Economia
Irreversibile o no, Salvini non vuole uscire dall’euro (e ora chi lo dice ai no euro)?
Giovanni Drogo 21/10/2019
Dopo le polemiche della settimana scorsa sull’uso dell’aggettivo “irreversibile” attribuito a Salvini riguardo alla moneta unica scopriamo che per il leader della Lega non si deve più uscire né dall’Unione Europea né dall’euro. Sentite anche voi il rumore di quelli che si arrampicano sugli specchi per spiegare che questa è sempre stata la posizione della Lega?
Questa mattina a L’aria che tira Matteo Salvini ha risposto ad una domanda. E già questo è un fatto eccezionale. La cosa ancora più interessante è che Salvini ha risposto alla fatidica domanda sull’uscita dall’euro. Perché? Perché la settimana scorsa il Foglio ha pubblicato un’intervista di Annalisa Chirico (non certo un’accesa elettrice del PD) a Salvini e in quell’intervista il leader della Lega diceva – c’è un virgolettato – che «la Lega non ha in testa l’uscita dell’Italia dall’euro o dall’Unione europea. Lo dico ancora meglio, così i giornalisti smetteranno di alimentare fantasie strane: l’euro è irreversibile. Ciò non significa che io abbia cambiato idea su com’è nata la moneta unica: è nata male, per interesse di pochi».
«L‘euro c’è io non sto lavorando per uscire dall’euro »
Quell’intervista aveva scatenato una piccola tempesta nel mondo dei no-euro leghisti. Ma come, si sono chiesti in molti, non è che la Lega ora scarica i no-euro in nome della ragion di Stato, ovvero della volontà di andare al governo alle prossime elezioni politiche? Soprattutto nel campo dei no-euro della Lega in molti si sono affaticati a spiegare che l’intervista era uscita su un giornale “europeista”, «un giornale nostro nemico» ha scritto l’onorevole Claudio Borghi su Twitter – e che quindi non bisognava assolutamente prestarvici fede.
Eppure quel virgolettato era lì. Ed è curioso che tutti si affannassero per spiegare che, no, non era vero che Salvini aveva detto che l’euro è irreversibile senza però notare che il leader del Carroccio ha detto anche che il suo partito non vuole uscire dall’euro o dall’Unione Europea. Si smentisce la scelta dell’aggettivo ma non il significato della dichiarazione di Salvini. E proprio Borghi un paio di giorni dopo la pubblicazione dell’intervista aveva addirittura trovato la “prova” che quel virgolettato era falso.
In che modo? Aveva trovato il video – pubblicato da Radio Radicale – del convegno Giustizia&Crescita: The Young Hope organizzato da Fino a prova Contraria, l’associazione di cui Annalisa Chirico è la presidente. Se andate al minuto 29:30, scriveva Borghi, scoprirete che Salvini non ha mai detto quel famoso “irreversibile” a proposito dell’euro. Ora non è del tutto chiaro se l’intervista pubblicata dal Foglio sia semplicemente la trascrizione di quel colloquio (avvenuto in data 11 ottobre) o se ci siano state anche delle domande fatte dietro le quinte (il pezzo del Foglio è stato pubblicato il 14).
«L’euro è la moneta che c’è e nessuno la mette in discussione adesso anche perché farlo da soli sarebbe un enorme problema»
Salvini in effetti in quel passaggio non pronuncia mai il termine incriminato. Ma per comodità abbiamo trascritto quello che dice a proposito dell’euro, dell’Italexit e di un’uscita dalla moneta unica. La Chirico gli chiede «ma come è possibile che lei abbia ancora questo stigma di quello che vuole uscire dall’euro?» e Salvini dopo aver spiegato che l’Europa non funziona, che il Parlamento Europeo ha poco potere e che la moneta unica è nata male dice «c’hai questa moneta devi fare in modo che si riduca il danno, siamo in europa rimaniamo in europa, la moneta è quella».
Di nuovo la giornalista del Foglio chiede: «lei però pensa che l’italia fa bene a restare in Europa?», Salvini: «siamo in questo contesto e rimaniamo in questo contesto. Non penso ad Italexit per intenderci». Ma Salvini la farebbe una una conferenza stampa con la stampa estera per dire “noi siamo per restare in europa e non vogliamo uscire dall’euro”? La risposta è sì: «ma me l’hanno già chiesto 18 volte e se me lo richiedono lo ripeto». Insomma che sia irreversibile o meno Salvini dice che dall’euro non vuole uscire. Poi se vogliamo discutere sul significato del concetto di irreversibilità, per carità possiamo farlo. Chi di dice che tra 200 anni ci sarà ancora l’euro? Appunto.
