Opinioni
Le scuse in codice di Giancarlo Cancelleri
Alessandro D'Amato 01/11/2017
Ieri vi abbiamo raccontato perché Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio avessero improvvisamente sentito il bisogno di scrivere due status identici alle 23 sulle loro pagine Facebook spiegando che «La competenza professionale di chi ha redatto il ricorso per le regionarie siciliane è fuor di discussione». Oggi anche Giancarlo Cancelleri ha scritto la stessa […]
Ieri vi abbiamo raccontato perché Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio avessero improvvisamente sentito il bisogno di scrivere due status identici alle 23 sulle loro pagine Facebook spiegando che «La competenza professionale di chi ha redatto il ricorso per le regionarie siciliane è fuor di discussione». Oggi anche Giancarlo Cancelleri ha scritto la stessa cosa sul social network blu.
Il motivo è uguale a quello che ha mosso i due leader nazionali del M5S, con un’aggravante: a chiamare ripetutamente “azzeccagarbugli” (addirittura in tv) e a offendere la professionalità di Lorenzo Borré, il legale romano che segue il ricorso di Mauro Giulivi contro il MoVimento 5 Stelle e che ha già avuto il riconoscimento della ragione nella causa civile intentata a Palermo. L’affermazione, come si scriveva qui ai tempi, era offensiva in primo luogo nei confronti del tribunale, che ha accolto totalmente le motivazioni del ricorso – che quindi non era roba da azzeccagarbugli, altrimenti sarebbe stato respinto – e poi anche nei confronti di chi si stava muovendo nei limiti di legge per far rispettare i propri diritti.
Dopo le scuse pubblicate da Cancelleri – e in una giornata per il M5S funestata anche dal caso delle minacce di Angelo Parisi, assessore in pectore M5S, a Ettore Rosato – c’è però anche qualcuno che è duro d’orecchi. Come questo commentatore sulla pagina di Cancelleri, che, nonostante il giudice abbia dato ragione ai ricorrenti, accusa “le azioni intraprese” di avere “un fondamento non giuridico ma politico”: evidentemente c’è anche chi nmon si sa arrendere nemmeno di fronte all’evidenza o non capisce molto di quello che gli succede intorno.
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