Politica
La Trattativa: come procede il voto di scambio TAV-Diciotti tra Lega e M5S
neXtQuotidiano 04/02/2019
Riuscirà Salvini a vendersi la TAV in cambio dell’impunità senza che il Nord se ne accorga?
Il Corriere della Sera oggi ci informa su come procede la Trattativa tra MoVimento 5 Stelle e Lega sulla TAV e sulla Diciotti e quali sono le intenzioni di Matteo Salvini che è pronto a chiedere più poteri e il rimpasto di governo dopo le elezioni europee:
L’attacco di Roberto Fico ha stroncato sul nascere l’atteggiamento zen del vicepremier leghista. Ha capito che forse questa volta non basterà il dialogo a far ripartire i cantieri della Tav ed è andato giù duro contro il presidente della Camera che «dice no a tutto». Il suo monito prefigura nuove alleanze, costruite attorno a«gente che costruisca».
Salvini è sempre più convinto che l’Italia abbia bisogno della sua guida e guarda con ansia al 26 maggio, quando il ribaltamento di consensi in favore della Lega imporrà un «cambio di rotta» al Governo. Se tutto andrà secondo le sue previsioni, il Carroccio chiederà un nuovo contratto e ministeri pesanti come i Trasporti e la Giustizia, dove a Salvini piacerebbe vedere Giulia Bongiorno al posto di Alfonso Bonafede.
L’inquilino del Viminale teme che il capo del Movimento sia finito in un cul de-sac e che in questa fase di violenta turbolenza interna, stretto com’è tra Di Battista e Fico, non possa fare altro che affidarsi al suo unico e «sempre leale» alleato. Salvini dunque resterà «immobile», pronto però alla grande resa dei conti nel caso in cui Di Maio non vedesse altra via di uscita che far saltare tutto. Sull’altro fronte intanto sembrano attendersi la capitolazione sulla TAV in cambio del Salva-Salvini sulla Diciotti:
La partita doppia tra giunta e Tav sarà comunque il filo conduttore di una settimana che si preannuncia complicata. E che il Movimento d’ora in avanti vuole giocare d’attacco: un cambio di rotta dettato sia dalla campagna elettorale in corso, sia dalla volontà di replicare a quegli atteggiamenti del Carroccio che —appunto— sono suonati come «provocazioni».
E tra le pieghe della vicenda Tav, fonti pentastellate rivelano che alla stesura del contratto di governo Di Maio e Salvini discussero a lungo della questione della Torino-Lione e si accordarono, con una sorta di gentlemen’s agreement sulla parola, proprio sull’attenersi all’esito della valutazione dei costi e benefici. Ora il Movimento si aspetta «il rispetto di quell’accordo» e vedrebbe un passo contrario come un «tradimento del contratto».
Riuscirà Salvini a vendersi la TAV in cambio dell’impunità senza che il Nord se ne accorga?
Leggi sull’argomento: O il no alla TAV o il processo Diciotti: il ricatto del M5S a Salvini