La storia della CNN e della bozza del decreto mandata dalla Regione Lombardia

di Mario Neri

Pubblicato il 2020-03-08

Da ieri sera ai piani alti di Palazzo Chigi è scattata la caccia a chi ha dato ai giornali la bozza del decreto sulle zone chiuse (la Lombardia e altre 14 province: Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia). Un indizio, ma non una …

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Da ieri sera ai piani alti di Palazzo Chigi è scattata la caccia a chi ha dato ai giornali la bozza del decreto sulle zone chiuse (la Lombardia e altre 14 province: Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia). Un indizio, ma non una prova, è contenuto in questo articolo della CNN che riporta tutte le notizie sul Coronavirus SARS-COV-2 e su COVID-19 nel mondo. Nel ritaglio, firmato da Livia Borghese e Nicola Ruotolo, e datato 7 marzo, si afferma che la bozza del decreto è stata inviata alla CNN dall’ufficio stampa della Regione Lombardia.

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Va però sottolineato che a quell’ora la notizia delle zone chiuse in Lombardia e nelle altre 11 (all’epoca) province era già uscita su tutti i giornali italiani. Quindi tecnicamente gli orari non tornano, o meglio: non sapendo a che ora sia stata inviata dalla Regione la bozza alla CNN non è possibile accusare con certezza il Pirellone di aver dato la bozza ai giornalisti. Riguardo le contestazioni sull’orario va tenuto conto del fuso:

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C’è da dire che quella bozza era circolata sia tra le presidenze delle Regioni che nel comitato tecnico scientifico per una valutazione – tanto che il Veneto si è detto contrario all’estensione della sua zona rossa – quindi era in possesso di molte persone che avrebbero potuto mandarla ai giornali. Questo pezzo della CNN, quindi, fino a prova contraria, non è la pistola fumante.

EDIT: La Regione Lombardia fa sapere di aver mandato una richiesta di rettifica a CNN:

“L’Ufficio stampa della Regione Lombardia ha appreso i contenuti della bozza del DPCM dell’8 marzo dai principali quotidiani online. Pertanto, da parte nostra, non è stata fatta alcuna anticipazione. Sono quindi del tutto infondate le ricostruzioni giornalistiche di un broadcaster internazionale a cui è stata chiesta immediata rettifica”. Lo precisa in una Nota l’Ufficio stampa della Regione Lombardia.

E linka la pagina del suo sito in cui ha pubblicato il dpcm 8 marzo.

Leggi anche: Il silenzio dei deficienti: ovvero come NON si governa un’emergenza nazionale

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