Libero e la bufala del Global Warming che non esiste perché fa freddo

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-05-06

Oggi Libero si candida ufficialmente per il premio Nobel pubblicando l’ennesimo articolo dove “dimostra” che il riscaldamento del pianeta non esiste. Il motivo? Fa freddo!

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Oggi Libero ha dimostrato al mondo intero che i “gretini” hanno torto: fa freddo, quindi il global warming non esiste. I gretini sono coloro che sostengono la battaglia di Greta Thunberg, l’attivista ambientalista svedese che combatte per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi dell’inquinamento e del riscaldamento globale. Nell’articolo di Azzurra Barbuto a corredo del titolone in prima pagina si parla di «profezie apocalittiche» della giovane svedese; di «piazze infestate da giovani preoccupati per il futuro del pianeta che essi stessi deturpano».

Libero contro Greta e i suoi gretini

«Altro che riscaldamento climatico, da che mondo è mondo il clima cambia a dispetto dell’azione dell’uomo che si deve ad esso rassegnare ed adattare» ci rassicura il quotidiano diretto da Vittorio Feltri spiegandoci che i gretini e quelli «che affermano che le temperature del globo sono sempre più bollenti, tanto che moriremo tutti cotti alla stregua di polli al forno se non ci diamo una regolata immediata, sbagliano». Smentite dai fatti le teorie di Greta e compagnia, chiosa l’occhiello. Dovremmo imparare dai nostri avi, prosegue l’articolo che «non davano la colpa all’inquinamento operato dall’uomo e non paventavano la fine del mondo» se faceva un po’ più caldo o più freddo del normale.

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Insomma, non c’è nulla di cui preoccuparsi, perché al tempo non si comanda, con buona pace di quei giovani che protestano per salvare il pianeta. La tesi di Libero (se di tesi si può parlare e non di un’accozzaglia di luoghi comuni) non è nuova. Il presidente USA Donald Trump è uno di quelli che – nonostante la mole di dati scientifici prodotta negli ultimi trent’anni – non crede all’esistenza del surriscaldamento globale. Già nel 2012 il tycoon statunitense spiegava su Twitter che la storia del global warming era stata messa in circolazione dai cinesi per rallentare l’economia americana.

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Ogni volta che le temperature scendono al di sotto della media stagionale il Presidente USA pubblica un tweet per “dimostrare” che il surriscaldamento globale non esiste. Lo ha fatto ad esempio a fine gennaio lamentandosi sarcasticamente di quel vecchio e caro riscaldamento globale mentre il Midwest era sotto una coltre di neve. Del resto è semplice: se fa freddo significa che non è “più caldo” e quindi ecco confutata la teoria del global warming.

Quando Libero ci spiega il global warming

Anche a Libero adottano la stessa tecnica. Quest’estate, quando ancora Greta e i suoi “gretini” non andavano di moda, ci spiegava per l’ennesima volta la bufala del surriscaldamento globale. Siccome a Cortina aveva nevicato ad agosto (in realtà ha nevicato a quote superiori ai 1.600 metri e Cortina è a 1.200 metri) ecco il meteo smonta le balle sul surriscaldamento globale. Nell’articolo di Costanza Cavalli ci viene spiegato come quella del “global warming” sia una fissa globale basata su una balla. Tutta colpa di uno scienziato della NASA che trent’anni fa collegò l’effetto serra al surriscaldamento del Pianeta «e da quel momento l’estate non è più la stagione per uccidersi di gelato, ma solo per ucciderci da soli con la pippa del caldo eccessivo». Insomma quest’estate una nevicata in montagna – fenomeno normale sopra certe quote – dimostrava che non faceva poi così caldo. Oggi le nevicate di maggio servono allo stesso scopo. Ma per quanto sia controintuitivo il clima non funziona così.

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Ma allora com’è che se il global warming esiste in questi giorni fa più freddo del normale? Non significa forse che il Pianeta non è così caldo come vorrebbero farci credere Greta e compagnia? Il trucco lo aveva spiegato già all’epoca il meteorologo e divulgatore scientifico Andrea Corigliano che aveva fatto notare che il tempo non è il clima, ovvero che un evento meteorologico (o la successione giornaliera delle condizioni meteorologiche) non può essere paragonato alla media delle condizioni registrate negli ultimi trent’anni. Questo non significa che tempo e clima non siano in correlazione ma che questa correlazione è più complessa di quanto raccontano Libero e Donald Trump. Con lo stesso criterio sarebbe sufficiente prendere notizie riguardanti i picchi delle temperature (estive o invernali) per dimostrare che invece il riscaldamento globale c’è eccome (ma sarebbe un errore farlo). Allo stesso tempo un evento locale non può essere confrontato con una situazione globale per negare l’evidenza scientifica riguardo il global warming. Ora naturalmente possiamo credere a Libero o a Trump, oppure possiamo fidarci delle 18 società scientifiche americane che sono d’accordo nel dire che sì, c’è un aumento costante delle temperature a livello globale (e non locale). A meno di non credere che la redazione del quotidiano di Feltri sia il centro e la misura di tutte le cose non ha alcun senso sostenere che il riscaldamento globale non esiste perché a livello locale si registra un calo delle temperature.

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