Il rosario “eretico” di Salvini contro le critiche del Vaticano

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-02-18

Ieri il ministro dell’Interno ha sventolato e baciato un rosario in diretta TV. Basterà a far credere agli elettori che è un buon cristiano? Nel frattempo il Papa lancia messaggi per far aprire i porti e i vescovi criticano l’Autonomia lanciando l’allarme contro la secessione dei ricchi

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Ieri sera il ministro dell’Interno Matteo Salvini si è collegato dalla Sardegna con Non è l’Arena di Massimo Giletti. Ad un certo punto, mentre parlava di autonomia, latte di pecora, pastori sardi il vicepriemer ha estratto dalla tasca un rosario. Salvini ha così raccontato che gli era stato donato durante una visita all’isola della Maddalena da una signora che ha molto insistito a donargli il rosario appartenuto in passato alla nonna.

Il regalo che ha aperto il cuore a Salvini

Inizialmente Salvini non voleva accettare il regalo, del resto di rosari ne deve avere una collezione non da poco, ma quando la signora, porgendo il rosario della nonna Adelfina «Matteo, ci tengo che lo abbia tu, prego per te» il nostro ministro dell’Interno non ha potuto far altro che accettare. A Giletti poi Salvini ha detto, mentre teneva ben in vista il rosario per farlo inquadrare dalle telecamere, «non voglio ostentare nulla» e poi ha dato un casto bacetto alla croce d’argento della collanina.

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La continua ostentazione di rosari, vangeli e presepi è una delle strategie della propaganda della Lega. E se ieri il ministro raccontava come il rosario di nonna Delfina gli aveva aperto il cuore Papa Francesco qualche giorno prima si faceva un selfie mentre teneva in mano una spilla con un messaggio inequivocabile: apriamo i porti e ribadiva un concetto diametralmente opposto a quello del governo: «Noi rinunciamo all’incontro con l’altro per erigere barriere: questo non è umano.  Chi ha avuto la forza di vincere la paura oggi è invitato a salire sui tetti e invitare gli altri a fare altrettanto».

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Chissà se il rosario di nonna Delfina sarà utile anche per esaudire le preghiere delle regioni del Nord che vogliono l’Autonomia. Oggi sul Messaggero il presidente della Commissione Politiche Sociali della CEI Monsignor Filippo Santoro ha espresso un giudizio molto critico sull’Autonomia come sembra emergere dalle bozze degli accordi con il Governo. La secessione dei ricchi preoccupa il vescovo di Taranto che definisce la riforma «un boccone avvelenato» per il Sud. «È necessario che i servizi fondamentali siano erogati in maniera uniforme e adeguata in tutte le regioni, altrimenti si potrebbe originare una evidente sperequazione tra Nord e Sud. E questo sarebbe l’inizio del frazionamento del Paese» spiega il vescovo che precisa come la Chiesa non abbia mai rigettato il principio delle autonomie regionali, a patto però che venga garantito il principio di equità all’interno del Paese.

Leggi sull’argomento: Se votate per NON salvare Salvini su Rousseau potrebbe essere tutto inutile

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