Politica
Elisabetta Trenta e la casa a San Giovanni assegnata al marito in un mese
Alessandro D'Amato 19/11/2019
Il 6 settembre il maggiore Passarelli, che secondo lei «era stato demansionato perché è mio marito», diventa aiutante di campo del generale Nicolò Falsaperna che proprio Trenta aveva fatto nominare un anno prima Segretario Generale della Difesa. Appena poche ore dopo aver ottenuto il nuovo incarico Passarelli deposita la richiesta di assegnazione dell’alloggio
È bastato un mese di tempo per concludere la procedura che ha portato Claudio Passarelli ad avere assegnata la casa a San Giovanni che già occupava insieme alla moglie, l’allora ministra della Difesa Elisabetta Trenta. In trenta giorni Passarelli, trasferito a nuovo incarico, chiedeva l’assegnazione dell’alloggio “di servizio” dove la coppia già abitava da cinque mesi e la otteneva con l’attribuzione definitiva. Per questo, racconta oggi Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, la procura militare ha deciso di aprire un’inchiesta sulla vicenda. Ma il vero rischio, spiega ancora Sarzanini, potrebbe arrivare dalle inchieste penali: da circa un mese — su denuncia dello Stato Maggiore — è stata infatti aperta un’inchiesta su tutti i militari che rimangono negli appartamenti della Difesa senza avere i requisiti. E dunque anche i vari passaggi che segnano questa vicenda dovranno essere verificati proprio per stabilire se siano stati compiuti abusi.
Per comprendere bene che cosa sia accaduto bisogna tornare all’insediamento del governo Lega M5S l’1 giugno 2018. Trenta va al dicastero della Difesa, all’epoca vive con il marito al quartiere Pigneto. «La casa non era adatta a svolgere incontri riservati», ha dichiarato due giorni fa in un’intervista al nostro giornale, sottolineando anche la «scarsa sicurezza». In realtà i vicini spiegano come tutta la zona fosse stata videosorvegliata, ma il trasferimento può comunque essere giustificato perché è responsabile di un dicastero «pesante». E così il 19 aprile 2019 la coppia entra nella nuova dimora da 180 metri quadri a poche centinaia di metri da piazza san Giovanni in Laterano: quattro camere, due bagni, salone doppio, cucina con terrazzo, posto auto e cantina.
Il 5 settembre 2019 il governo Conte 1 si dimette, Trenta rimane senza incarico. Ma, come ha spiegato nell’intervista «la mia vita era ormai cambiata, ora ho incontri, relazioni». Evidentemente decide che al Pigneto non vuole tornare. Il 6 settembre il maggiore Passarelli, che secondo lei «era stato demansionato perché è mio marito», diventa aiutante di campo del generale Nicolò Falsaperna che proprio Trenta aveva fatto nominare un anno prima, esattamente il 14 settembre 2018, Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale Armamenti. Appena poche ore dopo aver ottenuto il nuovo incarico Passarelli deposita la richiesta di assegnazione dell’alloggio dove i due già abitano. La risposta positiva arriva a metà ottobre. La pratica è chiusa. «È tutto in regola, io non me ne vado», dice ora Trenta.
Già questa mattina i carabinieri potrebbero acquisire copia degli atti al ministero su delega del procuratore militare Antonio Sabino per verificare la regolarità della procedura. Un’attività che si affianca a quella dei pubblici ministeri romani. A Roma indaga Michele Prestipino.
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