La Lega vede il complotto degli USA dietro l’audio di Buzzfeed

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-07-11

Il Carroccio nota le sostanziali similitudini tra il caso dei soldi della Russia alla Lega e quello di Strache. E comincia a scaricare Savoini, che potrebbe aver parlato “a titolo personale”

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La Lega vede il complotto di Trump dietro l’audio di Buzzfeed che accusa Gianluca Savoini, l’amico di Salvini. Con la serenità tipica di chi ha la coscienza a posto, il Carroccio nota le sostanziali similitudini tra il caso dei soldi della Russia alla Lega e quello che ha portato Heinz-Christian Strache e il FPOE alla sbarra in Austria: ovvero, lo strano caso del sovranista che voleva vendere il suo paese a Mosca.

La Lega vede il complotto di Trump dietro l’audio di Buzzfeed

E così in due diversi retroscena gli uomini di Salvini e lo stesso Capitano fanno girare ipotesi di complotto dietro la storia rivelata da Buzzfeed. Francesco Verderami sul Corriere della Sera osserva la coincidenza tra la visita di Vladimir Putin in Italia e le parole di elogio del leader russo nei confronti di Salvini e la bomba proveniente dall’America:

Fonti qualificate raccontano che la visita del presidente russo a Roma non sia andata secondo le aspettative dei padroni di casa. L’impressione ricavata da chi segue le vicende internazionali è che da allora Salvini sia finito nel bel mezzo di uno scontro tra «vasi di ferro». Stati Uniti e Russia sono impegnati a contendersi l’influenza sullo scacchiere europeo, e perciò determinati al punto da sacrificare delle pedine pur di raggiungere l’obiettivo.

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Fonte: BuzzFeed

In tal senso vengono posti due interrogativi. Il primo è se ci sia una qualche connessione tra il risiko internazionale e «l’affaire Metropol», a prescindere dalla sua veridicità. Il secondo è se esistano altre registrazioni (magari anche con altri personaggi), oltre quella rivelata da Buzzfeed. I rappresentanti diplomatici in Italia hanno preso a monitorare le reazioni nel governo, e il commento dei grillini li ha convinti che su questa faccenda il segretario della Lega sia stato messo politicamente in difficoltà, incalzato da alleati che — nonostante la pronta smentita di Salvini — non hanno mancato di rilevare come «noi non facciamo gl iinteressi di altri Paesi, a Est e a Ovest».

Ci sono anche differenze tra Strache e Salvini: contro Strache c’era un filmato inequivocabile che lo ha costretto alle dimissioni da vicepremier; contro la Lega viene brandito un file audio di cui non si conosce l’origine e l’autenticità, e che ha provocato la smentita di Salvini con annessa querela. Mentre Gianluca Savoini ha smentito con Repubblica che la voce fosse sua.

La Lega teme la mano degli USA

La stessa tesi viene portata avanti nel retroscena firmato da Carmelo Lopapa: al capo del Viminale e allo stato maggiore del partito non sfugge affatto la circostanza che il sito sia statunitense e per di più considerato “non ostile” alla Casa Bianca. «I servizi americani possono aver interesse a screditarmi?» Per di più, viene fatto notare, tutto accade a meno di un mese dalla visita a Washington nel corso della quale il leader leghista (era il 17 giugno) ha incontrato il vicepresidente statunitense Mike Pence e il Segretario di Stato Mike Pompeo.

L’operazione mediatica indubbiamente mette in cattiva luce la Federazione russa al cospetto della nuova Europa che sta prendendo forma. Ma è anche un colpo inferto al partito sovranista italiano che tenta di accreditarsi come interlocutore credibile proprio con gli Usa, nel tentativo di affrancarsi dal marchio filo-Putin. Dunque, cosa è accaduto, qualcosa può essere andato storto nel faccia a faccia di un mese fa?, è l’interrogativo. Impegni poi non rispettati? Sull’intervento di supporto in Siria, per esempio? Sul gasdotto da far transitare dalla Puglia? La galassia salviniana in queste ore è una maionese impazzita. «Oppure è opera degli stessi russi? Un segnale?»

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Nei capannelli di Montecitorio tra i leghisti non si parla d’altro, ma si brancola nel buio. Più o meno come il loro capo. C’è imbarazzo per la presenza di Savoini alla cena di Villa Madama di giovedì scorso organizzata dalla Presidenza del Consiglio per la visita di Putin a Roma. Nelle foto che immortalano il presidente russo e Salvini si intravede, sullo sfondo, la sagoma del faccendiere. Che ci faceva lì? Invitato da chi? Savoini stesso, in un tweet, si vanta in tempo reale: «Con grande piacere ho partecipato alla cena governativa in onore della visita di Vladimir Putin in Italia».

Intanto si registra un cambio di linea.  «Io non so la gente con chi parla e perché parla – dice Salvini riferendosi all’imprenditore – Rispondo solo di quel che faccio io e il mio movimento. Non abbiamo mai avuto un soldo». Dunque, querela contro Savoini? «Da segretario della Lega farò tutto quel che devo fare». La linea difensiva diventa: l’imprenditore ha agito e parlato a titolo personale.

Leggi anche: Chi è Gianluca Savoini, l’uomo degli audio di BuzzFeed al Metropol di Mosca

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