Giulio Centemero e le 14 operazioni sospette delle società della Lega

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-11-19

Il Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza ha svolto un’analisi pre-investigativa su 14 segnalazioni sospette che riguardano società in orbita della Lega. L’appunto è agli atti dell’indagine della procura di Roma su Giulio Centemero, anche se le operazioni non sono oggetto di inchiesta

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Il Nucleo di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza ha svolto un’analisi pre-investigativa su 14 segnalazioni sospette che riguardano società in orbita della Lega. L’appunto, racconta oggi Il Fatto Quotidiano in un articolo a firma di Valeria Pacelli, è agli atti dell’indagine della procura di Roma su Giulio Centemero, anche se le operazioni non sono oggetto di inchiesta.

Giulio Centemero e le 14 operazioni sospette delle società della Lega

Centemero, tesoriere della Lega, è accusato di finanziamento illecito per i 250mila euro che la Onlus leghista Più Voci ha ricevuto tra dicembre 2015 e febbraio 2016 dalla Immobiliare Pentapigna SRL, riconducibile all’epoca a Luca Parnasi. La procura ha di recente chiuso le indagini su di lui e su Francesco Bonifazi, ex tesoriere PD e attuale senatore di Italia Viva. I magistrati a breve decideranno se chiedere il processo o meno. Spiega Il Fatto:

Agli atti di questa inchiesta vi è quindi l’analisi pre-investigativa del Nucleo Valutario, riversata in un’informativa dei colleghi del gruppo investigativo criminalità economico-finanziaria. Si comincia dunque dai 250 mila che la “Più Voci”riceve in passato dalla Immobiliare Pentapigna. Parte di questo denaro –50 mila euro – “è stato a sua volta bonificato sul conto corrente” di Radio Padania.

“Quest’ultima –continuano i finanzieri –tra il 2016 e il 2017 ha trasferito 368.565 euro (provenienti principalmente della dismissione delle frequenze radiofoniche) alla Sdc srl a titolo di pagamento fatture”. Poi i soldi dalla Sdc srl arrivano “tramite bonifici con causale riferita a fatture”a diversi soggetti: Centemero,  Alberto Di Rubba (estraneo all ’indagine romana) e Andrea Manzoni, revisori legali della Lega alla Camera e al Senato.

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Secondo un altro documento della Banca d’Italia, a Di Rubba sono arrivati 198 mila euro, a Manzoni 171 mila, a Centemero circa 62 mila. Dalla Sdc Srl partono anche due bonifici verso società in orbita leghista: la Studio Dea Consulting srl (poi divenuta Partecipazioni Srl, con amministratore unico Di Rubba), e la Studio Cld srl, ora cancellata ma di cui era unico socio la Partecipazioni Srl. La parecchio attiva Dea Consulting C’è altro. Per i finanzieri la Studio Dea Consulting ha versato il capitale sociale di altre due società “nonostante la sua formale estraneità alla compagine societaria di entrambe”.

La Vadolive e Luca Morisi

E quali sono queste società? Sono la SDC Srl e la Vadolive, che abbiamo già incontrato qualche tempo fa. L’amministratore unico è Davide Franzini, presidente del CdA di Radio Padania Società Cooperativa e estraneo all’indagine romana.

La Sdc Srl,come ricostruito dai finanzieri, ha ricevuto anche soldi pubblici. I fondi sarebbero transitati tramite la Immobiliare Andromeda Srl che dopo aver ricevuto 800 mila euro“derivanti da un contributo erogato dalla Regione Lombardia di un milione di euro”da parte dalle Fondazione Lombardia Film Commission, “ha elargito 178.450 euro alla Sdc srl”e per il tramite di due società altri 100milaalla Taac (amministratore unico Di Rubba). “I fondi –è scritto – sono stati impegnati per l’acquisto di un immobile concesso in locazione alla Dea Consulting”.

Le Fiamme gialle notano anche altro. Ossia che presso la Partecipazioni Srl (già Studio Dea Consulting) hanno sede anche alcune società partecipate dalla fiduciaria italiana Seven Fiduciaria Srl “controllata dalla Sevenbit srl, a sua volta partecipata dalla Blue Srl riconducibile ad Alessia Berlusconi, nipote di Silvio”.

vadolive barista lega 1

La Vadolive è la società a cui la Lega ha dato 480mila euro l’anno per la promozione social. “La provvista derivante dalle rate di 36 mila euro accreditate sino al 4 dicembre 2018”sul conto della Vadolive – è scritto nell’appunto del Nucleo Valutario – “è stata utilizzata per bonifici diretti a soggetti titolari di incarichi di fiducia conferiti”da Salvini. Tra questi si citano: Luca Morisi, l’ex capo dell’ufficio stampa del Ministero dell’Interno Matteo Pandini, alcuni titolari di incarichi di collaborazione stampa, come Leonardo Foa, figlio del presidente Rai Marcello. Di questo si parlava in un servizio di Report del giugno scorso:

Il 2 maggio 2018, a due mesi dalle elezioni, la cognata di Alberto Di Rubba, Vanessa Servalli, apre una società: la Vadolive srl. Di Rubba, con Andrea Manzoni, è uno dei due collaboratori di Giulio Centemero, tesoriere della Lega indagato a Bergamo per finanziamento illecito. Il gruppo della Lega di Salvini al Senato sottoscrive con questa società un contratto da 480mila euro per comunicare le attività della Lega sui social network, ovvero fare il mestiere di Luca Morisi. La cognata di Di Rubba ha un bar a Clusone in provincia di Bergamo. Subito dopo la scena si sposta su Vanessa Servalli, che viene intercettata nel suo bar dove il giornalista le chiede come mai lei abbia aperto una società che ha ricevuto i 480mila euro della Lega. “Lei non sa nulla e l’hanno messa lì per qualcun altro?”, le chiede. Il contratto è stato interrotto dopo qualche mese ma una parte dei soldi sono arrivati ai membri dello staff di Salvini che avevano già un contratto fiduciario con il ministero dell’Interno (che ci costa un migliaio di euro al giorno): si parla di 87mila euro.

vanessa servalli vadolive

Subito dopo Report ascolta il senatore e capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo, a cui chiede perché hanno sottoscritto il contratto da 480mila euro con la società Vadolive. Il parlamentare, intercettato in strada mentre sta andando a votare sul decreto Sbloccacantieri, non ha tanta voglia di rispondere. Sigfrido Ranucci spiega che il contratto stipulato con la Vadolive, fondata otto giorni prima e di proprietà della barista che è cognata del direttore amministrativo del gruppo: “E’ legale tutto questo?”, si chiede il conduttore, “Sì, è legale perché la legge permette che si possano affidare i soldi pubblici a chi dicono loro purché siano spesi e rendicontati per le attività istituzionali del gruppo“.

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