«Così Elisabetta Trenta si tiene la casa avuta da ministra»

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-11-17

Il Corriere della Sera: l’ex ministra della Difesa ha ottenuto l’alloggio di servizio, poi l’ha fatto assegnare al marito

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Elisabetta Trenta, 52 anni, esponente del Movimento 5 Stelle, è stata ministra della Difesa dal primo giugno 2018 al 5 settembre 2019. Rimarrà famosa per la sua capacità di percepire l’umanità “a intermittenza”: a volte controfirmava e a volte non controfirmava i divieti allo sbarco di Salvini, a seconda del momento politico. Oggi però Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera racconta una storia che riguarda lei, il marito Claudio Passarelli e una casa a San Giovanni:

Ha ottenuto l’alloggio «di servizio» poco dopo essere stata nominata ministra della Difesa. Ma in quell’appartamento in uno dei luoghi più suggestivi del centro di Roma, Elisabetta Trenta ha deciso di rimanerci anche adesso che non ha più alcun ruolo pubblico. E ci è riuscita facendolo assegnare al marito, il maggiore dell’Esercito Claudio Passarelli. Una vicenda che imbarazza il dicastero ma soprattutto il Movimento 5 Stelle che l’aveva indicata per l’esecutivo come «esperta di questioni militari» e da sempre è schierato—almeno a parole — contro i privilegi.

Anche perché la concessione potrebbe essere avvenuta aggirando i regolamenti, visto che la coppia ha una casa di proprietà nella capitale e dunque non sembra avere necessità di usufruire dell’alloggio. In ogni caso il «livello 1» di dimora attribuito al momento di scegliere la casa per la ministra, è molto superiore a quello previsto per l’incarico e il grado del suo consorte. E dunque non è escluso che la magistratura contabile sia chiamata a valutare eventuali danni erariali e quella ordinaria debba verificare la regolarità della procedura di assegnazione. Senza contare che potrebbe essere il Movimento, primo fra tutti il capo politico Luigi Di Maio, a chiedere conto all’ex ministra di quanto accaduto.

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Fonte: il Messaggero del 05/09/2019

Secondo il racconto dell’articolo la ministra aveva una casa al Pigneto, però ha chiesto una residenza in uno stabile al ministero a poche centinaia di metri da piazza San Giovanni in Laterano. L’appartamento è al secondo piano, molto ampio, chi lo ha visto parla di «casa di alta rappresentanza». Poi l’alloggio viene assegnato al marito:

Secondo le regole del ministero della Difesa — pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale — gli alloggi «di servizio» vengono assegnati in base all’incarico ricoperto. E il grado di capitano maggiore di Passarelli non rientra tra quelli che possono ottenere un alloggio di primo livello, come è appunto quello occupato dalla ministra e ora rimasto nella disponibilità della coppia. E poi c’è da chiarire il problema della casa al quartiere Pigneto, visto che uno dei requisiti per entrare in graduatoria è dimostrare di non avere un’altra abitazione nel Comune di residenza. Circostanze sulle quali Trenta e suo marito dovranno fornire spiegazioni.

Invece sul fatto che a volte (a volte no) firmava divieti per lasciare naufraghi sopra navi in condizioni difficili quando non disperate mentre usufruiva di un alloggio dello Stato purtroppo non ci saranno spiegazioni.

Leggi anche: L’«umanità» a intermittenza della ministra Trenta su Open Arms

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