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«Su Etruria e Montepaschi si sente odore di massoneria»
Alessandro D'Amato 19/09/2016
De Bortoli torna all’attacco di Renzi alla Scuola di Politiche di Enrico Letta, che ritwitta felice l’attacco dell’ex direttore del Corriere della Sera. Il caso MPS con JP Morgan e quello della banca toscana
Ferruccio De Bortoli torna all’attacco di Matteo Renzi e lo fa da un luogo speciale: a Cesenatico durante una lezione della Scuola di Politiche fondata lo scorso autunno da Enrico Letta e intitolata a Beniamino Andreatta. La scuola è coordinata da Marco Meloni, parlamentare lettiano che è scampato alla mattanza dei renziani.
«Su Etruria e Montepaschi si sente odore di massoneria»
E non a caso Enrico Letta ritwitta dal suo profilo proprio la frase sulla massoneria di De Bortoli per raccontare l’incontro dell’ex direttore del Corriere della Sera con gli studenti. Il Fatto Quotidiano racconta l’incontro:
Una manciata di parole ha scatenato ingombranti riflessioni in platea. Com’è semplice intendere, Siena sta per banca Monte dei Paschi, la cronaca è recente e riassume un logoramento a puntate: su indicazione degli americani di Jp Morgan, Palazzo Chigi ha ordinato la nomina al vertice di Marco Morelli. Il nuovo amministratore delegato è un ex alto dirigente proprio di Mps, multato da Banca d’Italia per la sua partecipazione a un finanziamento attivato dall’istituto senese durante la disastrosa stagione di Giuseppe Mussari.
Il ritorno di Morelli ha provocato il ruvido allontanamento dell’ad Fabrizio Viola con una telefonata del ministro Pier Carlo Padoan (il Tesoro è azionista al quattro per cento), ma anche le dimissioni del presidente Massimo Tononi. Non è l’epilogo, semmai il prologo: Mps ha bisogno di cinque miliardi di euro di capitale e Jp Morgan è determinante per il futuro di Rocca Salimbeni. Quasi due anni fa, il 24 settembre 2014, lo stesso de Bortoli ha accostato la massoneria al patto del Nazareno, l’accor do fra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi che ha innescato la caduta del governo di Letta e condizionato la politica renziana.
Il patto del Nazareno sembra sciolto, ma col tempo è ormai emersa la figura del toscano Denis Verdini; l’ex principale collaboratore del Cavaliere con il gruppo Ala garantisce la maggioranza dei senatori all’altro toscano Matteo. Per attinenza non soltanto geografia, le “vicende” narrate da Ferrucio de Bortoli riguardano la Toscana. Etruria rimanda al decreto di Palazzo Chigi che ha azzerato la banca popolare e i risparmi di migliaia di clienti e, soprattutto, rimanda all’ex vicepresidente Pier Luigi Boschi. Il padre di Maria Elena, il ministro delle Riforme, cercava ispirazione dal faccendiere Flavio Carboni per salvare Etruria. L’anziano Carboni, sardo classe ‘32, più che di sofferenze bancarie, è senz’altro un esperto di logge (da P2 a P3 senza soste).
Quando De Bortoli parlò di massoneria
Non è la prima volta che De Bortoli accosta la parola massoneria a Renzi. In un editoriale che inaugurava la nuova grafica del quotidiano nel settembre scorso l’ex direttore del Corriere demolì la politica economica del premier e attaccò poi frontalmente il presidente del Consiglio:
Devo essere sincero: Renzi non mi convince. Non tanto per le idee e il coraggio: apprezzabili, specie in materia di lavoro. Quanto per come gestisce il potere. Se vorrà veramente cambiare verso a questo Paese dovrà guardarsi dal più temibile dei suoi nemici: se stesso. Una personalità egocentrica è irrinunciabile per un leader. Quella del presidente del Consiglio è ipertrofica. Ora, avendo un uomo solo al comando del Paese (e del principale partito), senza veri rivali, la cosa non è irrilevante.
[…]
Il patto del Nazareno finirà per eleggere anche il nuovo presidente della Repubblica,forse a inizio 2015. Sarebbe opportunoconoscerne tutti i reali contenuti. Liberandoloda vari sospetti (riguarda anche la Rai?) e, non ultimo, dallo stantio odore di massoneria. Auguriamo a Renzi di farcela e di correggere incorsa i propri errori. Non può fallire perchéfalliremmo anche noi. Un consiglio: quando si specchia al mattino, indossando una camicia bianca, pensi che dietro di lui c’è un Paese che non vuol rischiare di alzare nessuna bandiera straniera (leggi troika). E tantomeno quella bianca. Buon lavoro, di squadra.
All’epoca scoppiò una polemica dalla quale Renzi si tenne prudentemente ben lontano, evitando di rispondere alle frasi di De Bortoli. Ma qualche tempo dopo i renziani posero il veto sul suo nome per il consiglio d’amministrazione della Rai, un nome fatto dalla minoranza del Partito Democratico.