Auto aziendali, Italia Viva raccoglie firme contro il governo che appoggia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-03

Il partito di Renzi lancia una petizione per fermare le tasse sulle auto aziendali. Il ministro dell’Economia Gualtieri: “Mi sorprende una maggioranza che sembra fare propaganda contro la propria legge di bilancio”

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Italia Viva raccoglie firme contro l’aumento delle tasse sulle auto aziendali. – “No a nuove tasse sulle auto aziendali Le auto aziendali ad uso promiscuo sono quelle che tanti lavoratori usano ogni giorno per svolgere le loro attività lavorative e, solo in piccola parte, nel tempo libero”, si legge sul sito del partito di Renzi.

Auto aziendali, Italia Viva raccoglie firme contro il governo che appoggia

Al momento sono oltre 4 mila le firme raccolte con un obiettivo dichiarato di arrivare a 10 mila. “Oggi, per calcolare le imposte sui redditi di questi lavoratori si tiene conto di quelle auto in misura pari al 30% del valore convenzionale del noleggio, ma con una norma contenuta nella proposta di legge di bilancio- si legge sul sito- la percentuale arriverebbe fino al 60% con emissioni di biossido di carbonio fino a 160 grammi per chilometro e al 100% in caso di emissioni superiori. Noi riteniamo che in Parlamento questo aumento vada cancellato perché non fa bene a nessuno: lavoratori, imprese, ambiente e crescita economica. L’aumento, infatti, colpirebbe indiscriminatamente quasi 2 milioni di persone che usano l’auto per lavorare”. La peculiarità è che tecnicamente Italia Viva sta raccogliendo firme contro un provvedimento del governo che appoggia e che ha avuto l’ok da parte delle forze di maggioranza.

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Tasse sulle auto aziendali, cosa cambia (Il Messaggero, 2 novembre 2019)

Lo stesso ministro dell’Economia Roberto Gualtieri in un’intervista a La Stampa ha notato il curioso atteggiamento delle forze che compongono la maggioranza in queste ore (c’è anche Di Maio sulle chiusure domenicali):  “Mi sorprende una maggioranza che sembra fare propaganda contro la propria legge di bilancio. Anche perché, come è noto, era il frutto di un lavoro collegiale ampiamente condiviso”.

Matteo Renzi, il cuneo fiscale e le auto aziendali

Stamattina Matteo Renzi su Facebook era tornato a parlare del tema: “I media sono pieni di retroscena ma la verità è molto più semplice: noi di Italia Viva non siamo contro nessuno. Siamo solo contro l’aumento delle tasse. Ieri contro l’aumento di Iva, cellulari e gasolio. Oggi contro l’aumento sulle auto aziendali e sulle nostre imprese. E noi non facciamo polemiche, ma proposte concrete su come evitare i microbalzelli. Sui giornali ci criticano ma in Parlamento ci daranno ragione e voteremo insieme contro le tasse, vedrete. Per adesso buona domenica a tutti!”.

matteo renzi auto aziendali

In realtà Renzi era finito nell’occhio del ciclone ieri per l’intervista rilasciata al Messaggero in cui proponeva più o meno di sostituire Giuseppe Conte come presidente del Consiglio (e Franceschini poteva essere il premier del governo PD-M5S). Sia il M5S che il PD che lo stesso Franceschini hanno rumorosamente smentito l’ipotesi. Nella stessa intervista Renzi aveva lanciato la sua idea su come togliere le tasse sulla manovra mantenendo i provvedimenti più o meno indenni:

«Servono meno di 2 miliardi di euro. Non stiamo parlando di cifre enormi: lo 0.1% del Pil. Ci sono tante soluzioni. Se il cuneo parte a settembre anziché a luglio, il problema è risolto. E per l’anno successivo basta diminuire di una cifra analoga il cashback. Ma si può intervenire anche sulle spese: col mio governo spendevamo undici miliardi in meno di quello che si spende ora per beni e servizi.

Trovare qualche centinaio di milioni qui non è un dramma. I numeri per eliminare le tre tasse ci sono: nel Bilancio e in Parlamento. Non aumenteremo le tasse a due milioni di italiani che vengono fatti passare per ricchi solo perché hanno un’auto aziendale. Non esiste!».

Ora, attenzione: il taglio del cuneo fiscale è un taglio delle tasse (pagate dai lavoratori). Renzi ripete per tutta l’intervista di essere contrario alle tasse. Poi propone di rimandare un taglio di tasse per far quadrare i conti. Povero Gualtieri, non ha ancora visto nulla.

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