De Bortoli e Maria Elena Boschi che chiede a Unicredit di comprare Banca Etruria

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-05-09

Nel libro dell’ex direttore del Corriere si racconta che la ministra chiese a Federico Ghizzoni di acquistare la banca di cui il padre era vicepresidente. Poi si discute di massoneria e istituti bancari italiani. Il M5S annuncia una mozione di sfiducia per MEB. Che smentisce tutto

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Maria Elena Boschi chiese a Federico Ghizzoni di UniCredit di valutare l’acquisto di Banca Etruria, di cui il padre Pier Luigi Boschi era vicepresidente. L’episodio è raccontato nel libro di Ferruccio De Bortoli «Poteri Forti (o quasi)», in uscita l’11 maggio per La nave di Teseo. Ma la ministra smentisce tutto su Facebook.

Maria Elena Boschi e Unicredit su Banca Etruria

Il racconto che fa De Bortoli nel libro, anticipato dall’Huffington Post e già ripreso senza citazione della fonte da Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista su Facebook, non è molto circostanziato: la Boschi avrebbe chiesto di valutare l’acquisizione di Banca Etruria, Ghizzoni incaricò un collaboratore di studiare la fattibilità dell’acquisizione e in seguito rinunciò alla proposta:

“L’allora ministra delle Riforme, nel 2015, non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all’amministratore delegato di Unicredit. Maria Elena Boschi chiese quindi a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria. La domanda era inusuale da parte di un membro del governo all’amministratore delegato di una banca quotata. Ghizzoni, comunque, incaricò un suo collaboratore di fare le opportune valutazioni patrimoniali, poi decise di lasciar perdere”.

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Il libro di Ferruccio De Bortoli

Il fatto che sia De Bortoli, già direttore del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore e giornalista autorevolissimo, a raccontare l’episodio, ne aumenta la credibilità. De Bortoli parlò di «stantìo odore di massoneria» a proposito di Renzi nell’editoriale in cui presentava la nuova grafica del quotidiano: «Il patto del Nazareno finirà per eleggere anche il nuovo presidente della Repubblica,forse a inizio 2015. Sarebbe opportuno conoscerne tutti i reali contenuti. Liberandolo da vari sospetti (riguarda anche la Rai?) e, non ultimo, dallo stantio odore di massoneria». La frase costò al giornalista l’ostracismo dei renziani quando si parlò di un suo possibile incarico in Rai. La parte su Banca Etruria nel libro di De Bortoli continua così:

L’industriale delle scarpe Rossano Soldini mi ha raccontato di aver avuto molti sospetti sul ruolo della massoneria locale nella gestione dell’istituto. Elio Faralli, che ne fu padre-padrone per circa 30 anni, fino al momento in cui fu costretto a lasciare il timone a Giuseppe Fornasari, era notoriamente un massone. Soldini fece molte domande scomode, in particolare sul ruolo del consigliere Alberto Rigotti, il cui voto, probabilmente invalido, fu decisivo per eleggere Fornasari. Rigotti ebbe prestiti dalla banca, mai rientrati, e finì in bancarotta con il suo gruppo editoriale. I consiglieri dell’Etruria godettero di affidamenti per un totale di 220 milioni. Gli organi statutari erano del tutto ornamentali.

Il libro di De Bortoli, Maria Elena Boschi e Unicredit

Non solo: nel libro De Bortoli chiede anche conto ad Alessandro Profumo di quando, da ex presidente del Monte dei Paschi di Siena, disse che il tracollo della banca era «tutta colpa della massoneria»: “Se ne parlò poco. Profumo mi spiegherà poi di avere avuto sempre la sensazione che ci fossero fili sotterranei, strane appartenenze. E che il sospetto dei legami massonici emergesse soprattutto quando si trattava di assumere qualcuno, constatando i diffusi malumori per un no inaspettato. E ha usato un esempio dalla Settimana Enigmistica. Unisci i puntini e scopri il disegno. Ma quanti sono i puntini? E qual è il disegno?”. Anche De Bortoli disse che su Etruria e MPS si sentiva “odore di massoneria”.

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Federico Ghizzoni, a.d. di Unicredit, protagonista dell’aneddoto su Maria Elena Boschi e Banca Etruria

Una nota di colore: il Corriere della Sera, di cui De Bortoli è stato direttore, ha dato la notizia nella sua edizione on line dopo l’Huffington Post e Repubblica. Il MoVimento 5 Stelle presentò una mozione di sfiducia nei confronti di Maria Elena Boschi (non molto sensata). Oggi i grillini ne annunciano un’altra se la Boschi non si dimetterà. È curoso che entrambi i grillini non citino in alcun modo la fonte delle loro affermazioni, come a volersene attribuire la paternità (o forse per non dare merito a un giornalista che non è mai stato tenero neppure con i grillini).
bortoli unicredit di maio
Il capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato è il primo a rispondere ai grillini: “È vergognoso e strumentale l’attacco M5S a Boschi teso unicamente a coprire i disastri di Roma o l’inchiesta sulle firme false a Palermo. Si occupino dei problemi della gente e non di fare gli aspiranti pm visto che non hanno né i criteri morali né le capacità giuridiche”. Arturo Scotto di MDP invece chiede a MEB di venire a riferire in Parlamento sulla vicenda.
EDIT ore 18,43: Maria Elena Boschi su Facebook smentisce tutto:
maria elena boschi

La storia di Banca Etruria viene ciclicamente chiamata in ballo per alimentare polemiche. Vediamo di essere chiari: non ho mai chiesto all’ex AD di Unicredit, Ghizzoni, né ad altri, di acquistare Banca Etruria. Ho incontrato Ghizzoni come tante altre personalità del mondo economico e del lavoro ma non ho mai avanzato una richiesta di questo genere. Sfido chiunque e ovunque a dimostrare il contrario. E siccome sono stupita per questa ennesima campagna di fango, stavolta ho affidato la pratica ai legali per tutelare il mio nome e il mio onore. Chi è in difficoltà per le falsità di Palermo o per i rifiuti di Roma non può pensare che basti attaccare su Arezzo per risolvere i propri problemi.

EDIT 2 ore 20,58: l’ANSA pubblica una dichiarazione di Unicredit:

Unicredit non ha subito pressioni politiche per l’esame di dossier bancari compreso quello di Banca Etruria. E’ quanto apprende l’ANSA da fonti vicine alla banca.

Foto copertina da Wikipedia

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