Spacca-Italia: così l’Autonomia porta 15 miliardi in più al Nord

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-29

Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna avranno garantiti 2,7 miliardi in più l’anno. E le risorse arriveranno dalle altre regioni

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Marco Ruffolo su Repubblica Affari & Finanza spiega oggi nel dettaglio cosa c’è nel disegno di legge dell’Autonomia differenziata che sta per essere varato dal governo ed è sponsorizzato dalla Lega: nelle bozze di intesa, il governo si impegna ad assicurare alle tre Regioni una quota fissa di compartecipazione al gettito regionale Iva o Irpef, per finanziare i fabbisogni standard, tutti da stabilire. E garantisce che se il gettito regionale salirà oltre quei fabbisogni (perché magari aumenta il reddito), resterà a disposizione delle stesse Regioni. All’opposto, se il gettito scenderà, sarà lo Stato a rifondere le risorse mancanti alzando la quota di compartecipazione. Insomma, due pesi e due misure. E cosa succede?

Questo significa che, con un aumento del gettito Irpef dell’1,696 l’anno – spiegano i due economisti della Voce.info Leonzio Rizzo e Riccardo Secomandi – ogni anno le tre Regioni avranno a disposizione circa 300 milioni in più, un miliardo e mezzo in cinque anni. Ma questo è solo l’antipasto. Forse rendendosi conto che i fabbisogni standard sono destinati a restare dei fantasmi, lo Stato si impegna a sostituirli con qualcos’altro se non verranno alla luce nei prossimi tre L’opinione Eu! Una delle incongruenze della bozza di accorcio: se il gettito fiscale sale resta a disposizione della Regione interessata, ma se scende sarà lo Stato ad alzare la quota di compartecipazione anni. Con che cosa? Con la garanzia che la spesa pro-capite statale in quelle regioni non sarà inferiore a quella pro-capite nazionale.

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Autonomia: quanto ci guadagnano le regioni del nord (Repubblica Affari & Finanza, 29 luglio 2019)

E siccome la Ragioneria ci dice che oggi essa è inferiore in tutte le materie, questo significa che Lombardia, Veneto e Emilia Romagna avranno garantiti altri 2,7 miliardi in più all’anno. Un ottimo incentivo a non far partire fabbisogni standard. Da dove verranno queste risorse aggiuntive? Da nuove tasse locali? Neppure per sogno: le bozze autonomistiche lo escludono. Dalla finanza pubblica? No, lo Stato non può sborsare neppure un euro in più in tutta questa operazione. È ovvio allora che, se la somma deve fare zero, le risorse verranno inevitabilmente dalle altre regioni, soprattutto da quelle che non riescono a produrre un gettito fiscale sufficiente a coprire le spese. Insomma, una perequazione al contrario. Non solo, ma se l’obiettivo della maggiore autonomia era quello di aumentare l’efficienza, spunta un’ultima domanda: che efficienza è adeguare la propria spesa alla media nazionale?

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