Opinioni
Alla manifestazione di Ostia i militanti 5 stelle gridano "Fate schifo" ai giornalisti
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2017-11-11
Un migliaio di persone sta marciando oggi ad Ostia per manifestare contro la criminalità. La manifestazione è partita dalla stazione del Lido di Ostia e si sta snodando per circa 3 km in direzione di Ostia nuova. C’è la sindaca Virginia Raggi, i deputati Castelli, Lombardi e Vignaroli, la senatrice Taverna, la candidata al municipio […]
Un migliaio di persone sta marciando oggi ad Ostia per manifestare contro la criminalità. La manifestazione è partita dalla stazione del Lido di Ostia e si sta snodando per circa 3 km in direzione di Ostia nuova. C’è la sindaca Virginia Raggi, i deputati Castelli, Lombardi e Vignaroli, la senatrice Taverna, la candidata al municipio X Giuliana Di Pillo. Presenti anche esponenti della sinistra: Stefano Fassina (Si) e Alfredo D’Attorre (Mdp), che ieri è stato definito l’acronimo di Mantenimento Delle Poltrone dall’account Twitter del M5S. “Il laboratorio civico X ha lanciato la manifestazione insieme ad altre realtà. Siamo contenti che la sindaca abbia aderito ma è stato gravissimo il tentativo di strumentalizzare la manifestazione come se fosse del M5S quando non lo è. Questa non è una passeggiata e non l’ha organizzato la sindaca, è un corteo non solo antifascista ma anche antimafia. Noi vogliamo affermare la bellezza di questo territorio”, ha detto Mirella Arcamone del laboratorio Civico X. Un altro manifestante e esponente del Laboratorio Civico X (realtà che ha corso con Don Franco De Donno al primo turno del X municipio) rincara: “Il M5S ha provato a mettere il capello per giunta in campagna elettorale”.
“In questo momento a #Ostia centinaia di persone in strada a dire che la lotta alla mafia e al fascismo è la lotta contro la disoccupazione, perchè tutti abbiano un tetto sopra la testa, la lotta per un’educazione e una sanità pubbliche e gratuite”, scrive l’account Clash City Workers su Twitter. Alla manifestazione, nata dopo l’aggressione di Roberto Spada a un giornalista della trasmissione Nemo, non mancano i militanti 5 stelle che si scagliano contro la stampa: “Fate schifo – gridano all’indirizzo dei giornalisti che circondano Raggi durante la passeggiata come racconta l’agenzia DIRE – siete delle mosche, servi del potere”. Alcuni ipotizzano: “In tv raccontano solo quello che vogliono loro, danno tutte le colpe a Virginia, fanno vedere solo Prodi e Berlusconi. Perché i nostri parlamentari, con i soldi che risparmiano, non aprono una bella tv?”. La sindaca Raggi annuncia che sarà in piazza anche giovedì nella manifestazione organizzata da Libera e FNSI: “L’assenza del Pd? Oggi non voglio fare polemiche. Tra l’altro noi saremo anche alla manifestazione di giovedì prossimo, indetta da Libera ed Fnsi perché la mafia è qualcosa che si deve combattere quotidianamente”. Alla manifestazione sono presenti, tra gli altri, anche l’assessore alle politiche sociali della Regione Lazio, Rita Visini e il Presidente dell’Osservatorio regionale sulle Mafie, Giampiero Cioffredi, oltre a diversi rappresentanti dell’amministrazione capitolina.
Le reazioni di Nuova Ostia all’aggressione subita dalla troupe di Nemo, programma di Rai 2
Arrivato verso la fine il corteo contro le mafie in corso ad Ostia si è diviso in due tronconi. I comitati civici si sono fermati a largo delle Sirene dove ora daranno vita ad un assemblea, la sindaca Raggi con alcune persone ha deciso di proseguire fino a piazza Gasparri, a Nuova Ostia, vicino a dove martedì pomeriggio Roberto Spada ha dato una testata ad un filmaker del programma Nemo di Rai 2. Le forze dell’ordine presenti stanno cercando di gestire la biforcazione del corteo. I manifestati che si somo fermati sostengono: “Non può essere una passeggiatina in vista del ballottaggio, non ci andiamo a piazza Gasparri a dire che ci sta solo mafia ad Ostia“. La sindaca Raggi invece ha deciso di proseguire fino a piazza Gasparri, dove era in programma si concludesse il corteo, tra i cori “Virginia” e “Ostia libera”.
Leggi sull’argomento: Il senso di Casapound (e degli altri) per Roberto Spada