Come il Decreto Crescita “salva” (senza gara) la app di Mimmo Parisi

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-04-26

Sorpresa: la “rivoluzionaria” app del presidente di Anpal potrà essere scelta da Anpal senza gara. Per il MoVimento 5 Stelle è tutto regolare, e il conflitto d’interesse?

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Il professor Mimmo Parisi è uno dei tanti “guru” scovato dal MoVimento 5 Stelle. Da qualche tempo l’uomo che ha inventato la figura del “Navigator” per il Reddito di Cittadinanza è a capo di Anpal, l’agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, che dovrebbe assumere i tutor che seguiranno i beneficiari della misura di sostegno al reddito. Mentre l’erogazione dei sussidi è già iniziata l’assunzione dei Navigator deve ancora cominciare.

A che ora è la riforma dei centri per l’impiego?

E questo è solo uno dei tanti paradossi del RdC, visto che oggi i beneficiari della misura voluta dal M5S ricevono l’assegno ma non c’è al momento (e non ci sarà per qualche mese) una figura professionale in grado di aiutarli a cercare lavoro. C’è poi la questione dei centri per l’impiego per i quali Di Maio aveva promesso una “riforma” – dal costo di circa due miliardi di euro – che non è ancora partita. Di nuovo: chi prende il Reddito di Cittadinanza oggi al momento non viene aiutato in alcun modo ad entrare nel mondo del lavoro. Le cose però stanno per cambiare perché con il Decreto Crescita finalmente Anpal potrà dotarsi degli strumenti necessari.

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Luigi Di Maio con Mimmo Parisi

Anzi, dello strumento. Perché la norma “Più autonomia per l’Anpal” inserita nel Decreto Crescita durante l’ultimo Consiglio dei Ministri consente all’agenzia di “procedere autonomamente alla stipula di convenzioni anche con società in house necessarie all’implementazione della piattaforma informativa strutturale all’attività dei centri per l’impiego”. E la scelta dello strumento che consente di incrociare domanda e offerta di lavoro potrà eventualmente avvenire senza gara. E proprio Mimmo Parisi – docente alla Mississippi State University e direttore della National Strategic Planning and Analysis Research Center – ha sviluppato una app che fa proprio quello. Si chiama Mississipi Works e negli USA ha funzionato facendo scendere il livello di disoccupazione – spiegava il professore – dal 6,5 al 4,8%. La differenza però è che negli Stati Uniti il lavoro c’è, e quindi davvero bastava mettere in contatto domanda e offerta. In Italia le cose sono diverse: a mancare e il lavoro.

Mississipi di cittadinanza

Non si capisce poi come mai affidare ad una app sviluppata da un privato la gestione delle informazioni e dei dati personali quando di fatto si tratta dello stesso compito che potrebbero (e soprattutto dovrebbero) svolgere i centri per l’impiego. Come scrive Linkiesta l’idea di consentire ad Anpal di scegliere senza gare lo strumento informatico per gestire i dati su domanda e offerta di lavoro presenta già di per sé qualche problema visto che si tratta di soldi pubblici.

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A maggior ragione se a capo dell’Agenzia c’è una persona, nominata dal partito di governo, che guarda caso ha già pronta una app che serve proprio allo scopo. Non si mette qui in dubbio la bontà dell’applicazione sviluppata da Parisi. La questione è un’altra, ed è una di quelle che avrebbero fatto gridare al conflitto d’interesse i pentastellati quando erano all’opposizione. Un problema che è anche politico, visto che a insediare il professore pugliese trapiantato nell’America profonda è stato proprio il M5S.

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Qualcuno potrà dire che l’importante è che il sistema di Parisi funzioni e aiuti i disoccupati a trovare lavoro così come è successo nello Stato del Mississipi. Ma come spiegava lo stesso Parisi in un articolo del 2016 uno dei fattori chiave dell’aumento del tasso di occupazione nel Mississipi è stato l’arrivo della Nissan (nel 2003) che non solo ha assunto migliaia di operai facendo aumentare il PIL statale ma che tramite l’indotto ha favorito la creazione di 2,9 posti di lavoro per ogni operaio impiegato in fabbrica. Il “miracolo” del Mississipi alla fine sembra essere più l’arrivo di una grande industria che l’utilizzo di una app lanciata nel 2014. E i dati mostrano come il tasso di disoccupazione fosse già in calo anche prima dell’arrivo della app miracolosa. Sfugge ai più l’utilità del sistema.

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Fonte

La “app” sviluppata da Parisi si occupa di fornire ai datori di lavoro un motore di ricerca per trovare aspiranti dipendenti da assumere e a chi è in cerca di un impiego di visualizzare le offerte. Tutto avviene sulla piattaforma del MDES, il dipartimento per il lavoro del Mississipi. Qui in Italia un analogo compito lo potrebbero svolgere i centri per l’impiego. Ma forse Di Maio si è accorto che sono irriformabili in tempi brevi. E quindi tanto vale affidarsi alla app del professore che “ci darà una grossa mano per fare i nuovi centri per l’impiego”. Una app pensata per il mercato del lavoro USA che nessuno sa se funzionerà anche qui da noi.

 

EDIT: Una nota del Ministero del Lavoro precisa che «non esiste alcuna norma che intenda consentire ad Anpal la possibilità di affidare in modo diretto la realizzazione del case management per l’incrocio domanda offerta». «La norma prevista nel decreto crescita – si legge nella nota- è finalizzata semplicemente all’utilizzo di gare Consip per velocizzare la realizzazione della piattaforma. Tutte le ricostruzioni di stampa apparse sono da considerarsi prive di qualsiasi fondamento».

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