Giuseppe Conte e il golpe di Renzi per fare Di Maio premier

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-10-17

Un retroscena lisergico sulla Stampa dipinge un Giuseppe Conte assai preoccupato per un sms di Matteo Renzi in cui il leader di Italia Viva si vanta di aver affossato Letta con dieci deputati e intanto “fa credere a Di Maio che tra pochi mesi potrà andare a Palazzo Chigi dopo di me”

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La serenità con cui il governo si accinge a varare la prossima Legge di Bilancio 2020 è testimoniata dal retroscena della Stampa a firma di Ilario Lombardo in cui Giuseppe Conte si dice preoccupato per un sms di Matteo Renzi in cui il leader di Italia Viva si vanta di aver affossato Letta con dieci deputati e intanto “fa credere a Di Maio che tra pochi mesi potrà andare a Palazzo Chigi dopo di me”.

Giuseppe Conte e il golpe di Renzi per fare Di Maio premier

La situazione già disperata ma non seria è arricchita dal severo monito inviato dai monaci di Assisi al capo del governo: “Attento, Matteo è come il demonio”. Secondo quanto si racconta nel pezzo Renzi avrebbe mandato un sms a un grillino (naturalmente anonimo…) che gli chiedeva se davvero il suo piano fosse di sostituire Conte, magari perché, come dicono tutti, è lui il vero competitor nell’area del centro e perché si illudesse di farlo alla testa di un partito che secondo i sondaggi vale in media il 4%. La risposta, secondo quanto riferito al premier, è stata raggelante: «Ti ricordo che ho fatto cadere Letta con dieci deputati…».

Le voci sulle intenzioni dell’ex rottamatore sono arrivate a Palazzo Chigi. Raccontano di Renzi che comincerebbe a far ballare il governo da gennaio, o di Renzi che gioca su Luigi Di Maio, per sedurlo. Conte lo vede: «Tutti hanno capito che vuole far credere a Luigi che potrebbe prendere il mio posto. Magari dopo la manovra, tra qualche mese».

Di Maio stesso lo ha capito e fino a un certo punto evita di offrirgli delle sponde, senza però sottrarsi del tutto alla narrazione dell’asse con Renzi e della distanza con il premier (vedi i temi: piccola evasione, contanti e Iva).

matteo renzi giuseppe conte

La storia recente della Repubblica italiana ci insegna che è stato Matteo Salvini, come ha confermato lui stesso, ad offrire a Di Maio di fare il premier di un governo con la Lega cacciando Conte e Giggetto ha rifiutato. Perché dovrebbe dire sì a Renzi in un’epoca in cui il suo potere è sempre più declinante all’interno del M5S (che ha addirittura eletto un capogruppo al Senato contro di lui…)?

I monaci di Assisi e Matteo come il demonio

D’altro canto la tesi di Bruno Vespa sul fatto che la guerra a Conte sia l’unica cosa che accomuna politicamente i due Matteo è probabilmente vera, nonostante il diniego diplomatico di Renzi in trasmissione. Ma forse a qualcuno sfugge che la svolta del senatore di Rignano che ha proposto di fare un governo con i grillini precedentemente indicati con il Male Assoluto è costata qualcosa, se non molto, in termini di apprezzamento, proprio a lui: se adesso provasse a portare addirittura il loro leader a Palazzo Chigi cosa succederebbe a Italia Viva che nel frattempo chiede a gran voce le dimissioni di Virginia Raggi per distinguersi da Zingaretti?

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Ancora: nei piani della maggioranza che attualmente regge il governo Conte si fanno i conti anche sul taglio dei parlamentari, che giocoforza porterà meno eletti in Parlamento, e sul fatto che prima o poi alle elezioni toccherà andarci: con quale faccia ci si andrebbe al terzo cambio di premier consecutivo? Il retroscena somiglia più a una di quelle fiction che Capi Uffici Stampa & Propaganda ogni tanto propinano via sms o messaggio vocale su Whatsapp sperando che qualcuno ci caschi. Chissà se anche in quest’occasione è andata così.

Leggi anche: Marco Travaglio e la “baVbaVie” delle manette agli evasori

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