Le balle di Di Maio su Arcelor-Mittal e l’immunità per Ilva

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-07-09

Arcelor-Mittal può recedere dal contratto di affitto per ILVA siglato il 14 settembre 2018 dal ministro Luigi Di Maio e decade l’immunità. E quindi la minaccia di chiudere il 6 settembre non è campata in aria. Di Maio ha sostenuto il contrario per mesi, un documento rivelato dal Sole 24 Ore lo smentisce

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Arcelor-Mittal può recedere dal contratto di affitto per ILVA siglato il 14 settembre 2018 dal ministro Luigi Di Maio, che modifica quello del 28 giugno 2017, se decade l’immunità. E quindi la minaccia di chiudere ILVA il 6 settembre non è campata in aria perché gli accordi integrativi del settembre 2018 prevedono la restituzione dei rami d’azienda ex Ilva se non saranno rispettate intese e garanzie del protocollo 2017.

Le balle di Di Maio su Arcelor-Mittal e l’immunità per Ilva

A dimostrarlo è oggi Il Sole 24 Ore in un articolo a firma di Paolo Bricco che racconta cosa c’è scritto nell’articolo 27: “Retrocessione dei rami d’azienda”. «Nel caso in cui – si legge nel documento – con sentenza definitiva o con sentenza esecutiva (sebbene non definitiva) non sospesa negli effetti ovvero con decreto del Presidente della Repubblica anch’esso non sospeso negli effetti ovvero con o per effetto di un provvedimento legislativo o amministrativo non derivante da obblighi comunitari, sia disposto l’annullamento integrale del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 settembre 2017 adottato ai sensi dell’art. 1, comma 8.1, del D.L. 191/2015, ovvero nel caso in cui ne sia disposto l’annullamento in parte qua tale da rendere impossibile l’esercizio dello stabilimento di Taranto (anche in conseguenza dell’impossibilità, a quel momento di adempiere ad una o più prescrizioni da attuare, ovvero della impossibilità di adempiervi nei nuovi termini come risultanti dall’annullamento in parte qua), l’Affittuario ha diritto di recedere dal contratto».

Se viene cancellata la non punibilità per reati compiuti da altri, prima dell’arrivo del nuovo proprietario a Taranto, Arcelor Mittal ha tutto il diritto di restituire le chiavi dello stabilimento. E, questo, con qualunque tipo di misura, di qualunque fonte normativa. E c’è anche un addendum: «L’affittuario potrà altresì recedere dal contratto qualora un provvedimento legislativo o amministrativo, non derivante da obblighi comunitari, comporti modifiche al Piano Ambientale come approvato con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 settembre 2017 che rendano non più realizzabile, sotto il profilo tecnico e/o economico, il Piano Industriale». Con un cambio del piano ambientale Arcelor Mittal ha il diritto di restituire le chiavi.

Perché Arcelor Mittal può restituire le chiavi di ILVA

È bene ricordare che il contratto è stato firmato quando Paolo Gentiloni era presidente del Consiglio e Carlo Calenda era ministro dello Sviluppo Economico nel giugno 2017, ma le modifiche sono state invece lette, approvate e controfirmate il 14 settembre del 2018, quando a Palazzo Chigi c’era Giuseppe Conte e al ministero dello Sviluppo economico c’era Luigi Di Maio, entrambi ancora in carica. Lo stesso Di Maio che per mesi ha sostenuto che non ci fosse alcun accordo riguardo l’immunità nel contratto che aveva firmato lui.

luigi di maio immunità penale ilva - 4

Ecco quindi che la notizia del Sole 24 Ore ci permette di avere una visione più concreto di quanto sta accadendo in questi giorni, con il ministero dello Sviluppo che è impegnato a cercare una soluzione per ILVA dopo aver aperto il vaso di Pandora dell’immunità. Il grande ritorno dell’immunità per ILVA dovrà giocoforza riguardare anche il piano ambientale del ministro Costa. E, ci potete scommettere, quando tutto questo can can sarà terminato qualcuno avrà anche il coraggio di cantare vittoria per aver salvato ILVA un’altra volta.

EDIT: Quanto alla reintroduzione dell’immunità penale per gli amministratori dello stabilimento ex Ilva di Taranto oggi ArcelorMittal, “voglio essere ben chiaro, anche in ragione di quanto ho appena espresso. Non esiste alcuna possibilità che torni”. Così, secondo fonti Mise, il ministro Luigi Di Maio al tavolo con azienda e sindacati.

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