La contestazione a Di Maio al liceo Imbriani di Pomigliano d’Arco

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-04

Operai, studenti e disoccupati hanno inscenato una protesta fuori all’ingresso del Liceo classico scientifico Vittorio Imbriani di Pomigliano d’Arco prima dell’arrivo di Di Maio in occasione del convegno “Merito e innovazione”

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Tanto tuonò che piovve. Dopo le minacce del preside del Liceo Imbriani di Pomigliano d’Arco sulle sanzioni per gli studenti contestatori e la parziale retromarcia del dirigente scolastico con benedizione del ministro, la protesta nei confronti di Luigi Di Maio va in scena davvero: l’Adn Kronos riferisce che operai, studenti e disoccupati hanno inscenato una protesta fuori all’ingresso del Liceo classico scientifico Vittorio Imbriani di Pomigliano d’Arco prima dell’arrivo del vicepresidente del Consiglio dei Ministri Luigi Di Maio in occasione del convegno “Merito e innovazione”. I manifestanti, una quindicina di disoccupati e lavoratori provenienti da Napoli e Brusciano in tutto oltre gli studenti, hanno bloccato la circolazione delle auto per pochi minuti. Cori conto Di Maio e qualche momento di tensione con le forze dell’ordine.

 

La contestazione a Di Maio al liceo Imbriani di Pomigliano d’Arco

Di Maio ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una serie di dichiarazioni alla stampa dal liceo Imbriani di Pomigliano, parlando soprattutto dei contrasti con Salvini sulla TAV e del lancio – imminente – del sito sul reddito di cittadinanza. “Siamo in presidio per contestare le passerelle di Di Maio e il governo giallo verde”, spiegano all’agenzia DIRE. Tra i manifestanti ci sono i lavoratori Si Cobas, gli attivisti del comitato di lotta cassintegrati e licenziati Fiat, i lavoratori Apu del Comune di Napoli, l’Unione degli studenti e un alcuni lavoratori che mostrano uno striscione con la scritta “Per i licenziati di Brusciano solo chiacchiere”.

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Foto da: Pomigliano Indignata su Facebook

Intanto in una nota la Cgil e la Flc Cgil Napoli si schierano con i contestatori: “Stigmatizziamo l’iniziativa del Dirigente Scolastico – affermano i segretari generali di Cgil e Flc di Napoli, Walter Schiavella e Filippo Sica – che ha ‘ipotizzato’ l’abbassamento dei voti con il rischio della bocciatura a chi avesse manifestato dissenso e ci auguriamo che le aperture delle ultime ore da parte del ministro nei confronti degli studenti si traducano in atti concreti, convinti che ora come mai il Nostro Paese, coerentemente con il dettato costituzionale, non abbia bisogno di ‘pensiero unico’ ma di ascolto, di dialogo, di pensiero divergente e di sinergia”.

 

I lavoratori che contestano Di Maio

Il ministro, che era atteso all’ingresso dei cancelli, è stato duramente contestato da alcuni lavoratori dell’ex consorzio di bacino e dai licenziati dello stabilimento Fca di Pomigliano d’Arco. Le forze dell’ordine hanno impedito ai manifestanti di varcare i cancelli subito dopo l’ingresso del ministro. Tra i manifestanti ci sono i lavoratori Si Cobas, gli attivisti del comitato di lotta cassintegrati e licenziati Fiat, i lavoratori Apu del Comune di Napoli, l’Unione degli studenti e un alcuni lavoratori che mostrano uno striscione con la scritta “Per i licenziati di Brusciano solo chiacchiere”.

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Uno striscione con su scritto “Non ci tapperete la bocca, Maurizia non sei sola” è stato affisso dagli studenti che protestano contro il vicepresidente del Consiglio dei Ministri, Luigi Di Maio sui binari della stazione della Circumvesuviana Pratola che affaccia sul liceo classico scientifico Vittorio Imbriani di Pomigliano d’Arco mentre Di Maio è all’interno della scuola. Gli studenti del liceo Imbriani che hanno incontrato il ministro Luigi Di Maio a Pomigliano d’Arco (Napoli), intrattenendosi con lui in privato, hanno preso le distanze dalle “strumentalizzazioni” dei giorni scorsi su presunte pressioni da parte della scuola a “stare zitti”, ed anche la stessa Maurizia, che aveva pubblicato una lettera aperta indirizzata al vicepremier, avrebbe detto che i fatti sono stati “ampliati”. Gli studenti hanno mostrato soddisfazione perché “il ministro – raccontano – ha chiesto di tenersi in strettissimo contatto”.

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