La fake news di Bersani che voleva i minibot e perchè è pericolosa

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-06-10

Ha suscitato molte polemiche un articolo pubblicato su La Verità che “svela” che nel 2013 anche il PD “portava sugli scudi la stessa proposta” della Lega sui Minibot. Ma l’autore Antonio Grizzuti confonde i lettori su titoli di Stato e banconote del Monopoli di Borghi. Per la legge del contrappasso qualcuno ha ritrovato alcuni suoi articoli in cui criticava fortemente tre importanti proposte della Lega: la flat tax, l’abolizione della Fornero e la revisione delle regole europee per fare più deficit. E non crederete mai a cosa scriveva all’epoca su Salvini

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Antonio Grizzuti è un giornalista de La Verità. Ultimamente è molto impegnato a difendere alcune misure pseudo-economiche della Lega. Ad esempio prendendo posizione sulla questione dei Minibot ha rinfacciato al segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti che nel 2013 l’allora segretario del PD Bersani aveva proposto di emettere dei titoli di Stato per ripagare i debiti della pubblica amministrazione.

La bufala di Bersani che voleva i minibot

Magicamente su La Verità (il quotidiano di Maurizio Belpietro) questa proposta viene equiparata a quella dei minibot per dire sostanzialmente che “quando li proponevano loro” (Passera, Bersani e Giampaolo Galli) allora andavano bene. Cosa? Quel “li” è un indizio: i minibot. Oggi che invece a dire le “stesse” cose sono gli economisti della Lega hanno cambiato opinione. Il punto che il giornalista sembra non voler cogliere è che un conto è proporre di emettere titoli di Stato (Bot, BtP) per pagare i debiti della PA un altro invece è quello di creare i “minibot” che hanno tutt’altro significato e tutt’altra portata.

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La differenza principale tra i due strumenti è che i Bot hanno un rendimento e che alla scadenza soldi prestati devono essere restituiti, i minibot invece sono al portatore, non hanno scadenza e possono essere usati come moneta. Una moneta parallela all’euro. Inoltre al momento dell’emissione i titoli di Stato vengono conteggiati nel debito pubblico, quelli della Lega invece no.

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Dire che Bersani e colleghi hanno sostenuto in passato la necessità di fare nuovo debito pubblico per pagare i debiti dello Stato nei confronti delle aziende sia la stessa cosa di dire che nel 2013 o nel 2011 governi di tutt’altro colore politico volevano uno strumento “simile” ai minibot è una fregnaccia, una balla, una fake news. Lo è perché i due strumenti sono diverse sottostanno a regole diverse.

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L’idea però è quella di far vedere quanto siano incoerenti quelli de sinistra che avversano una proposta della Lega solo per partito preso oppure per paura delle “ritorsioni” della UE. Questo racconto però distorce la verità storica dei fatti e spinge il lettore a credere che anche da sinistra un tempo volessero i minibot con il “quando li proponevano loro“. Ma titoli di Stato e minibot non sono due strumenti analoghi. Grizzuti dice che nel suo articolo del 9 giugno non è scritto che Bersani ha proposto i minibot. È vero, è scritto così: «avete capito bene, solo sei anni fa il PD portava sugli scudi la stessa proposta sulla quale pochi giorni fa non ha esitato a sputare sopra». Dire che la proposta di Bersani  è la stessa proposta contenuta nella mozione votata il 28 maggio equivale a dire (se la grammatica non è un’opinione) che Bersani ha proposto i minibot. Avete capito bene?

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Perché non si trattava appunto di minibot ma di fare nuovo debito pubblico per pagare i debiti della PA. Un debito che va finanziato sui mercati (non come i minibot) e restituito alla scadenza con gli interessi. A questo punto tanto vale far passare l’idea che Btp, Bot e Minibot siano la stessa cosa. Sarà ancora più facile trovare un governo che ha proposto di fare un po’ di debito in più per finanziare la spesa o che ha emesso titoli di Stato (sì, lo hanno fatto tutti i governi).

Quando Antonio Grizzuti andava a caccia delle bufale della Lega e di Salvini

L’Internet però è un posto molto strano. Quando ti diverti a scavare nel passato delle dichiarazioni dei politici rischi di imbatterti negli appelli e delle dichirazioni di quei giornalisti che oggi, come Grizzuti, sembrano essersi (legittimamente, per carità) schierati a fianco della Lega. E siccome a nessuno piace che le proprie parole vengano distorte o mal riportate ecco che il professor Riccardo Puglisi scopre che qualche tempo fa il giornalista de La Verità aveva tutt’altra opinione sulla Lega e su Salvini.

Di nuovo: è perfettamente legittimo cambiare idea. Ma al tempo stesso è doveroso farsi qualche domanda. Come mai nel 2015 Grizzuti sull’Huffington Post di fronte agli attacchi di Salvini alla riforma delle pensioni e alla Legge Fornero scriveva «giù le mani dalla riforma Fornero!». Qualche mese dopo Grizzuti analizzava il programma della Lega di Salvini su Strade Online con un bel fact checking sulle ricette economiche leghiste. La Lega non ne usciva benissimo: bocciata la proposta di una Flat Tax al 15% giudicata di difficile applicazione dal punto di vista costituzionale e insostenibile dal punto di vista economico a causa del costo: 40 miliardi di euro.

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Eppure per Borghi i minibot assieme alla Flat Tax sono uno dei due pilastri dello shock fiscale annunciato da Salvini. Bocciata l’abolizione della Fornero, addirittura considerata illiberale e dal costo esorbitante (80 miliardi sul lungo periodo). Bocciata anche l’idea di rivedere i vincoli europei (altro cavallo di battaglia di Salvini&Borghi). Scriveva Grizzuti: «La possibilità di ottenere deroghe al fiscal compact è cosa assai improbabile, senza parlare dell’impatto negativo che potrebbe avere sui nostri rating, sul costo del debito e sulla tenuta dei nostri conti pubblici. Qualora si trattasse di uno sforamento limitato nel tempo si porrebbe poi il problema di rientrare nei parametri previsti dai trattati, con il rischio di dover ricorrere a misure di austerità».

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Chissà come si è passati da affermazioni come quelle a frasi come “Capite? Parla della UE e dell’italia come se fossero cose di sua proprietà?” in riferimento al Commissario europeo Moscovici e alle sue dichiarazioni sulla procedura per deficit eccessivo a carico del nostro Paese.

Leggi sull’argomento: Mario Guarente: il sindaco leghista di Potenza che disprezzava Salvini e difendeva i migranti (e Papa Francesco)

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