Referendum, quali sono le competenze che si possono chiedere con l'autonomia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-10-24

Lo stato spende 28 miliardi all’anno nei territori di Veneto e Lombardia per le funzioni che secondo l’articolo 116 della Costituzione potrebbero essere assegnate alle amministrazioni territoriali. Vediamo quali sono

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Sono 28 i miliardi all’anno di spesa che lo Stato effettua nei territori di Veneto e Lombardia per le funzioni che secondo l’articolo 116 della Costituzione potrebbero essere assegnate alle amministrazioni territoriali. Il Sole 24 Ore riepiloga conti e funzioni nell’infografica che accompagna oggi l’articolo di Gianni Trovati e spiega che si tratta di 23 settori di attività, che spaziano dall’istruzione ai beni culturali, dai trasporti fino alla giustizia di pace: il Veneto ha già preparato un disegno di legge per chiederli tutti e 23, e la Lombardia sembra intenzionata a imboccare una strada simile. Il risultato finale farebbe crescere di quasi il 77% le dimensioni del bilancio attuale della Lombardia, e del 71,6% quelle dei conti veneti. Ma la strada è lunga, e il percorso incerto.

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Le competenze per l’autonomia di Veneto e Lombardia (Il Sole 24 Ore, 24 ottobre 2017)

Con l’autonomia differenziata i territori possono chiedere più funzioni, insieme alle risorse necessarie per finanziarle, ma il dare-avere fra tasse e spesa pubblica non viene modificato in modo diretto. Se per esempio la Lombardia ottenesse una competenza piena sul sistema dei trasporti, voce a cui lo Stato dedica quasi due miliardi all’anno da Milano a Brescia e da Sondrio a Mantova, il bilancio regionale registrerebbe due miliardi di spesa in più e altrettanti di entrata con l’assegnazione di nuovi fondi. La sfida, semmai, si giocherebbe intorno al tema dell’efficienza: se la Regione riesce a fare le stesse cose dello Stato con meno soldi, quello che avanza può essere dirottato allo sviluppo di altri servizi. Prima però bisogna trovare un accordo fra governo e regione sulle attività effettivamente trasferibili, e a ciascuna di queste va applicata l’etichetta con il prezzo condiviso, cioè con i fondi che lo Stato è disposto a trasferire insieme ai compiti. Poi bisogna tradurre il tutto in leggi che, come accade sempre quando si toccano materie costituzionali, devono ottenere una maggioranza assoluta dei componenti alla Camera e al Senato.

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