Fact checking
Dario Miedico, Stefano Montanari e i vaccini che hanno ucciso Sofia Zago
Giovanni Drogo 07/09/2017
I due eroi hanno scoperto che Sofia Zago non è morta per la malaria. La prova? Un audio di WhatsApp sulla base del quale i due costruiscono una narrazione complottista e chiedono di poter assistere all’autopsia della bambina per essere sicuri che il Ministero non insabbi il caso
Finché a credere all’assurda storia della bambina morta per malaria che in realtà sarebbe deceduta per i troppi vaccini ricevuti sono i soliti genitori informati la cosa fa sorridere ma non desta scandalo. È invece curioso scoprire che ci sono un medico (radiato dall’albo) e un farmacista con la passione per i microscopi elettronici a dare credito a teorie che si fondano sul nulla. O meglio: teorie che si fondano su un messaggio WhatsApp la cui paternità non è assolutamente certa e che soprattutto contraddice la tempistica dei ricoveri e le dichiarazioni dei genitori.
Per Stefano Montanari non è stata la malaria a uccidere Sofia Zago
Per la verità Dario Miedico e Stefano Montanari sono in buona compagnia: con loro c’è anche il candidato M5S alla Presidenza della Repubblica Ferdinando Imposimato che sostiene che la Lorenzin sia colpevole di “omissione dell’unico vaccino che avrebbe salvato la bimba ed altri possibili vittime della stessa malattia”. Peccato che il vaccino per la malaria ancora non esista. A completare il quadretto c’è Salvatore Morelli, antivaccinista e speaker di Radioautismo, salito alla ribalta delle cronache per aver creduto che un pezzo di Lercio su Burioni fosse vero.
Già nella giornata di ieri Montanari aveva detto che la diagnosi ufficiale “comunicata dal regime” probabilmente non era vera. Durante un’intervista a Radio54 ieri Montanari almeno aveva avuto il buon gusto di prendere “con il beneficio del dubbio” la notizia diffusa da un anonimo su WhastApp. Montanari però non ha mai dubitato del fatto che la bambina sia stata vaccinata “per paura del decreto Lorenzin” e che dopo abbia sviluppato il diabete “perché i vaccini possono essere causa di diabete di tipo 1” e quindi sia stata più vulnerabile al parassita della malaria.
Il messaggio su Whatsapp riguardo malaria e… di next-quotidiano
In pratica è come dire che il contenuto del messaggio è sostanzialmente vero. Peccato però che è stata scientificamente dimostrata l’insussistenza di un rapporto tra vaccinazioni e diabete. Questo sia in studi condotti sia nei bambini (Graves 1999; Jefferson 1998; Destefano 2001; Hviid 2004) sia in soggetti adulti (Duderstadt, 2012).
Lo sciacallaggio sul caso di Sofia Zago
Prima di inoltrarci nelle “tesi” dei due scienziati no-vax bisogna tenere a mente che allo stato attuale non sappiamo se la bambina sia stata vaccinata o meno (e quando), che tipo di diabete avesse o alcun dettaglio sulla sua cartella medica. Poco dopo l’intervista a Radio54 però Montanari si è unito a Morelli per chiedere che Miedico (un medico radiato dall’albo) possa partecipare all’autopsia sul corpo di Sofia Zago
I no-vax vogliono essere sicuri che il “regime” non metta in atto uno dei suoi classici tentativi di insabbiamento. Va da sé che Miedico (e Montanari) non hanno nessun titolo per poter chiedere di assistere ad un’autopsia. Qualcuno potrebbe addirittura sollevare dei dubbi sulle competenze di Miedico ma non è questa la sede per farlo.
Miedico, poverino, si lamenta del fatto che i genitori di Sofia “evitano” di rispondergli al telefono. Che ingrati! Montanari però teme che i campioni prelevati durante l’esame autoptico possano essere manipolati per falsare i risultati dell’autopsia. Miedico si dice “certo che non si sia trattato di malaria” e Montanari – che solo ieri pomeriggio era così cauto nel dare credito al messaggio WhatsApp – gli fa eco dicendo “ne siamo certi tutti“. Su che cosa fondano queste certezze non avendo avuto accesso a nessun atto medico, nessuna cartella clinica e nessuna testimonianza diretta? Solo su un messaggio audio di un anonimo. Ci si stupisce che ci sia chi crede ancora allo studio del Dottor Wakefield? Questi medici, questi ricercatori, non hanno bisogno di nessuno studio per confermare le loro teorie. E il fatto che siano così sicuri di ciò che affermano sul caso di Sofia Zago solo in base ad un audio inviato da chissà chi lo conferma.
Miedico sostiene che “questi se la sono studiata” perché la notizia è che la bambina ha contratto un tipo di malaria “fulminante”. Una storia che non sta né in cielo né in terra. Ma il bello arriva quando quando Miedico legge il comunicato stampa affidato a Bartolomeo Pepe. Nel comunicato Miedico dice che la bambina potrebbe “aver contratto il diabete in conseguenza della reazione avversa ad un ciclo vaccinale eseguito alcuni mesi prima”. Il che non è provato da nulla ma soprattutto è in netta contraddizione con l’unica “prova” a disposizione degli anti-vax. Il messaggio diffuso su WhatsApp infatti dice testualmente che la bambina “è entrata in coma dopo tre giorni dal vaccino”. Dove abbia tirato fuori Miedico l’informazione che era stata vaccinata “mesi prima” e che abbia contratto il diabete in seguito a quella vaccinazione ovviamente rimane un mistero. Il capolavoro vero è però che senza battere ciglio Miedico sconfessa la fonte delle informazioni sullo stato di salute di Sofia Zago. Ormai il messaggio WhatsApp non è più rilevante, perché il buon dottore si può inventare una teoria tutta sua. E questa, signori, è la coerenza logica dei no-vax, che in cinque minuti riescono a dire che “sicuramente non è stata la malaria”, che la bambina “è morta tre giorni dopo i vaccini” poi “che il messaggio potrebbe non essere vero” ed infine che “le vaccinazioni sono avvenute mesi fa”.
EDIT: “L’autopsia ha confermato il referto e la diagnosi ospedaliera di morte per encefalopatite malarica”. Lo riferisce il procuratore capo di Trento, Marco Gallina, a proposito della comunicazione verbale ricevuta sull’autopsia effettuata a Brescia per la bambina di 4 anni morta lunedì, dopo i ricoveri anche a Portogruaro e a Trento. La causa del decesso per Sofia è stata dunque proprio la complicanza cerebrale causata dalla malaria. “I periti adesso hanno chiesto 60 giorni di tempo per la relazione autoptica – conclude il procuratore – e lavoreremo per contribuire a chiarire la vicenda”.