L’umanità di Elisabetta Trenta è già esaurita: la ministra firma il divieto di ingresso alla Eleonore

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-08-27

Per i pentastellati “umanità” è una parola come un’altra: torna buona quando bisogna risalire di qualche punto nei sondaggi, o magari mettere i bastoni tra le ruote a Salvini. Ma poi si torna subito al pugno duro contro le Ong, come del resto è stato fatto per quattordici mesi

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Infuria la crisi di governo e su Repubblica spunta un’intervista della ministra della Difesa Elisabetta Trenta che confida la speranza di poter rimanere al suo posto anche con il prossimo governo, magari proprio un Conte-bis. Nel colloquio con Giampaolo Cadalanu la ministra si è lamentata della mancanza di lealtà da parte di Matteo Salvini e della Lega che ha aumentato le difficoltà a tenere unita la compagine di governo.

Quando Salvini chiama Trenta e Toninelli rispondono: sissignore

«Ho visto la volontà di far vedere che era una sola persona a decidere tutto», ha dichiarato Elisabetta Trenta. E non lasciatevi trarre in inganno: la ministra sta sì parlando delle innumerevoli sceneggiate di Salvini sui porti chiusi (la mirabile strategia gialloverde difesa anche da Conte) ma non per dire che è sbagliata. La titolare della Difesa sta solo dicendo che non era giusto che facesse tutto il capo del Carroccio. Ed infatti oggi, all’insegna dello spirito di collaborazione tra ministri la Trenta ha firmato il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque italiane per la nave Eleonore della Ong tedesca Mission Lifeline.

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Il divieto d’ingresso nei confronti dell’imbarcazione che ha soccorso ieri 101 persone a bordo di un gommone a 43 miglia da Al-Khom era già stato firmato questa mattina da Matteo Salvini. Dopo la firma della Trenta fonti del ministero delle Infrastrutture e Trasporti hanno fatto sapere che anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, ha controfirmato il divieto di ingresso, transito e sosta nelle acque italiane per la nave Eleonore, della Ong tedesca Lifeline.

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Il decreto sicurezza bis prevede infatti che il provvedimento per limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nelle acque territoriali italiane deve essere adottato di concerto con il Ministro della difesa e con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti dopo averne informato il Presidente del Consiglio. Il Viminale ha espresso soddisfazione per “la ritrovata compattezza del governo a fronte dell’ennesimo tentativo di avvicinamento alle acque italiane di una ong tedesca”. Il Ministero della Difesa ha fatto sapere che la firma del ministro della Difesa, è ”un atto dovuto” e fonti della Difesa spiegano come la firma del ministro abbia esclusivamente motivazioni tecniche.

Ma che fine ha fatto l’umanità di Elisabetta Trenta?

Ci si chiede quindi che problemi e difficoltà possa aver incontrato in passato Elisabetta Trenta nel lavorare a fianco di Matteo Salvini visto che sui proverbiali temi che contano i due non sembrano aver mai avuto particolari dissidi. Ad eccezione di quando la Trenta se ne uscì per dire che «la politica non può mai perdere l’umanità. Per questo non ho firmato il secondo divieto di Salvini». Era il 15 agosto e la crisi Lega-M5S aveva toccato il suo apice. Più che una ritrovata umanità è sembrato che la ministra avesse trovato un metodo per fare la guerra alla Lega, sulla pelle dei migranti.

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L’episodio è interessante, perché dimostra che né la Trenta né Toninelli sono obbligati a controfirmare i divieti di Salvini. Altrimenti non avrebbe potuto farlo facendo appello all’umanità della politica. Ma quello che è emerge oggi è che in realtà né alla Trenta né a Toninelli sta a particolarmente a cuore la suddetta umanità, altrimenti anche oggi si sarebbero rifiutati di controfirmare il decreto. Che lo abbiano fatto per un malinteso senso di lealtà nei confronti di Salvini o più semplicemente perché oggi non c’è più la necessità di andare allo scontro frontale con la Lega per rivendicare l’umanità del MoVimento 5 Stelle (lo stesso partito il cui Capo Politico ha fatto propaganda contro i fantomatici taxi del mare). C’è chi come Matteo Orfini si chiede quindi se sia questa la discontinuità con la linea del governo gialloverde che ha in mente chi come la Trenta spera di conservare il posto con il prossimo governo: «Mentre contiamo decine di morti nel Mediterraneo, Matteo Salvini chiude i porti a chi ha salvato 101 esseri umani e annuncia che anche Elisabetta Trenta, ministro della Difesa, ha sottoscritto la scelta, mentre Giuseppe Conte tace. Per me discontinuità significa prima di tutto smetterla con queste politiche disumane. Subito».

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Ed in effetti non si capisce come potranno mai cambiare certe politiche se, una volta che Salvini se ne andrà, rimarranno personaggi del calibro di Toninelli e Trenta. A proposito, si vocifera che Luigi Di Maio voglia andare proprio al Ministero della Difesa. Addentrandoci per un attimo nella fantapolitica più spinta si potrebbe anche pensare che il divieto di accesso alla Eleonore sia l’ultimo trappolone teso da Salvini nei confronti dei suoi alleati. Un modo carino e simpatico per mettere Trenta e Toninelli con le spalle al muro. Naturalmente si scherza, nessuno ritiene che Salvini possa essere così machiavellico.

Leggi sull’argomento: A che gioco sta giocando Di Maio?

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