E all’ultimo minuto Di Maio lascia il cerino acceso in mano a Salvini

di dipocheparole

Pubblicato il 2018-05-30

Finalmente Luigi Di Maio batte un colpo, politicamente parlando. Parlando prima in diretta su Facebook ai suoi fans e poi, sempre trasmesso dalla sua pagina, all’assemblea del parlamentari del MoVimento 5 Stelle il grillino scelto da Grillo e Casaleggio ha giocato la carta della trattativa scoperta con la Lega uscendo dal cul de sac in …

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Finalmente Luigi Di Maio batte un colpo, politicamente parlando. Parlando prima in diretta su Facebook ai suoi fans e poi, sempre trasmesso dalla sua pagina, all’assemblea del parlamentari del MoVimento 5 Stelle il grillino scelto da Grillo e Casaleggio ha giocato la carta della trattativa scoperta con la Lega uscendo dal cul de sac in cui l’aveva ficcato Salvini. Lo ha fatto con un’arma da Prima Repubblica: ha offerto a Salvini di retrocedere Paolo Savona dal ruolo di ministro dell’Economia per mettere un altro nome scelto da loro, come del resto era stato il professore. Intanto però ha fatto chiedere con Laura Castelli allo stesso Savona un passo indietro.

luigi di maio 1

A differenza di altre situazioni in cui è finito incartato nel suo sbaraglio politico continuo, stavolta Di Maio gioca una carta lungimirante. Sa che Salvini potrebbe rifiutare la proposta e che quella del Capitano è una linea dura che paga, nel breve, elettoralmente parlando. Ma se davvero Salvini rifiuta un ministero degli Esteri per Paolo Savona e un altro nome concordato a via XX Settembre il giorno dopo Di Maio potrà dire che la Lega si è voluta giocare un governo di cinque anni per un nome. Lasciando il cerino acceso in mano a Salvini, per una volta.

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Prima, la stessa offerta Di Maio l’aveva comunicata, senza cravatta, ai suoi fans, parlando con passione al popolo più suo che ha accolto con giubilo la geniale mossa tattica. La base M5S sta un po’ meno gradendo. Salvini, forse colto di sorpresa, ha dovuto ricorrere alla metafora calcistica, di solito il momento in cui un politico non sa più cosa dire: “Se do la parola a una persona difficilmente la cambio: i ministri nel governo non sono come i calciatori nel calciomercato, se uno gioca come portiere deve fare il portiere, se gioca come attaccante deve fare l’attaccante. Vedremo nelle prossime ore, spero che il governo parta il prima possibile“. Si è preso tempo per decidere, insomma. Nelle prossime ore dovrà valutare se fa più bella figura ad accettare offrendo in cambio qualcosa a Savona o a tenere il punto, come gli suggeriscono quelli che guardano a capitalizzare il successo elettorale nel breve. Consapevole che se dice di no, stavolta Di Maio un obiettivo ce l’avrà su cui scaricare la colpa del fallimento del governo del cambiamento. Un obiettivo grosso.

Leggi sull’argomento: Il video di Paolo Savona che racconta di aver conosciuto Di Maio nel 2016

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