Ama il prossimo tuo: i bravi cattolici leghisti non perdonano chi cita il Vangelo a Cremona

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-06-10

I bravi figli del Ruspa hanno deciso di difendere i valori cristiani e le nostre radici dall’ennesima provocazione della sinistra. Lo hanno fatto malmenando uno che se ne andava in giro con una frase provocatoria “ama il prossimo tuo”. Chissà forse avranno pensato fosse uno del gay pride

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Un ragazzo è stato malmenato dai militanti e attivisti della Lega durante il comizio di Matteo Salvini a Cremona. La sua colpa? Aver “provocato” i sostenitori del ministro dell’Interno mostrando una sciarpa bianca con scritto ama il prossimo tuo come te stesso. Schiaffi, calci, pugni e spintoni nei confronti di un ragazzo inerme che non stava inneggiando a Stalin, a Juncker o alla Boldrini con Salvini e che a quanto pare frequenta il vicino oratorio.

I bravi cattolici leghisti che mandano abbracci e baciano rosari

Tutto tranne che un pericoloso comunista o black bloc insomma, ma per Salvini è indifferente. Anzi: quel ragazzo non deve nemmeno essere uno dei sessanta milioni di figli di Salvini visto che dal Palco il titolare del Viminale si è divertito a sfottere quel “poverino” di un comunista: «lasciatelo da solo poverino, un applauso a un comunista, non ci divertiamo se non c’è almeno un comunista ai giardinetti». Bell’atteggiamento da padre responsabile.

Ma al di là dell’episodio si dimostra per l’ennesima volta come il popolo della Lega se ne freghi degli insegnamenti evangelici. Eppure quasi su ogni palco e ad ogni intervista il leader della Lega fa bella mostra di rosari, crocefissi, icone sacre, foto di Padre Pio e copie del Vangelo. Ed è proprio in quel libro che Salvini agita in faccia alle folle adoranti come se fosse un pezzo di carne sanguinolenta da utilizzare per aizzare la sua Bestia che è contenuta la frase scritta sul “pezzo di carta igienica” mostrato a Cremona.

Qualche leghista che ha letto il Vangelo?

Una frase che aveva già fatto capolino durante la manifestazione della Lega di Piazza del Popolo a Roma nel dicembre 2018. All’epoca un altro ragazzo aveva scelto di andare in piazza con un cartello con scritto ama il prossimo tuo. La Digos e la Polizia intervennero per portare di peso quella persona fuori dalla manifestazione. Ma davvero quella frase può essere una provocazione per i leghisti. In fondo il cattolicissimo ministro della Famiglia Lorenzo Fontana ne ha già spiegato il senso. Il prossimo non è mica il migrante, il povero o quello che vive nelle baracche dei campi Rom. No, il prossimo è quello che ti è vicino geograficamente (e culturalmente, quindi attenzione ad aiutare il vicino di casa musulmano). Insomma per i leghisti “ama il prossimo tuo” significa prima gli italiani.

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Ma anche prendendo per buona questa curiosa interpretazione non si spiega come mai un ragazzo italiano sia stato identificato come nemico per il solo fatto che stava citando una frase del Vangelo. E non si capisce bene a cosa serva giurare sul Vangelo davanti ai tuoi elettori se questi dimostrano di non conoscere e comprendere il senso del comandamento nuovo che Gesù ha lasciato ai cristiani. Qualcuno potrebbe dire che alla fine la la lezione di Cristo può essere riassunta con poche parole: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Chi non ha capito questo può anche buttare la sua copia del Vangelo e smettere di difendere le radici cristiane da invasioni immaginarie. Ma chissà, forse un giorno Salvini andrà in udienza da Papa Francesco e proverà ad esporgli la peculiare esegesi biblica della Lega.

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Stupisce soprattutto il silenzio di cattolici coraggiosi come Simone Pillon, persone sempre pronte a denunziare casi di “oscuramento” dei simboli religiosi e a condannare “l’agire politico della sinistra anticristiana” nemica dei “nostri simboli”. Commentando un fatto di cronaca oggi Pillon scrive che per la sinistra il crocifisso è “considerato divisivo, arcaico, demodè”. Ma il vantaggio del crocifisso è che non può parlare. Perché se parlasse direbbe ama il prossimo tuo e probabilmente finirebbe cacciato da una manifestazione della Lega. Difendiamo le nostre radici da chi le vorrebbe cancellare riducendole a simboli vuoti senza significato, difendiamo le nostre radici da chi le usa solo per fini politici, difendiamo le nostre radici dalla Lega.

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