Cosa c'entra un dirigente corrotto con Libera, le spiagge di Ostia, la "finta antimafia" e il M5S

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-12-17

Paolo Ferrara, capogruppo del M5S a Roma, si complimenta con la polizia per l’arresto di Franco Nocera. Che è il dirigente dell’ordinanza rimasta seppellita per sei anni che causò l’abbandono da parte di Libera della spiaggia che prima dell’associazione antimafia era stata gestita dal suo “conoscente” che però aveva “piccoli problemi con la giustizia”. Piccola storia di una figuraccia per la quale nessuno però ha ancora chiesto scusa

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«Voglio congratularmi con gli agenti della squadra mobile della Questura e del commissariato di Ostia per l’operazione ‘Regali di cemento’»: così Paolo Ferrara, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Assemblea Capitolina, ha accolto l’arresto di Franco Nocera, dirigente del X Municipio, posto ai domiciliari insieme a due imprenditori dopo essere stato videoregistrato in un incontro nel suo ufficio con l’imprenditore Stefano Polverini (anche lui finito ai domiciliari) durante il quale quest’ultimo, che sarebbe stato favorito nell’iter delle pratiche presentate all’ufficio tecnico del Municipio diretto all’epoca da Nocera, gli avrebbe consegnato una somma di denaro a titolo “di parziale corrispettivo per la sua corruzione”.

Il M5S, Libera e la Spiaggia Libera SPQR

Una brutta storia di corruzione, una delle tante che hanno funestato il litorale romano negli ultimi anni. Ma la vicenda presta anche l’occasione per raccontare una vecchia vicenda che ha per protagonista proprio Franco Nocera di cui ha parlato oggi su Repubblica Roma Davide Bellasio: nel 2010 in una determina dirigenziale Nocera bolla come abusivo un chiosco che si trova su una spiaggia in concessione a Ostia e che all’epoca è gestito da Roberto Bocchini e successivamente gli viene revocato per altre irregolarità e viene assegnato nel 2014 con bando a Libera e all’Uisp, lasciate del tutto ignare dell’abuso. Ma quella determina rimane in un cassetto per anni.

Tanto che il Municipio con lettera protocollata, aveva comunicato in data 18 Marzo 2015 l’esatto contrario: che la struttura era parte della dotazione della spiaggia e regolarmente utilizzabile ai fini di una migliore erogazione dei servizi. La determina del 2010 è un atto totalmente sconosciuto alle associazioni Uisp, Libera e Le Gran Coureur. Poi accade qualcosa. Nocera, racconta Repubblica Roma, nel 2016 manda quel foglio tramite WhatsApp alla dirigente del X Municipio, Cinzia Esposito. Le cronache dell’epoca raccontano che il documento viene reso noto dal Municipio all’ATI (associazione temporanea di imprese) non in sede di bando, né tanto meno di firma della convenzione con lo stesso X Municipio, ma solo in data 30 Marzo 2016 a seguito di un esposto presentato dall’ATI affidataria alla Procura di Roma.

Quando Franco Nocera fece cacciare Libera dalla spiaggia

«L’emergere oggi di tale determina – commentava all’epoca Libera – rende di fatto nullo il bando e la convenzione stessa. Ancora una volta tante ombre avvolgono il X Municipio con documenti sconosciuti che improvvisamente ricompaiono in precisi momenti. Del resto il fatto che questi documenti appaiano oggi non è casuale: a ridosso dell’apertura della stagione balneare, mettendo in crisi un progetto, sotto il profilo economico e di immagine per le associazioni affidatarie della spiaggia». Cos’era successo di preciso? Oggi un comunicato di Libera riepiloga chiaramente l’accaduto con tanto di nomi e cognomi:

Libera e Uisp presentano un esposto il 30 Marzo 2016 presso la Procura di Roma. La sera di quel giorno vengono ricevute in municipio, dalla direttrice insieme con altri funzionari e dirigenti. In particolare Franco Nocera, dirigente del municipio in ambito di edilizia privata, presenta un documento importante: è un’ordinanza di demolizione di abusi indirizzata alla cooperativa che gestiva la spiaggia prima di Libera e Uisp. Un’ordinanza del 2010, di sei anni prima, da eseguire allora entro 30 giorni ed evidentemente mai eseguita, che chiede di abbattere un manufatto presente sull’arenile, il chiosco.


Responsabile di quel procedimento era proprio Nocera. Il direttore dell’epoca è Aldo Papalini, anche lui arrestato e già condannato per corruzione, per aver favorito perfino gli interessi del Clan Spada sugli stabilimenti balneari. L’ordinanza era stata omessa dal bando di gara, dalla convenzione e dalle comunicazioni, compresa quella del direttore del municipio che affermava che il chiosco fosse acquisito a demanio marittimo. Per questo alla fine Libera e UISP lasciano la spiaggia il 26 aprile 2016. In seguito ai rilievi dell’ANAC il bando del 2014 viene annullato.

