Come Lucia Borgonzoni vuole sprecare i soldi dell’Emilia-Romagna per il referendum sull’autonomia

di dipocheparole

Pubblicato il 2020-01-03

All’epoca dei referendum per l’autonomia attuati dalla Lega in Veneto e in Lombardia abbiamo spiegato come la sceneggiata del voto fosse uno spreco di soldi ad usum propaganda del Carroccio, in quanto l’Emilia-Romagna aveva attivato la stessa procedura per ottenerla inviando una raccomandata. Infatti oggi la Regione è, insieme a veneti e lombardi, seduta sul …

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All’epoca dei referendum per l’autonomia attuati dalla Lega in Veneto e in Lombardia abbiamo spiegato come la sceneggiata del voto fosse uno spreco di soldi ad usum propaganda del Carroccio, in quanto l’Emilia-Romagna aveva attivato la stessa procedura per ottenerla inviando una raccomandata. Infatti oggi la Regione è, insieme a veneti e lombardi, seduta sul tavolo del governo per l’attuazione di quello che ha richiesto all’epoca. E infatti Lucia Borgonzoni, candidata della Lega, ieri durante la presentazione della sua lista civica ha proprio promesso un referendum sull’autonomia, come riporta oggi il Corriere di Bologna.

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C’è da ricordare che l’Emilia-Romagna guidata da Bonaccini ha chiesto l’autonomia su 15 delle 23 materie possibili, a differenza delle due Regioni a guida leghista che vogliono competenza esclusiva su tutti i settori. Ma anche un’eventuale richiesta di maggiore autonomia da parte della Regione può essere attivata tramite raccomandata. Non serve spendere soldi per far votare i cittadini su una richiesta che la politica ha già deciso di voler attuale, visto che quei referendum sono solo consultivi. Ma c’è di più. Perché la candidata in Regione evidentemente non sa che l’idea dell’Autonomia Differenziata, come è normale, piace molto al Nord e per niente al Sud. E Salvini vuole anche i voti dei meridionali. Andare verso un nuovo referendum, mentre già circolano i conti su quanto ci perderà il Sud dalla richiesta di autonomia delle tre regioni del Nord, non sembra per niente il miglior viatico per vincere le elezioni politiche. Povero Matteo, lui fa la strategia politica e gli altri gliela disfano sotto il naso.

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