Ma noi stiamo misurando quello che vuole fare la Lega oggi. O che farà domani, qualora dovesse andare al governo. Non quello che farebbe la Lega in una situazione ideale che non esiste nella realtà. Oggi Myrta Merlino ha fatto di nuovo la domandina sull’euro. Di nuovo Salvini risponde: «Di irreversibile fortunatamente c’è solo la morte. I giornalisti scrivono tante cose. Sicuramente non siamo qui per far casino e per uscire dall’Europa. Lavoriamo per cambiare le regole europee. La moneta che ci hanno messo in tasca non è una moneta che ha aiutato l’economia italiana però questa è e con questa dobbiamo lavorare e ragionare». L’euro non è irreversibile però ce lo dobbiamo tenere. E Salvini precisa ancora: «l‘euro c’è io non sto lavorando per uscire dall’euro né tanto meno per uscire dall’Europa. Però di irreversibile cosa c’è? Poco o niente». E ancora: «l’euro è la moneta che c’è e nessuno la mette in discussione adesso anche perché farlo da soli sarebbe un enorme problema».
La Lega e i no-euro di Shroedinger
Il senso di tutte queste dichiarazioni messe cronologicamente in fila è che la Lega non vuole uscire dall’euro, non vuole uscire dall’Europa e non vuole farlo da sola perché sostanzialmente sarebbe un suicidio. Ora quelli che un anno fa hanno seguito le vicende dell’ingresso di Paolo Savona nel governo ricorderanno che l’uscita in solitaria, non concordata, era esattamente il senso del famoso Piano B. Naturalmente i no-euro risponderanno che il Piano B non si può certo annunciare in televisione, altrimenti verrebbe meno il suo effetto, e che bene ha fatto Salvini a rassicurare i giornalisti (e gli italiani, perché mica tutti gli elettori della Lega vogliono uscire dalla moneta unica).
Quindi è tattica? Strategia? È indicativo che sabato a Piazza San Giovanni il senatore Alberto Bagnai non abbia parlato esplicitamente di euro (Borghi invece non ha parlato proprio). Oggi Borghi è corso a spiegare a “giornalisti e presunti” che la posizione ufficiale della Lega sull’euro è che “azioni unilaterali sono da evitare” e che “se ci saranno progetti condivisi con altri paesi per cambiare la politica monetaria dell’eurozona li considereremo con interesse”. Insomma anche Borghi dice che l’euro non è irreversibile ma che al momento non si esce dall’euro. O almeno è quello che sembra dire.
Perché nel programma elettorale della Lega del 2018 (curiosamente non esiste un programma per le europee) la Lega sosteneva la possibilità di uscire dall’Unione Europea qualora non venissero ridiscussi tutti i Trattati. In particolare il Trattato di Maastricht, che è quello che istituisce la moneta unica. Di fatto non sarebbe l’Italia ad uscire dall’euro ma semplicemente l’euro cesserebbe di esistere (furbi!). Ma nel programma della Lega si legge anche che il partito ha «sempre cercato partner in Europa per avviare un percorso condiviso di uscita concordata. Continueremo a farlo e, nel frattempo, faremo ogni cosa per essere preparati e in sicurezza in modo da gestire da un punto di forza le nostre autonome richieste per un recupero di sovranità».
Il che non è esattamente quello che ha detto Salvini né quello che ha scritto Borghi. Anzi non risulta che Borghi abbia fatto un passo indietro rispetto alle sue famose “regole”, in particolare la numero sei e la numero nove, quelle dove si spiega agli elettori che la Lega è ancora no euro e il senso della frase “ridiscutere i trattati”. Ci sono quindi tre nuove domande da fare a Salvini. La prima è quanto peso hanno Borghi e Bagnai nel dare forma alle politiche della Lega in materia di UE e euro. La seconda è la Lega è ancora quel partito che vuole restare all’interno della UE solo a condizione di ridiscutere il trattato di Maastricht per tornare alla CEE (senza euro)? La terza invece è: nel programma elettorale della Lega per le prossime politiche ci sarà l’uscita dall’euro (o sotto forma di “ridiscutere i trattati” o in maniera più esplicita)? Perché fino a quando Salvini non farà chiarezza su questi tre punti chi può veramente dire che la Lega ora vuole stare nell’euro? E quanto invece è il solito disco per tenere buoni i no euro? Se invece prestiamo fede a quanto dice Salvini quando parla di ridiscutere le regole europee (non i trattati) assieme agli alti e teniamo conto della sconfitta dei sovranisti in Europa possiamo dire una cosa: l’euro per ora non viene messo in discussione.
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