Salvini e la destra contro Greta Thunberg: da quando sopravvivere è diventato di sinistra?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-09-27

Negazionisti del cambiamento climatico fanno a gara per attaccare Greta Thunberg e per spiegare che il global warming è una truffa. Ma curiosamente nessuno parla degli studi scientifici su cui l’attivista svedese ha basato la sua campagna contro il surriscaldamento globale

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Oggi c’è lo sciopero del clima del movimento Fridays for Future. Migliaia di ragazzi scendono in piazza per chiedere ai governi di tutto il mondo di cambiare rotta sulle politiche ambientali per salvare il Pianeta. Lo fanno seguendo l’esempio di Greta Thunberg, l’attivista svedese che un anno fa ha iniziato una battaglia solitaria per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi del cambiamenti climatici e del riscaldamento globale.

La Lega e l’ideologia dietro gli allarmi sul clima

Il ministro dell’Istruzione Fioramonti, forse per rendersi simpatico, ha avuto la bella pensata di emanare una circolare in cui consiglia di non tenere conto delle assenze di chi va allo sciopero. Subito leghisti come il senatore Simone Pillon sono insorti dicendo che oggi «i veri rivoluzionari andranno a scuola» parlando di ideologia di riferimento, di pensiero unico e di vergognosa manipolazione. Non sia mai che effettivamente dei ragazzini possano realmente pensare che avere la possibilità di sopravvivere alla generazione di Pillon in un mondo ancora abitabile possa essere una cosa per cui lottare.

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No: senza dubbio qualcuno li sta manipolando esattamente come fanno con il gender e l’omosessualismo. Ma non sono quelli come Pillon che si vantano di pensare ai bambini  e di essere Pro-Life? Senza un pianeta dove vivere potrebbe risultare molto complicato essere pro-life.

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Salvini invece ha detto di avere in simpatia la ragazzina svedese che è andata a parlare all’ONU, perché ha l’età di suo figlio. E ha aggiunto: «Poi, le proposte che ne derivano possono essere più o meno condivisibili, però mi piacciono i sedicenni che ci mettono la faccia». Insomma Greta è simpatica perché ci mette la faccia, però il leader della Lega fa capire che le sue proposte per la lotta ai cambiamenti climatici non è che le condivide proprio. E infatti tramite la pagina della Lega arriva il solito sfottò mirato a suscitare i soliti insulti.

 

salvini contro greta thunberg

Libero e la “truffa” del cambiamento climatico

Ma Salvini, Pillon o la Ceccardi non sono certo gli unici che se la prendono con i “gretini”. Sul Tempo Osho ironizza sul fatto è «sempre mejo che annà a skola». La Verità invece propone «idee buone per resistere allo sciopero verde» dei manifestanti dei Fridays for Future. Il meglio del panorama giornalistico sull’argomento è rappresentato ovviamente da Libero, il quotidiano diretto da Vittorio Feltri che su Greta “Gretina” (ma per carità non è un’offesa, il suo è solo un vezzeggiativo) ha sbrodolato ovunque nelle trasmissioni televisive.

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Oggi su Libero la solita Azzurra Barbuto, quella che qualche tempo fa aveva dimostrato che il riscaldamento globale non esisteva perché a maggio faceva freddo, ci spiega che «il mondo non finirà nel 2030 per l’inquinamento, come sostengono i seguaci di Greta» che più che il global warming vogliono evitare di scaldare sedie e banchi. In compenso – dicono quelli di Libero – «ridurre del 50% in vent’anni le emissioni di anidride carbonica causerebbe una grave recessione». Ed è davvero un bel dilemma: salvare il Pianeta e le persone che lo abitano oppure salvare il sistema economico che sta distruggendo l’ecosistema?

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«Quella del clima è una truffa colossale» scrive la giornalista di Libero. La quale evidentemente presto porterà assieme a Feltri le prove scientifiche per smontare il rapporto scientifico dell’IPCC che spiega le conseguenze dell’aumento della temperatura globale di 1,5° rispetto al periodo precedente alla rivoluzione industriale. Perché non bisogna dimenticare una cosa: sugli effetti del surriscaldamento globale il consenso scientifico (ovvero di coloro che si occupano dell’argomento in maniera scientifica) è coeso. Non è Greta Thunberg che una mattina si è svegliata e ha deciso di fare la Cassandra dell’Apocalisse. Prima di lei lo hanno detto centinaia di scienziati e studiosi. Chi invece dice che è una balla di solito si appoggia alle battutine di Donald Trump o di Vittorio Feltri.

Come il Foglio difende il campitalismo dal pericolo dell’ambientalismo

È scientificamente appurato che la CO2, l’anidride carbonica, emessa dalle attività umane sia la causa principale del riscaldamento globale. Sono le emissioni delle attività industriali ad aver causato un aumento vertiginoso di CO2 nell’atmosfera durante gli ultimi cento anni. Che i mutamenti climatici abbiano una causa antropica, ovvero siano causati proprio da noi e non dal Sole, dai moti millenari o da congiunzioni astrali è più che dimostrato. E così sul Giornale e sul blog di Nicola Porro viene rilanciata la “petizione anti-gretini” di 200 scienziati che consigliano di non aderire a politiche di riduzione dell’anidride carbonica nell’atmosfera. Ed è interessante notare che mentre l’IPCC ha prodotto studi e rapporti scientifica questa petizione si fonda su singole dichiarazioni e prese di posizione di scienziati anche illustri. Dichiarazioni che non sono uno studio scientifico ma la nota fallacia retorica dell’Argumentum ad Auctoritatem.

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I fatti dicono una cosa molto semplice: la temperatura si sta innalzando e la causa siamo noi. Possiamo anche non avere in simpatia Greta e pensare che sia “manovrata”. Ma Greta è solo un simbolo, confrontiamoci con i dati scientifici (il famoso binomio “fatti e logica” tanto caro a certi videoblogger). Ci sono prove scientifiche che dimostrano il contrario di quello che sostengono (da decenni) gli scienziati che denunciano un pericoloso aumento delle temperature e gli effetti a catena conseguenti? No.

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In tutto questa discussione in Italia ci si deve affidare alle opinioni di gente come Feltri o come Giuliano Ferrara che da mesi martella sul Foglio (e assieme al Foglio) contro gli ambientalisti. C’è l’editoriale dove l’Elefantino se la prende con Greta per “procurato allarme” e quello dove “spiega” che è sbagliato credere che “l’ominicchio abbia potere sul clima”. Ed in effetti noi ce la prendiamo tanto con Feltri e Libero, ma se c’è un quotidiano che ha pervicacemente continuato a sollevare dubbi sul riscaldamento globale è proprio quello diretto da Claudio Cerasa.

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Il che se ci si pensa bene è ancora peggio visto che spesso e volentieri Il Foglio si pone come paladino della scienza contro l’antiscienza (ad esempio su vaccini e Xylella, per citarne un paio). Il Foglio come baluardo della razionalità scientifica e scientista però quando si tratta del global warming ci ha propinato perle come l’articolo “Sicuri che il clima sia peggiorato?” dove ci rivela la grande truffa: “Siamo convinti di vivere in un ambiente degradato. Ma le condizioni odierne sono molto migliori del passato“. Ci si sofferma sugli sponsor della barca di Greta, perché è meglio attaccare la persona o il personaggio. Oppure si esprime preoccupazione per un ambientalismo “che gioca con il capitalismo”. Ma nulla si dice sul capitalismo che gioca con gli ecosistemi, la vita delle persone e l’ambiente.

Leggi anche: Lo sciopero per il clima di venerdì 27 settembre

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