L’assalto ai CAF di Roma per il reddito di cittadinanza

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-01-25

Il Messaggero racconta le code di ieri pomeriggio allo sportello del Caf-Patronato gestito dalla Uil, in via Cavour. Il precedente di Giovinazzo

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La storia si ripete. Subito dopo le elezioni del 4 marzo i giornali raccontarono di un assalto ai CAF per il reddito di cittadinanza che partì da un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno sul CAF di Giovinazzo e venne poi corroborato da ulteriori testimonianze che provenivano dal Sud e che dimostravano non certo la dabbenaggine di qualcuno ma bensì il dramma delle situazioni di povertà assoluta che c’era dietro quelle richieste.

L’assalto ai CAF di Roma per il reddito di cittadinanza

Ora che il reddito di cittadinanza è legge – e la platea dei beneficiari si è ulteriormente ristretta per far salire l’assegno – è il Messaggero a raccontare l’assalto ai CAF di Roma partendo dallo sportello CAF-Patronato gestito dalla UIL in via Cavour:

«Guardi, guardi… siamo in overbooking!», dice Rita Gallo e mostra, sulla schermata del computer, l’agenda di questi giorni convulsi al Caf di viale Cavour, uno dei più grandi di Roma. «Non c’è più posto per un appuntamento per tutta la prossima settimana e anche dopo…». Mentre parla, è tutto un viavai di gente che si affaccia, chiede moduli, pretende informazioni su procedure ancora avvolte dalle nebbie dei decreti. E intanto il telefono trilla senza tregua e Rita, in qualche modo, riesce nel miracolo di rispondere a tutti. «Non è mica facile, sul reddito di cittadinanza ci sono ancora poche informazioni e confuse», racconta da dietro la scrivania dello sportello dove lavora, gestito dalla Uil.

caf roma reddito di cittadinanza

Per il momento, l’unica operazione che si può fare è il calcolo dell’«Isee»,acronimo che sta per «Indicatore della situazione economica equivalente». È il primo, fondamentale tassello, per poter spedire, nei prossimi mesi, la domanda telematica al Ministero dello Sviluppo economico. In tanti si mettono in coda solo per questo. «Così siamo pronti», racconta Roberto, numeretto in una mano, sigaretta accesa nell’altra.«Disoccupato, da 6 anni»,dice.

Secondo uno studio della Cgil il 15% delle famiglie del Lazio potrebbe avere i requisiti per accedere al “reddito”voluto dai grillini. Quasi 20mila cittadini si sono rivolti ai CAF per avere informazioni sul sussidio. «Solo agli sportelli gestiti dalla Cgil, che rappresentano il 17% dei Caf di Roma, abbiamo ricevuto quasi 3mila richieste», stima Alessandro Biagiotti, direttore dei Centri di assistenza fiscale del sindacato.

I falsi moduli per il reddito di cittadinanza

All’epoca cominciò a circolare anche una serie di falsi moduli di richiesta del reddito di cittadinanza. Si trattava chiaramente di documenti falsificati che non valgono assolutamente nulla. Uno dei più gettonati era questo, che conteneva l’indiscutibile intestazione MODELLO NTGF/01 (Nun teng Genio e Fatica’).

modulo per l'accesso al reddito di cittadinanza

Interessante che in questa versione si prevedesse il “Timbro e firma per garanzia del presidente della sezione del M5S di competenza”La pagina Facebook Clicca Qui invece ne aveva proposto un altro, più scarno e sintetico ma ugualmente suggestivo:

modulo di richiesta reddito di cittadinanza

Le code all’INPS

Ma il Messaggero fa anche sapere che si vedono le prime code anche all’Inps, in tutta Italia,come ha raccontato ieri il presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’istituto, Guglielmo Loy. «È chiaro che il cittadino che ne ha bisogno, viste le immagini in tv in cui si dice che è tutto fatto, si catapulta. E lo fa presso gli uffici dell’Inps, mentre, è bene ripeterlo, l’istituto entra in gioco in una fase successiva».

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Fonte

Nel 2013, qualcuno forse lo ricorderà, Berlusconi fece recapitare un messaggio elettorale per la restituzione dell’IMU. Si trattava di un finto avviso fiscale che spiegava come ottenere il rimborso della tassa sulla prima casa relativo al 2012. Molte persone credettero che si trattasse di un vero messaggio dell’Agenzia delle Entrate e andarono ai CAF a chiedere il famoso rimborso.

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Fonte 

Il Fatto Quotidiano parlò all’epoca di “file ai CAF” così come lo fanno i giornali di questi giorni. Addirittura la notizia venne ripresa sul blog del MoVimento 5 Stelle di Siena.

Leggi sull’argomento: Salvini voleva essere processato: rinuncerà all’immunità?

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