La pubblicità di Google contro la direttiva copyright UE

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-01-07

Google compra oggi una pagina pubblicitaria sul Fatto Quotidiano per dire la sua sulla direttiva copyright che il Parlamento Europeo ha rinviato dopo le critiche giunte dalle tante associazioni che vivono grazie a Internet. Google in questo momento si trova in una situazione di trattativa rispetto alla direttiva, dimostrata dalla frase “serve una soluzione che consenta …

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Google compra oggi una pagina pubblicitaria sul Fatto Quotidiano per dire la sua sulla direttiva copyright che il Parlamento Europeo ha rinviato dopo le critiche giunte dalle tante associazioni che vivono grazie a Internet. Google in questo momento si trova in una situazione di trattativa rispetto alla direttiva, dimostrata dalla frase “serve una soluzione che consenta agli editori, piccoli e grandi, di scegliere liberamente e apertamente come i lettori possono accedere ai contenuti“.

google fatto
La pubblicità di Google sul Fatto Quotidiano (7 gennaio 2019)

L’azienda invita a leggere un link in cui si spiegano tutte le conseguenze che potrebbe avere Google (e di riflesso i suoi utenti) dall’approvazione della direttiva:

google direttiva copyright

Poi punta il dito sulle conseguenze per gli editori di news: «La versione della legge sul copyright proposta dal Parlamento europeo richiederebbe ai motori di ricerca online di introdurre licenze che potrebbero costringerli ad avviare una selezione dei contenuti da includere ed escludere. Ciò probabilmente andrebbe a vantaggio dei grandi editori e limiterebbe il flusso di traffico di quelli più piccoli, rendendo più difficile per pubblicazioni minori, di nicchia o nuove trovare un pubblico e generare entrate». E segnala quali possibili modifiche della direttiva sarebbero gradite a Google:

– I servizi che agiscono con diligenza per proteggere i titolari dei diritti non dovrebbero essere ritenuti responsabili di violazioni del copyright senza preavviso.

– I titolari di diritti e le piattaforme dovrebbero lavorare assieme per identificare la proprietà dei diritti.

– Agli editori dovrebbe essere data la libertà di scegliere in che modo rendere disponibili online i loro contenuti.

Delle soluzioni proposte la più interessante è la terza, perché fa immaginare quale potrebbe essere il futuro possibile di taluni servizi come Google News: se i grandi editori insistono sulla violazione del copyright a causa della pubblicazione delle headlines sul motore di ricerca, Mountain View potrebbe semplicemente escludere dalle fonti chi non lo autorizza esplicitamente a essere inserito. Così gli editori potrebbero godere delle interessanti conseguenze della loro decisione. Conseguenze per i piccoli, che accetteranno, e per i grandi, che negheranno questa possibità. Basterebbero sei mesi di risultati per far cambiare idea a molti.

Leggi sull’argomento: Il lato oscuro della direttiva sul copyright che i giornali non vi hanno raccontato

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