ATAC, Bruno Rota: le deleghe ritirate dopo le dimissioni

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-07-28

Ritirate le deleghe dopo le critiche al M5S e lo scontro con Stefàno. Lui: «Mi ero dimesso una settimana fa, è propaganda» Il direttore generale lascia ATAC dopo le interviste al Corriere e al Fatto e il litigio con il consigliere comunale Enrico Stefàno, accusato di “segnalargli” persone e aziende

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Sono state ritirate le deleghe al direttore generale di ATAC, Bruno Rota. A quanto apprende l’agenzia di stampa AGI la decisione è stata comunicata oggi dai vertici aziendali al manager .L’amministratore unico Manuel Fantasia ha ritirato le deleghe secondo l’ANSA. Dopo le interviste rilasciate al Corriere della Sera e al Fatto, piene di accuse al Comune e ai consiglieri del MoVimento 5 Stelle, e soprattutto dopo lo scontro su Facebook con il presidente della Commissione Trasporti e consigliere M5S Enrico Stefano, l’ex ATM aveva detto di aver già rassegnato le dimissioni: la municipalizzata romana dei trasporti si trova di nuovo senza guida.

Le dimissioni di Bruno Rota

Rota ha fatto sapere di aver presentato le dimissioni sette giorni fa con una lettera datata 21 luglio 2017, (Protocollo n. 0117314): “Con la presente rassegno le mie dimissioni da dipendente di Atac e cesso da ogni incarico. Sono disponibile a concludere la mia prestazione il giorno 4 agosto, come previsto dalla lettere di assunzione che mi impone una lettera di preavviso. Resta inteso il mio fermo interesse a concludere, anche in una data precedente, se ovviamente ciò non comporta oneri da parte mia”, si legge nella lettera.

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La nota interna dell’ATAC su Bruno Rota (Fonte: Il Messaggero)

“Ho mantenuto la notizia riservata, come mi era stato richiesto. Vedo però che questa correttezza viene ripagata con comportamenti non di pari correttezza e quindi sono costretto a precisare questa circostanza. Come si possa silurare un manager che ha dato le dimissioni da sette giorni resta un mistero dell’amministrazione capitolina. O forse l’ennesimo tentativo di ingannare l’opinione pubblica senza rispettare dignità e lavoro“, dice Rota evidentemente piuttosto arrabbiato all’ANSA. Rota dice che oggi le dimissioni sono state accettate: “‘Egregio dottor Rota, facendo seguito alla sua lettera, prendiamo atto delle sue dimissioni che accettiamo con decorrenza dal 2/8 o altra data antecedente lei riterrà opportuna. Protocollo 0120875’. Così Atac mi ha comunicato oggi di aver accettato le mie dimissioni”. ATAC invece risponde che le dimissioni del Direttore Generale sono state presentate su richiesta dell’Amministratore Unico Manuel Fantasia ieri pomeriggio. “Al numero di protocollo aziendale – sottolinea l’azienda, dopo che Rota aveva parlato di dimissioni presentate una settimana fa – di cui ad alcune dichiarazioni rilasciate dal dott. Rota, non e’ mai risultato alcun documento allegato e neanche adesso e’ presente. Le dimissioni del dottor Rota sono state accettate oggi”.

Il litigio tra Rota e i grillini

Bruno Rota, che aveva parlato di “errori anche del M5S” nella gestione dell’azienda in un’assemblea dei grillini a Brescia (è anche attivista M5S), nell’intervista ha raccontato di una «situazione dell’azienda assai pesantemente compromessa e minata, in ogni possibilità di rilancio organizzativo e industriale, da un debito enorme accumulato negli anni scorsi»; aveva poi aggiunto che «l’effetto combinato dell’anzianità del parco mezzi e l’impossibilità di fare interventi di manutenzione, dato che non si trovano fornitori disposti a darci credito, fa sì che non si riesca a far fronte alle esigenze di normale funzionamento». Poi aveva ribadito di far fatica anche “a pagare gli stipendi” e detto che occorrevano quindi “misure serie e immediate” e “un sistema di controllo sulle regole che pur ci sono ma da tempo nessuno rispetta, per cui ognuno fa ciò che gli pare”. A partire da quelle sulle presenze: “I dipendenti in un certo senso mancano, visti i tassi di assenteismo consolidati nel tempo. Oggi si fa fatica a coprire i turni. Si parla di turni massacranti e c’è gente che non arriva a tre ore effettive di guida, quando le fanno”.