Proprio la spiaggia della lite tra M5S e Libera

Ma il comunicato di Libera ricorda anche che quello era il lido che gestiva «Roberto Bocchini, amico dei “neri” e poi degli emergenti 5S Paolo Ferrara e Davide Barillari». Qualche tempo prima dei fatti che hanno coinvolto l’oggi arrestato Nocera infatti ci fu quella che potremmo tranquillamente definire come la più grossa cantonata politica presa dal MoVimento 5 Stelle romano: quella della falsa relazione antimafia desecretata e della conferenza stampa (di cui sopra potete ammirare il video) in cui tutto il gotha romano di M5S, da De Vito a Barillari, da Ferrara a Ruocco e Di Pillo, con tanto di Raggi e Frongia e insieme alla special guest Giarrusso, presentò un dossier di 42 pagine sulla mafia nel litorale romano (per il quale oggi un consigliere regionale minaccia querele) che si rivelò poi un cumulo di bufale e false accuse.

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Alcune foto della cena di chiusura della campagna elettorale del M5S all’Amanusa

Quella storia ha però un antefatto che riguarda proprio quella spiaggia e Paolo Ferrara, che oggi guida il gruppo del M5S in Campidoglio. Prima di Libera, dicevamo, questa era gestita da Roberto Bocchini e con essa quel famoso chiosco che era stato dichiarato abusivo in una determina dirigenziale di Nocera che risale al 2010 ma era rimasta però per sei anni nel cassetto. La spiaggia si chiamava Amanusa e ai 5 Stelle doveva essere nota visto che ci hanno organizzato un aperitivo elettorale a conclusione della campagna quando proprio Ferrara era candidato al municipio nel 2013. Bocchini e Ferrara a quanto pare erano amici, anche se in un’intervista al Tempo del settembre 2015 l’attuale capogruppo M5S in Campidoglio disse «Lo conosco, ma non è mio amico».

La spiaggia Amanusa e Paolo Ferrara 

Il giorno prima invece Ferrara lo aveva proprio definito amico, e per questo Bocchini si era risentito molto il giorno dopo quando era stato derubricato a conoscente a mezzo stampa. Il problema diplomatico tra i due conoscenti-amici-compagni di scuola era stato generato non certo dalla scoperta dei “piccoli problemi di giustizia” di Bocchini ma proprio dalla polemica che era nata dopo l’articolo del Tempo sul dossier dei 5 Stelle depositato all’Antimafia.
paolo ferrara roberto bocchini 1roberto bocchini paolo ferrara
Come ricordò Alfonso Sabella in quella che rimarrà alla storia come la lettera del “Me Cojoni”: «Nell’articolo del Tempo che illustra il vostro dossier guarda caso si tratta anche del ruolo oscuro che, secondo voi, avrebbe avuto a Ostia perfino l’avvocato Rodolfo Murra che è proprio colui che, nei due mesi in cui ha diretto il Municipio di Ostia, ha scoperto i precedenti penali di Bocchini e gli ha tolto la gestione della spiaggia ed è pure l’avvocato che ha vinto i ricorsi prima al Tar e poi al Consiglio di Stato; come sapete benissimo la spiaggia SPQR a Ostia dà fastidio ai balneari perché introduce un nuovo e libero modo di accesso al mare e sempre Ferrara è colui che ha organizzato un incontro occulto tra almeno una deputata del vostro Movimento e i predetti imprenditori “onesti”…e che sono proprio i maggiori interessati a far fallire il modello di balneazione proposto da UISP e Libera». Ferrara per tutta risposta annunciò una querela per Sabella.

Un’eterna ghirlanda brillante

La storia di Nocera, quella della falsa “relazione antimafia desecretata” e quella dell’amicizia tra Bocchini e Ferrara, oltre a quella degli incontri pericolosi con i balneari nei locali di proprietà del CONI oltre a quella della sciocca guerra del MoVimento 5 Stelle a Libera a colpi di dossier con informazioni false o esagerate hanno un denominatore comune: le spiagge di Ostia. Anzi: a ben guardare ne hanno anche un altro. Ovvero quella tendenza da parte di personaggi autorevoli tra i grillini romani a prendere clamorose cantonate nella valutazione degli interlocutori e ad essere particolarmente creduloni nei confronti di denunce campate in aria che hanno come obiettivo gli avversari politici.
paolo ferrara amanusa
Se ci pensate bene, è la stessa miscela di scarsa capacità di discernimento e pressappochismo che portò qualche tempo fa l’attuale presidente del X Municipio Giuliana Di Pillo, non a caso presente nella conferenza stampa sul dossier sulla mafia a Ostia, ad accusare Athos De Luca di essere vicino a Buzzi a causa dell’errata e superficiale lettura di una relazione del prefetto di Roma su Mafia Capitale che in quel punto stava invece soltanto elencando i consiglieri comunali in carica in quegli anni e per questo citava nella stessa tabella di De Luca anche Virginia Raggi. Anche in quella occasione come in questa della spiaggia che ha visto l’oggi arrestato Nocera – che però potrebbe essere definito anche lui “uno dei 23mila dipendenti del Campidoglio”, come successe ad altri – tra i protagonisti a 5 Stelle non si vede l’ombra di comportamenti penalmente rilevanti (al netto delle tante querele incrociate per diffamazione annunciate). Si vede solo pressappochismo. Che però porta a fare figure non proprio eccellenti delle quali poi nessuno chiede mai scusa assumendosi la responsabilità di dire: “Ok, ho sbagliato”. Il problema – e il pericolo – è tutto qui.

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