La caccia al grillino per le Regionarie M5S sospese in Sicilia

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-09-14

“Un amore così grandeee”: Mauro Giulivi riceve minacce di morte su Facebook e il suo avvocato viene ripetutamente insultato. Intanto il blog di Grillo non ha ancora pubblicato la sentenza che sospende l’esito delle consultazioni che hanno incoronato Cancelleri. E tra i deputati sospesi c’è chi offre solidarietà e chi sta in silenzio

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La caccia al grillino reprobo è cominciata. La notizia della sospensione delle Regionarie del MoVimento 5 Stelle in Sicilia a causa del ricorso di un attivista, Mauro Giulivi, ha scatenato una caccia all’uomo. Non certo nei confronti dei responsabili delle decisioni che hanno portato il tribunale a dare per ora ragione a Giulivi, ma nei confronti di chi ha fatto causa e del suo avvocato Lorenzo Borré.

La caccia al grillino per le Regionarie M5S in Sicilia

Ieri Mauro Giulivi su Facebook ha denunciato di aver ricevuto minacce di morte e ha pubblicato una serie di commenti e messaggi privati che lo ingiuriavano “a futura memoria”, dicendo anche di aver segnalato il tutto alla polizia postale. “Si è passati da una storia che poteva risolversi con una telefonata alle minacce di morte! E’ veramente triste leggere così tanto odio, così tanta disinformazione, così tanta ignoranza. Il tutto per cosa? Perché un comune cittadino cerca di far valere un proprio diritto?”, ha scritto Giulivi su Facebook.
mauro giulivi minacce morte
Non solo. Marika Cassimatis, ex candidata sindaca a Genova del M5S poi cacciata da Beppe Grillo, su Facebook ha pubblicato anche questo altro messaggio, tratto dal blog di Beppe Grillo, in cui si parla – è una bufala – di “Patrocinio PD” per le cause intentate allo scopo di far rispettare le sue stesse regole al MoVimento 5 Stelle. Giulivi ha ricevuto la solidarietà del candidato governatore Giancarlo Cancelleri, che ha parlato in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera: «Sono azioni da condannare senza se e senza ma. A lui va comunque la mia solidarietà». Un’affermazione che Cancelleri non ha ripetuto in nessuno dei canali pubblici a sua disposizione sui social network e sul blog di Grillo.
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L’azzeccagarbugli e il MoVimento

Intanto ieri della vicenda hanno parlato Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio, con toni molto simili. Ciascuno dei due big del M5S, come se si fossero messi d’accordo o avessero ricevuto un ordine, ha parlato di “ricorso da azzeccagarbugli” con cui “vogliono provare a fermare” il MoVimento 5 Stelle. L’affermazione è offensiva in primo luogo nei confronti del tribunale, che ha accolto totalmente le motivazioni del ricorso – che quindi non è roba da azzeccagarbugli, altrimenti sarebbe stato respinto – e poi anche nei confronti di chi sta muovendo nei limiti di legge per far rispettare i propri diritti.

luigi di maio azzeccagarbugli
Intanto, scrive La Stampa, Grillo con i suoi legali è pronto a piazzare in mano al giudice una contromossa: sostenere che in qualità di capo politico e garante è nelle sue prerogative dichiarare come legittimo il voto del 9 luglio che ha incoronato Giancarlo Cancelleri e che il tribunale di Palermo ha sospeso. Ma intanto dovrebbe attenersi alle disposizioni del tribunale. Claudia Spiga aveva infatti sentenziato nell’ordinanza: «In ragione del numero dei litisconsorti e della innegabile esigenza di rapida definizione del procedimento, sussistono i presupposti per prescrivere ex art. 151 c.p.c., che la notifica del ricorso e del presente decreto siano eseguite mediante pubblicazione sul sito internet del MoVimento 5 Stelle».

I silenzi dei siciliani

Tuttavia la sentenza non è ancora stata pubblicata sul blog di Grillo. Ma Cancelleri, nell’intervista di oggi al Corriere, ha detto che verrà fatto tutto presto: «Certo, rispettiamo sempre le decisioni dei giudici». Mauro Giulivi intanto ieri ha incassato ieri la solidarietà di Riccardo Nuti, deputato eletto a Palermo nel M5S e nel frattempo sospeso e rinviato a giudizio per la vicenda delle firme false. «Ad Aprile 2017 per attacchi alla magistratura mai fatti e inesistenti, a me e due colleghe è stato intimato di sospenderci dal gruppo parlamentare, per attacchi veri alla magistratura ho la sensazione che non accadrà nulla», ha scritto Nuti nello status. E le due colleghe chi sono?

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I tre deputati nazionali del M5S coinvolti nel caso delle firme false di Palermo

Si tratta di Giulia Di Vita e di Claudia Mannino, che però, a differenza di Nuti, non hanno offerto alcuna solidarietà a Giulivi, compagno di Chiara Di Benedetto, anche lei silente sulla vicenda. Delle due deputate sospese soltanto la Di Vita ha fatto riferimento alla vicenda, parlando di “attacchi alla magistratura” da parte di “politici di nuova generazione”: il riferimento sembra essere a Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, ma l’attacco dei due non è alla magistratura ma nei confronti dell’avvocato di Giulivi, Lorenzo Borré.
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Lo status di Giulia Di Vita sugli attacchi alla magistratura

La Di Vita ha ovviamente scatenato un pandemonio nel suo status, dove in molti l’hanno accusato di fare il gioco del nemico con le sue critiche. Lei ha risposto affermando che ha tentato di rientrare nel M5S e dare le sue spiegazioni ma “ormai è finita”:
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Il 18 settembre è fissata l’udienza per il caso Giulivi. Il tribunale potrebbe confermare la sospensione delle Regionarie a 5 Stelle e invalidare il risultato. Pretendendo la ripetizione del voto o sulla sola Palermo o addirittura in tutta la Sicilia, compresa l’elezione del candidato governatore.

Leggi sull’argomento: Mauro Giulivi: l’iscritto M5S che chiede l’annullamento delle Regionarie in Sicilia

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