Le foto hot di Giulia Sarti nelle chat dei deputati

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-03-14

La storia si arricchisce di ulteriori dettagli miserabili: “Un onorevole che guarda di nascosto le immagini di un’altra onorevole che fa l’amore. La Sarti in queste ore non si fa vedere, è comprensibile. Le sue immagini sono diventate virali anche dentro al palazzo”

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La storia delle foto hot di Giulia Sarti (e del video che non è suo ma circola in un tripudio di emoticon ammiccanti tra tanti cellulari di deficienti eletti o iscritti all’Ordine dei Giornalisti) si arricchisce di ulteriori particolari miserabili. Il primo è quello raccontato oggi da Tommaso Rodano sul Fatto: “un onorevole che guarda di nascosto le immagini di un’altra onorevole che fa l’amore. La Sarti in queste ore non si fa vedere, è comprensibile. I colleghi invece la scrutano sui loro cellulari. Le sue immagini sono diventate virali anche dentro al palazzo”.

Le foto hot di Giulia Sarti nelle chat dei deputati

In realtà, come abbiamo spiegato ieri, quel video non ritrae Giulia Sarti perché la ragazza ritratta ha sul braccio un tatuaggio che l’onorevole non ha. Ma il dettaglio ha la virtù di aggiungere ridicolo al ridicolo di una situazione che è sempre più disperata (per una donna che subisce questa macchina del fango) e sempre meno seria (per il gruppone di eletti della Repubblica e giornalisti di una certà età che ammicca e inoltra come se non ci fosse un domani).

video giulia sarti

E appurato che tra gli eletti non ci sono certo solo colleghi dell’opposizione o della maggioranza ma anche iscritti ai gruppi parlamentari del M5S, nei capannelli del transatlantico se ne parla, ma con pudore, senza battute o allusioni pruriginose, né distinzioni di partito.

C’è un senso di vergogna che attraversa quasi tutti, dai deputati di LeU fino a quelli di Fratelli d’Italia. Solo uno dei leghisti alla prima legislatura minimizza con parole ruspanti: “Ma sì, ma chissenefrega, è come la storia della scopata in bagno… sono discorsi da bar”. Si riferisce all’altro episodio che ha tenuto banco tra i parlamentari in questi mesi: un deputato del Carroccio e una del Movimento che sarebbero stati scoperti durante un rapporto nella toilette della Camera. […]

Ieri intanto il M5S ha fatto filtrare un messaggio distensivo: il verdetto contro di lei non è scontato e ci vorrà “tutto il tempo necessario per far luce e dare un giudizio equilibrato”. Ma fonti dei 5Stelle sostengono che l’espulsione di Sarti rimane inevitabile. Anche se ora la priorità è sgonfiare l’attenzione sul caso e alleggerire la pressione su una donna che sta vivendo giornate terribili.

La7 intanto ha diffuso una precisazione: “In merito alle polemiche sulla vicenda Sarti,vengono attribuite a Lilli Gruber affermazioni (“Chi di spada ferisce di spada perisce”) che la conduttrice non ha mai fatto e che non corrispondono al suo pensiero né ai contenuti della puntata”. La frase infatti era di Paolo Mieli e riferita alle foto inviate ai giornalisti: ”È come se chi le sta mettendo in giro dicesse ai 5Stelle: avete voluto questo mondo selvaggio? È il gusto sadico di dire: chi di spada ferisce, di spada perisce. Adesso ve la beccate voi questa cosa”.

La solidarietà pelosa dei politici

Mentre la caccia ai responsabili è aperta, il Garante per la privacy invita i mezzi di informazione a non diffondere dati «relativi alla sfera intima di una persona». Arriva la solidarietà sincera a Sarti di colleghe che hanno subito trattamenti simili (Mara Carfagna) ma anche quella pelosa di chi prima guarda e poi condanna. La deputata appare intanto meno vicina a una espulsione finora data per certa: «C’è solo lo 0,1% di possibilità che davvero riesca dimostrare di essere innocente» spiega una fonte del M5S, alle prese con l’ennesimo travaglio interno.

bogdan tibusche giulia sarti 7

E il servizio delle Iene in cui Bogdan Tibusche dice e non dice sulle telecamere in casa di Sarti è ancora lì, a testimoniare che non servono i video per accendere la macchina del fango. Che oggi ha un buco nella gomma.

Leggi anche: Giulia Sarti, Andrea Bogdan e “l’altra donna”: chat, bugie e Rocco Casalino

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