I due miliardi di riscatto (della dignità) che Conte vuole pagare all’Europa

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-06-20

Il premier con il cappello in mano offre soldi dei ministeri e promette altri 7 miliardi. Il programma impone a Lega e M5S di rinunciare in modo strutturale a utilizzi alternativi dei fondi non spesi. Se ne accorgeranno?

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Giuseppe Conte si presenta con due miliardi in mano in Europa. Arrivano da tagli alla spesa dai fondi ministeriali che nell’ultima manovra era stato accettato di congelare a ulteriore garanzia di tenuta dei conti pubblici. Bruxelles dovrebbe quindi essere rassicurata dai benefici sul deficit grazie alla cancellazione di quei circa 2 miliardi di spesa pubblica.

I due miliardi di riscatto (della dignità) che Conte vuole pagare all’Europa

Ma, spiega oggi il Sole 24 Ore, il Consiglio dei Ministri ha avallato una prima bozza di assestamento di bilancio che richiama anche i 3,2 miliardi di maggiori entrate, tributarie e non. Una mossa per riequilibrare i conti 2019 senza una vera e propria manovra correttiva nel tentativo di evitare la procedura d’infrazione. Ma sono solo un assaggio, visto che il piano del premier e del ministro dell’Economia Giovanni Tria è ancora lo stesso: cacciare altri 3 miliardi da quota 100 e dal reddito di cittadinanza, possibilmente senza che Di Maio – il quale aveva promesso quei soldi alle famiglie – se ne accorga, e calcolare altri soldi dalle maggiori spese (tolti i 2,8 miliardi necessari per l’assestamento).

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Procedura d’infrazione: come funziona (Corriere della Sera, 12 giugno 2019)

Il totale, malcontato, dovrebbe arrivare a quei dieci miliardi di euro che più o meno l’Unione Europea aveva chiesto per evitare la procedura d’infrazione. E chiudere così la questione in attesa della partita più difficile, quella della Legge di Bilancio 2020 dove si troverà la vera ciccia, ovvero i 24 miliardi necessari per non far scattare le clausole dell’IVA e quelli per la flat tax che si annuncia ulteriormente ridotta rispetto ai roboanti annunci della Lega.

I nodi politici di Lega e M5S

Spiega ancora il quotidiano di Confindustria che il nodo però è politico. Perché un programma di questo tipo impone a Lega e M5S di rinunciare in modo strutturale a utilizzi alternativi dei fondi non spesi.

Anche per questo ieri le fonti governative hanno enfatizzato la decisione sui due miliardi, politicamente neutra perché già assunta da mesi, mettendo in ombra il dibattito nel governo sull’«atto» da presentare a Bruxelles con gli impegni formali chiesti dalla Ue. Nelle ipotesi del pomeriggio per concretizzare l’impegno assunto dallo stesso Conte al Quirinale si sono rincorsi un decreto legge per rimodulare subito i fondi e un «atto di indirizzo» con cui il governo prova a fissare i binari per i conti 2020.

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Procedura d’infrazione: i conti dell’Italia (Corriere della Sera, 12 giugno 2019)

La scelta di presentarsi con i due miliardi e di rassicurare – a parole – sul resto dei soldi forse muoverà a compassione l’Unione Europea, visto che la situazione dell’economia del Vecchio Continente non spinge al rigore ad ogni costo e Mario Draghi si è già preso la responsabilità di annunciare un nuovo Quantitative Easing raffreddando così le pressioni sugli spread. Poi però arriverà la legge di bilancio. E là si parrà la nobilitate di chi oggi si nasconde dietro gli spiccioli.

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