governo PD-M5S favorirebbe proprio la Lega, che potrebbe parlare così agli elettori di destra del MoVimento 5 Stelle facendo notare il “tradimento” di Di Maio e Fico. E potrebbe poi lucrare facilmente dal prossimo appuntamento elettorale, dove il centrodestra potrebbe finalmente così raggiungere quella maggioranza sfiorata il 4 marzo. Con l’obiettivo di governare cinque anni con una maggioranza solida in un prossimo futuro.

governo m5s lega

Gli italiani e il governo (Corriere della Sera, 31 marzo 2018)

È più probabile ad oggi che la leggenda del Fico esploratore quindi ad oggi serva solo a far passare altro tempo o a favorire un’intesa tra Di Maio e Salvini, a prescindere dagli obiettivi che si porrà. Se davvero invece finirà per trasformarsi in un autogoal di Di Maio con la scomparsa della sua candidatura poi il prezzo dovranno pagarlo alle urne tutti. Anche il PD.

Leggi sull’argomento: «Se il M5S si allea con la Lega perderà milioni di voti»

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