Chi ha speculato sui titoli di Stato italiani

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-10

I riflettori sul The Big Short di martedì 29 maggio: chi si è mosso per vendere o per scommettere sul ribasso e cosa ha fatto il MEF

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La data-cardine è martedì 29 maggio. Nei giorni precedenti il varo del governo Lega-M5S è prima diventato a rischio e poi ufficialmente saltato a causa della querelle apertasi tra presidenza della Repubblica e maggioranza sul nome di Paolo Savona al ministero dell’Economia. Successivamente Sergio Mattarella ha chiamato Carlo Cottarelli per il “governo neutrale” che era stato annunciato nei giorni precedenti l’accordo gialloverde. Ma la sensazione è che la situazione sia esplosiva, sia perché Luigi Di Maio ha appena annunciato l’impeachment nei confronti del Colle, sia perché l’esecutivo di Cottarelli non trova nessuno disposto a votargli la fiducia, con tanto di mitica giravolta PD del Reggente che non conta niente Maurizio Martina: prima annuncia il sì e poi i capigruppo parlamentari gli fanno cambiare idea. In questo frame, raccontano oggi Morya Longo e Gianni Trovati sul Sole 24 Ore, si innesta una pioggia di vendite sui titoli di Stato italiani, guidata da chi, come sapevamo da tempo, aveva posizioni ribassiste sulle banche:

Il mercato dei titoli di Stato italiani impazzisce. Lo spread sui decennali, già passato in due ore da 236 a 275 punti, pochi minuti prima delle 10.30 fa un balzo 45 punti che lo porta al picco di 320. Il rendimento dei BTp biennali sale come non aveva mai fatto in un’unica seduta, e allarga lo spread con i tedeschi fino a 350 punti. Su Mts, il mercato regolamentato dei titoli di Stato, si apre di 87 punti lo spread denaro/lettera, che raggiunge quota 183 (ad aprile era in media a 8). Numeri tipici di un mercato in tilt. Segni di panico.

chi specula titoli di stato italiani
Chi ha speculato sui titoli di Stato italiani (Il Sole 24 Ore, 10 giugno 2018)

Cosa sta succedendo? La spiegazione è facile: nessun investitore vuole che i soldi prestati in euro vengano restituiti in lire svalutate. Non c’è nulla che spaventi più del «rischio di ridenominazione». Ed è proprio questa incognita (nonostante le smentite e le fantasiose ipotesi di complotto della BCE) ad aver creato la tempesta dello spread. E qui arrivano gli avvoltoi:

Alcuni hedge fund si preparavano per un eventuale caos politico in Italia da mesi. Già a marzo Robert Citrone, miliardario cofondatore del fondo Discovery del Connecticut, non faceva mistero di scommettere pesantemente contro i titoli di Stato italiani. A chi gli faceva notare la tranquillità degli indici anche post-elezioni, lui rispondeva sicuro di sé che il mercato era ancora convinto che non sarebbe nato in Italia un Governo anti-sistema. Quando lo capirà – prevedeva – la turbolenza arriverà. È arrivata, e Citrone ha portato a casa solo a maggio una performance del 10% circa.

Il fondo Brevan Howard ha fatto anche di più: lo scorso novembre alcuni trader di questo hedge fund hanno partecipato a un incontro al Senato con esponenti dei 5 Stelle per capire la loro visione del mondo. Poi, si ipotizza sul mercato, hanno speculato contro il nostro debito. Ci sono andati così pesanti che a maggio il fondo ha guadagnato il 37%. Contattati dal Sole 24 Ore hanno risposto «no comment». C’erano poi altri che già mesi fa si interessavano al Paese: «Poco dopo le elezioni due fondi sono venuti da me a chiedere un parere legale sulle conseguenze di un’eventuale Italexit», riferisce un avvocato d’affari senza fare nomi. L’interesse cresceva. Interesse ribassista s’intende.

Quel martedì sono arrivati ordini di vendita anche da grossi fondi pensione. Soprattutto dal Giappone e dagli Usa. Appena però la situazione politica ha mostrato una schiarita, martedì sera, gli stessi meccanismi automatici e la stessa speculazione hanno fatto una brusca inversione a «U». Nel frattempo però il MEF ha dovuto utilizzare tutta la sua moral suasion per convincere almeno le banche e assicurazioni italiane a comprare titoli italiani. Anche perché era aperta un’asta di BoT che nel deserto del mercato ha rischiato seriamente di fallire.

Leggi sull’argomento: Il Corriere e il complotto del fondo inglese per far crescere lo spread

 

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