I negazionisti del global warming annegano nell’acqua alta a Venezia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-11-13

Il Presidente del Veneto Zaia parla apertamente di “apocalisse”, il sindaco di Venezia Brugnaro punta il dito contro i cambiamenti climatici, Libero mette a confronto Venezia con Matera allagata. Ma non è che ora quelli che davano dei “gretini” agli altri si stanno accorgendo che un problema c’è?

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Per il momento il bilancio dell’acqua alta di ieri sera a Venezia è di due morti, ancora da quantificare i danni alla Basilica di Venezia, alla città, alle attività commerciali. Con un picco di 187 centimetri sul medio mare quella di questa notte è stata la seconda marea più alta, appena sette centimetri in meno di quella che i veneziani chiamano Acqua Granda, la storica alluvione del 4 novembre 1966. Venezia non è l’unica città a subire i colpi del maltempo, un nubifragio ha allagato le strade di Matera trasformandole in canali, a Porto Cesareo una tromba d’aria ha cancellato il porto turistico.

Anche Libero sta scoprendo il global warming?

Che ci sia qualcosa che non va se ne sono accorti pure su Libero dove si mettono a confronto le strade della capitale europea della cultura con le calli veneziane. Entrambe le città affogano, titola il quotidiano diretto da Vittorio Feltri, quello che qualche tempo fa faceva titoli sui gretini che credono alla storiella del riscaldamento globale. Altrove invece leggevamo le importanti opinioni di quelli che invitano a non fidarsi di quello che dice una ragazzina.

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Fonte: Libero del 13/11/2019

Oggi invece stiamo qui a guardare la devastazione a Venezia, a Pellestrina e nelle isole della Laguna di Venezia. Libero sostiene che sia tutta colpa del MOSE (acronimo per MOdulo Sperimentale Elettromeccanico), il sistema di paratie mobili che dovrebbe proteggere la città dall’alta marea (ma non l’area della Basilica di San Marco che è il punto più basso della città) e che deve ancora essere ultimato. Forse è ancora troppo difficile ammettere che a Venezia tra le cause del problema c’è proprio il riscaldamento globale. Non è l’unica causa ovviamente, ma queste maree eccezionali dimostrano che qualcosa sta cambiando.

Come è che se Zaia parla di Apocalisse non è un gretino?

Il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia parla di «una devastazione apocalittica e totale, ma non esagero con le parole, l’80% delle città è sott’acqua, danni inimmaginabili, paurosa». Ed è vero. Come è vero che il forte vento di ieri ha sicuramente contribuito a rendere ancora più problematica la situazione. Ed è senz’altro vero che la tra le cause di queste alluvioni c’è il fatto che la città stia lentamente sprofondando. Ma non bisogna dimenticare che la Laguna è un ecosistema fragile. Ad esempio lo scavo di un nuovo canale per consentire l’accesso delle grandi navi da crociera non farà altro che che aumentare il problema.

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Ma è lo stesso sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, durante una diretta da Piazza San Marco a dire che «questi sono gli effetti dei cambiamenti climatici». Un concetto ribadito anche questa mattina ad Agorà su Rai Tre. Il sindaco chiede che si faccia presto a concludere il MOSE, un progetto faraonico che avrebbe dovuto essere ultimato nel 2016 (venne iniziato nel 2003) ma che oggi non è ancora entrato in funzione ed è ad appena l’85% del completamento. In mezzo, inutile nasconderlo, 7 miliardi di soldi pubblici, scandali, tangenti a politici, inchieste che hanno portato al commissariamento del Consorzio Venezia Nuova (il concessionario dell’opera).

Impossibile non notare come in Veneto la Lega sia al governo da decenni. Impossibile non ricordare come per la Lega il riscaldamento globale sia poco più della fantasia di una ragazzina e che gli ambientalisti non siano altro che una forma particolarmente fastidiosa dei “buonisti”. Oggi un sindaco che governa con la Lega ha detto che l’acqua alta è colpa dei cambiamenti climatici. Perché se oggi Zaia parla di “Apocalisse” nessuno lo sfotte o dice che esagera. Se lo fanno quelli che lanciano l’allarme su un’Apocalisse di portata globale invece sono dei Gretini.

Cosa c’entra il global warming con l’acqua alta?

Ma, diranno alcuni, le maree ci sono sempre state e sono un fenomeno naturale. E anche l’acqua alta a Venezia non è certo una novità. Insomma per quanto quella di questa notte sia stata una situazione eccezionale rientra pur sempre nella casistica di un fenomeno perfettamente naturale nel quale l’uomo c’entra poco. Al massimo si può ammettere che la mano dell’uomo, che ha modificato profondamente la Laguna ha esasperato una situazione delicata. E la soluzione, tecnica, umana, ingegneristica, in fondo è così a portata di mano: il MOSE salverà Venezia e potremo dimenticarci di questo brutto problema del riscaldamento globale.

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Il problema è che ad una situazione già di per sé delicata per le ragioni che abbiamo detto si aggiunge (e in futuro si aggiungerà) l’innalzamento dei livelli del mare. Nel caso vi fosse sfuggito la Laguna di Venezia si affaccia sul mar Adriatico. E che il global warming possa mettere a rischio la sopravvivenza della città lo dice anche uno studio dell’ENEA pubblicato nel 2017 che ha calcolato come nel 2100 l’ingressione marina (ovvero l’area che si prevede sarà sommersa dall’acqua) potrebbe superare i 30 chilometri. La ricerca si basa sui dati IPCC del 2013 che prevedono un innalzamento globale del mare che può variare da un minimo di 53 centimetri a un massimo di 97 a causa delle emissioni di gas serra.

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Fonte

Non è l’unico studio che lancia l’allarme sui rischi che le città costiere corrono con il riscaldamento globale, ne è stato pubblicato uno di recente, a fine ottobre. Anche se non è scientificamente corretto dire che l’acqua alta di questa notte è “colpa dei cambiamenti climatici” come dice Brugnaro restano i dati storici. Nel periodo che va dal 1923 al 2000 si sono verificati a Venezia appena dieci casi di marea eccezionale (superiore ciò ai 140 centimetri). Dal 2001 ad oggi i casi sono già undici ed è stato registrato un innalzamento del mare di 35 centimetri rispetto al 1870. Il Comune di Venezia lo scrive nero su bianco: «risulta evidente l’aumento del numero di alte maree >=+110 cm a partire dagli anni ’60 circa». La causa non è solo il fenomeno della subsidenza. È a queste serie di dati e a quelle sull’innalzamento del livello del mare (che è causato dal riscaldamento globale) che bisogna guardare per cogliere il cambiamento climatico in atto. Venezia è una città fragile dove sono in gioco una molteplicità di fattori, negare che il global warming sia uno di questi è semplicemente da cretini, con la c.

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