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I numeri dell’ATAC (Corriere della Sera, 16 luglio 2017)

Perplessità anche sui sindacati: “quando ho incontrato i loro rappresentanti ho avuto l’impressione che che non avessero fino in fondo la percezione della gravita’ e della dimensione del problema”. Servono quindi decisioni, e fondi, subito: “I modi per affrontare questo debito spaventoso sono nell’ordinamento italiano, si tratta di percorrerli con trasparenza, coraggio e rapidità. Ma sono scelte dell’azionista”.

Le raccomandazioni di Enrico Stefano

Dopo una mattinata di silenzio il M5S ha deciso di rispondere a Rota. Il primo a farlo è stato Enrico Stefàno, che Su Facebook ha attaccato Rota accusandolo di parlare e di non fare e lamentandosi del fatto che Rota ha parlato con i giornali.
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Apprendiamo dai giornali che il DG di Atac Bruno Rota denuncia una situazione disastrata dell’azienda. Ne siamo più che consapevoli, e abbiamo scelto un DG tramite procedura ad evidenza pubblica proprio per affrontarla. Il mero elenco dei problemi non è sufficiente ed è necessario aggredirli e provare a risolverli.
Magari in questi primi tre mesi poteva cominciare a dare dei segnali, ad esempio rimuovendo i dirigenti responsabili di questo disastro o quelli completamente inutili, come lo abbiamo invitato a fare più volte. O avviando le procedure per rendere più moderno ed efficiente il sistema di bigliettazione e aumentare così la liquidità di cui
l’azienda ha tremendamente bisogno.
A differenza della vecchia politica che ha portato Atac nel baratro, e che oggi ancora si permette di proferire parola, abbiamo dato a lui come al suo predecessore, carta bianca per risanare l’azienda e prendere le decisioni più giuste, garantendogli sempre il massimo sostegno.
Una occasione unica per agire, che ci domandiamo se voglia cogliere o meno.

Velocissima, e direttamente su Facebook, è arrivata la risposta di Bruno Rota: ha accusato il consigliere di avergli raccomandato una società e di avergli parlato di “giovani da promuovere, sempre i soliti”: «So del vivo interesse del consigliere Stefano alle soluzioni della società Conduent Italia che si occupa di bigliettazione e che mi ha invitato ad incontrare più volte. Più che di dirigenti da cacciare, lui, e non solo lui, mi hanno parlato di giovani da promuovere. Velocemente. Nomi noti. Sempre i soliti. Suggerisco a Stefano, nel suo interesse di lasciarmi in pace e di rispettare chi ha lavorato. Onestamente. Sempre i soliti».
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La polemica su Stefàno

Stefàno non ha replicato su Facebook alle accuse di Rota. In un comunicato il senatore Andrea Augello e l’onorevole Vincenzo Piso, di ‘Idea” hanno annunciato un esposto: “Ci vediamo costretti a sollecitare con un esposto, che presenteremo domani mattina, un intervento della Procura di Roma volto ad approfondire gli eventuali risvolti penali delle suggestive accuse che questi due signori si sono rivolti nella giornata di oggi. In particolare è necessario comprendere la natura dei rapporti tra Stefano e il manager dell’Atac, visto che a dire di quest’ultimo si sarebbero esercitate pressioni decisamente incompatibili con il codice penale. Non ha infatti alcun titolo il presidente della Commissione Trasporti per proporre promozioni, sollecitare assunzioni, presentare societa’ interessate a relazionarsi con Atac spa. Ovviamente è anche possibile che nulla di tutto ciò sia accaduto, e che ci si trovi di fronte all’ennesima faida del vendicativo mondo a cinque stelle. Spetta appunto alla Procura accertare quale di queste ipotesi corrisponda alla verità”.
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D’altro canto non è la prima volta che il M5S finisce nelle polemiche per il suo interesse nei confronti del personale ATAC. Il precedente direttore generale Marco Rettighieri se ne andò sbattendo la porta dopo aver denunciato un’ingerenza  dell’assessora Linda Meleo su un lavoratore sottoposto a provvedimento disciplinare. Il sanzionato era Federico Chiovelli, rimosso – e poi reintegrato – dal vertice della ferrovia Roma-Viterbo, simpatizzante Cinquestelle e parente di un’assessora M5S.
EDIT: Enrico Stefano alle 18 e 50 del 28 luglio, dopo 24 ore di silenzio, risponde a Rota:
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E minaccia querele:
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Leggi sull’argomento: Perché il M5S per proteggere “i soliti noti” sta mandando a sbattere ATAC

 

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