Opinioni
Perché non c’è niente da ridere nella storia del reddito di cittadinanza a Giovinazzo
Alessandro D'Amato 08/03/2018
Stamattina la Gazzetta del Mezzogiorno ha pubblicato un articolo che raccontava come a Giovinazzo in Puglia i centri per l’impiego si siano sentiti rivolgere lunedì mattina la richiesta di moduli per il reddito di cittadinanza. I gestori di alcuni CAF, chiamati per nome e cognome nell’articolo a testimonianza della credibilità del racconto, hanno spiegato insieme […]
Stamattina la Gazzetta del Mezzogiorno ha pubblicato un articolo che raccontava come a Giovinazzo in Puglia i centri per l’impiego si siano sentiti rivolgere lunedì mattina la richiesta di moduli per il reddito di cittadinanza. I gestori di alcuni CAF, chiamati per nome e cognome nell’articolo a testimonianza della credibilità del racconto, hanno spiegato insieme ai sindacalisti che si trattava di promesse elettorali e non c’era nulla da compilare, in attesa della formazione del nuovo governo.
A prima vista la vicenda ha suscitato una certa ilarità, mentre su Facebook e Twitter cominciavano a circolare falsi moduli per la richiesta del reddito di cittadinanza e in molti ricordavano che lo stesso Luigi Di Maio durante la sua partecipazione a Porta a Porta il 2 marzo scorso aveva ammesso che per il reddito di cittadinanza “dovremo aspettare qualche anno perché prima devono essere riformati gli uffici per l’impiego”.
E mentre anche da altre città (Bari, Palermo, Potenza) arrivavano altre testimonianze riguardo cittadini che passavano ai CAF a chiedere lumi sul reddito di cittadinanza, le ulteriori precisazioni che arrivavano da Giovinazzo facevano però cambiare un po’ la prospettiva di quella che sembrava una soft news sulla quale farsi due risate. Ad esempio l’assessore alle politiche sociali Michele Sollecito segnalava che “i cittadini si recano da tempo in quegli uffici per le domande sul reddito di Dignità (Red) della Regione Puglia e sul reddito di Inclusione (REI) del governo”.
Massimo Bagnoli, uno dei coordinatori della Consulta dei CAF invece faceva sapere che “c’è stato un forte incremento delle richieste di ISEE (l’indicatore della situazione economica) per ottenere il reddito di inclusione. A gennaio l’aumento è stato del 30%”. Messa così fa meno ridere, vero? Perché dietro le battute sulle promesse da campagna elettorale ciò che dimostra la storia dei cittadini che chiedono i moduli per il reddito di cittadinanza lo ha spiegato benissimo l’addetta allo sportello del CAF di Giovinazzo: «Da noi si sono presentate persone molto giovani, semplici, ingenue, che fanno fatica a mettere insieme il pranzo con la cena». Persone che della Politica – di quella vera, non dei piazzisti – avrebbero davvero bisogno. E che non si meritano di essere prese per il culo né dalle promesse elettorali né da chi ha la pancia piena.