Reddito di cittadinanza: cosa succede alle altre forme di assistenza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-04

Le prestazioni assistenziali soggette alla verifica della situazione economica del nucleo comportano un taglio dell’assegno. Negli altri casi è consentito il cumulo

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Per gli aspiranti percettori del reddito di cittadinanza, che vivono sotto la soglia Isee di 9.360 euro, sono diversi i bonus sul piatto, ma – in attesa dei chiarimenti ufficiali dell’Inps – per verificare la compatibilità tra le misure è necessario fare lo slalom tra i requisiti, le soglie reddituali e la disciplina introdotta con il Dl 4/2019. Molte famiglie potranno, spiega oggi Il Sole 24 Ore, incassare più tipologie di aiuto, ma in alcuni casi il nuovo «reddito» sarà decurtato dell’importo già percepito con altre forme assistenziali. In altre situazioni, invece, gli aiuti si potranno sommare: potrà accadere – come chiarisce il Dl 4/2019 – in caso di rimborsi spese, riduzioni tariffarie o rette per servizi, agevolazioni sui tributi, buoni servizio e prestazioni a favore dei disabili. La regola è che comportano un taglio del nuovo sussidio tutti i bonus già percepiti che richiedono la cosiddetta “prova dei mezzi”, ovvero il calcolo dell’Isee o la valutazione del reddito. Lo stesso accade per le prestazioni che aumentano il reddito disponibile del nucleo, come gli ammortizzatori sociali. In questi casi, il reddito di cittadinanza andrà a integrare le risorse già disponibili.

reddito di cittadinanza disabili
La compatibilità tra le misure di sostegno al reddito (Il Sole 24 Ore, 4 febbraio 2019)

Ad esempio, se un lavoratore incassa 700 euro di Naspi al mese. perché è rimasto disoccupato, e ha diritto a 900 euro di reddito di cittadinanza (il valore per un nucleo di quattro componenti), il nuovo sussidio sarà decurtato riducendosi a 200 euro mensili. Allo stesso modo, se nel nucleo c’è un figlio nato da poco, potrà beneficiare anche del “premio alla nascita”, un assegno una tantum da 800 euro e del bonus bebè da 96 euro al mese (se è un secondo figlio). Quest’ultimo (introdotto con legge 190/2014, articolo 1, comma 125), pur essendo soggetto alla verifica dell’Isee, è esplicitamente escluso dal novero delle prestazioni che comportano una riduzione del reddito di cittadinanza. Anche il bonus nido da 1.500 euro all’anno per pagare l’asilo, essendo un rimborso spese senza soglie di reddito, si sommerà all’eventuale reddito di cittadinanza e non ne comporterà in alcun modo un taglio.

Le cose cambiano invece per la pensione di cittadinanza: una signora over 67 con 513 euro di “minima” vedrà ridotto il suo eventuale sussidio dell’importo corrispondente: rispetto ai 630 euro mensili teoricamente riconosciuti in presenza dei requisiti reddituali, beneficerà di un aiuto da 117 euro. Restano invariati gli eventuali bonus gas e bonus energia (riduzioni tariffarie per le bollette).

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